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Insomnia - Kubrick style

Insomnia – © Copyright 2011, Pega

Eccoci con una nuova proposta adatta a condire il fine settimana con una piccola dose di creatività fotografica. Il weekend assignment non è altro che un modo per stimolare la nostra capacità di affrontare un argomento e svilupparlo in modo personale, alla ricerca di occasioni per divertirsi ed imparare fotografando.
Il tema stavolta viene direttamente dal mondo del cinema ed è ispirato allo stile di uno dei più grandi maestri che questo media ha avuto nella sua storia. Uno che per me rappresenta qualcosa di davvero particolare: Stanley Kubrick.
Per il weekend ti propongo quindi di provare a realizzare qualche scatto Kubrick Style. Puoi ispirarti alle atmosfere soffici di “Barry Lyndon“, a qualche dettaglio intrigante che richiami “Eyes Wide Shut”, provare come ho fatto io a ricreare un incubo alla “Shining” o addentrarti nella follia di “Arancia Meccanica”, come sempre a te la scelta.
Lo so non è per niente facile ma del resto non sono le sfide più difficili quelle che risultano alla fine più divertenti?

Dai, in questo fine settimana provaci con questo particolare assignment dedicato ad un grande regista che per l’appunto è stato anche fotografo. Dopo aver scattato qualche foto, condividine poi almeno una con me, mettendo il link in un commento a questo post.

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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.

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Oggi voglio proporti un video che ho trovato. Si intitola Escape ed è un lavoro di Kerry Mosher, creativo fondatore dell’agenzia Showdown Visual.
L’atmosfera è misteriosa ed inquietante, l’ambientazione onirica ed i toni profondi da mettere quasi i brividi e poi… quelle persone a mezz’aria!
Non ho idea di come Kerry abbia tecnicamente fatto ad ottenere l’effetto delle figure in levitazione, anzi, se qualcuno lo sa lo prego di farsi avanti.
Far levitare le persone in una foto è abbastanza facile, si può fare sfruttando un’alta velocità dell’otturatore, il flash o con una buona postproduzione, ma in video è tutt’altro che banale. Proprio bravo Kerry!

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trymanit

Trymanit (Alessandro)

Sfogliando l’album Flickr di Alessandro (meglio noto con il nickname Trymanit)  è impossibile non rimanere colpiti dalle atmosfere di alcuni suoi scatti. Sensazioni anche forti, che so di condividere con altri.

A volte inquietanti, altre intriganti, le sue foto lasciano il segno. Fanno intravedere che dietro alla macchina fotografica prima, ed ai processi di trattamento poi, c’è un vero artista. Un grande appassionato.

Ciao Trymanit. Sfogliando Il tuo album su Flickr si percepisce una vena artistica ed un insieme di esperienze e passioni che convergono nella tua fotografia. E’ un’impressione sbagliata o c’è realmente un importante filo conduttore che lega i tuoi scatti.
Ciao, innanzi tutto sono onorato di venire intervistato, mi riempie di soddisfazione, come, mi riempie di soddisfazione la possibilità di vedere, sentire, anche toccare quello che l’uomo può fare quando esprime le sue capacità, le sue conoscenze, che siano queste arte o attività lavorativa oppure entrambe.
Mi piace osservare la manualità, che sia quella di un cesellatore, di un fabbro, di mia madre che fà l’uncinetto, non ha importanza, mi piace veder creare.
Come del resto sono affascinato da tutte le forme d’Arte, dalle sculture di Pomodoro a quelle di Staccioli; alla pittura di Hieronymus Bosch, De Chirico, i Macchiaioli, Vettriano ; alla musica, tutta, con quella che più mi ha segnato che è quella di fine anni ’80, la new wave/Dark wave.
Il fatto che sfogliando il mio Album ti abbia dato questa sensazione mi lusinga, ma non c’è un filo conduttore prestabilito, sono le varie contaminazioni che mi portano a fare scatti anche molto diversi tra loro sia dal punto di vista prettamente visivo sia dal punto di vista del messaggio intrinseco.

E’ tanto che fotografi ? Raccontaci qualcosa di te e di come hai imparato a far foto.
Ho iniziato a fotografare nell’87, con una Nikon FE2 che possiedo tutt’ora.
Ho fotografato per 6/7 anni, poi ci sono stati dei cambiamenti che mi hanno portato a considerare la fotografia solo marginalmente, facendo solo qualche scatto durante qualche cena o ritrovo con gli amici.
Poi conosciuta Roxy, mia moglie, ho ripreso a fare qualche scatto.
Ma è stato il digitale a farmi ripartire…e ora non esco se non ho una macchina fotografica con me.
Mi domandi come ho imparato a fare foto…in non sò fare foto, non ho mai frequentato corsi, quando scatto spesso lo faccio di getto, una cosa che desta il mio interesse cerco di bloccarla e per paura che il tutto svanisca scatto senza tener conto delle varie regole compositive.
E qui devo ringraziare ancora una volta la tecnologia perchè essa mi dà la possibilità di fare scatti in successione, vedere immediatamente il risultato per poi scegliere lo scatto migliore. E per migliore intendo quello che rispetta l’immagine che mi ero prefissato di creare o l’attimo che volevo cogliere, quindi appagamento da sensazioni e non fredda perfezione tecnica. Non per niente, una cosa che odio profondamente è quando su Flickr commentano con “io avrei fatto così” oppure “io la taglierei così”, il tutto condito con quella saccenza da primi della classe che ho sempre odiato.

C’è qualche fotografo o artista che ritieni abbia avuto un ruolo di influenza nel tuo modo di fotografare ?
Non saprei quale sia quello che mi ha influenzato più di altri…come per le altre forme d’Arte, acquisisco da tutti.
Mi piacciono i paesaggi di Ansel Adams, per il modo di trattare il bianco e nero, ma sopratutto il modo come ci ha illustrato i parchi americani.
La saturazione cromatica di Franco Fontana e il rapporto che ha con le ombre.
Il rigore, classico, di Mapplethorpe…colgo l’occasione di ricordare la mostra alla Galleria dell’Accademia prorogata fino al 10 gennaio per chi l’avesse persa.
Il modo di riprendere le donne da parte di Helmut Newton…ecco forse Newton, quando mi capita di fotografare delle donne.

the_room

The room - Copyright 2009 Trymanit

Ci sono dei soggetti che ami fotografare in particolare ?
Fotografo di tutto, tutto quello che mi colpisce, che mi lancia un’input.
Amante come sono della regione in cui vivo, mi piace rappresentarla nella maniera più classica con i paesaggi e scorci caratteristici…ma anche no, facendo degli HDR ad esaltarne le sfumature cromatiche.
Fotografo il degrado, la decadenza, l’abbandono e questo a volte mi porta ad un coinvolgimento tale da andare oltre all’inquadrare e scattare…spesso in certi luoghi, per la scena, il contesto, sono portato ad immedesimarmi ed elucubrare che poi cerco di trascrivere nel commento alla foto.
Mi piacerebbe fare qualche ritratto in più, ma il mio essere non particolarmente entrante come carattere, mi costringere a partecipare a manifestazioni per poterli fare.

Hai attualmente qualche progetto fotografico in corso ?
Avrei diverse idee, ma perora rimangono tali…come tutti immagino, piacerebbe poter mostrare le foto in qualche spazio…ma già farlo su Flickr mi dà soddisfazione.

Le ultime due domande sono ormai un classico che faccio a tutti gli ospiti di questo blog : Cosa significa per te la tua fotografia ?
Esternazione di sensazioni, raccontare, ricordare.
Introspezione, trovarmi in luoghi che, attraverso la macchina fotografica mi aprono modi diversi di vedere la stessa scena e di interpretarla.
La fotografia intesa come mezzo di socializzazione,e questa intervista ne è un’esempio, mi ha permesso di conoscere gente, bella gente. Di farmi conoscere, nel bene e nel male.

Ed infine : se tu avessi l’opportunità di incontrare un grande fotografo e ti fosse concesso di fargli una sola domanda, cosa gli chiederesti ?
Molto probabilmente farei come quando sono vicino ad un pittore, un’artigiano, o qualche altro artista…gli chiederei se posso rimanere a guardarlo mentre lavora.
Nel caso di un fotografo, guarderei come sistema la scena, come intergisce con essa e i suoi assistenti, perchè i grandi fotografi hanno sempre uno stuolo di assistenti.
Mi limiterei a guardarlo perchè non saprei cosa chiedere, ho come l’impressione di violare uno spazio facendogli delle domande dirette.
Non trovo molto corretto chiedere ad un’artista affermato come del resto ad un fotoamatore perchè o per come ha ripreso una scena…ognuno di noi ha un bagaglio di conoscenze, di motivazioni, di interessi che non permettono di essere capiti appieno quindi per non cadere in errori interpretativi, per non fare una violenza al suo modo di vedere, preferisco osservare e imparare e poi trarre le mie conclusioni.

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Ringrazio Alessandro per la sua disponibilità ed invito chi volesse approfondire la conoscenza Trymanit su Flickr a visitare il suo album ed in particolare i suoi mitici set a tema come quello dedicato ex manicomio di Volterra.

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Il temporale si avvicinava minaccioso e così ho voluto provare a catturare qualche fulmine. Chi ci si è già cimentato sa bene quanto la cosa non sia così facile. Di sicuro c’è gente molto brava a farlo, su internet si trovano foto di fulmini veramente straordinarie.
Non avendo purtroppo a disposizione il treppiede, mi sono piazzato con la macchina fotografica ben appoggiata su un corrimano e dopo qualche prova ho deciso di impostare un ISO 400, che sulla mia D90 è un ottimo compromesso tra sensibilità e rumore.
Con lo zoom regolato a 26mm (39mm equivalenti) ho poi scelto un’apertura di f/7.1 che, con questa focale, garantisce allo stesso tempo buona nitidezza e grande profondità di campo da circa 450m fino all’infinito.
La scelta per la velocità di scatto è caduta su 1/60 sottoesponendo così di circa 2, alla ricerca di quell’atmosfera cupa che vedevo nella realtà. Con questo tempo non ci sono problemi di mosso anche considerando la condizione non perfetta di posizionamento della fotocamera, credo comunque che in eventuali futuri esperimenti non disdegnerò di scendere ancora, magari a 1/25, sfruttando al massimo quella che è la durata; del fenomeno del fulmine e magari abbassando gli ISO per avere ancora meno rumore.

Il resto è stata una serie di circa una cinquantina di scatti, una specie di “test dei riflessi” da cui sono uscito con solo tre o quattro foto decenti.
La foto qui sopra è quella più luminosa, le altre sono praticamente degli scatti notturni, molto cupi.
Qualcuno si chiederà perchè non ho optato per una tecnica che prevedesse una lunga esposizione. Il temporale era molto minaccioso ma con pochi e rari lampi, la luce bellissima. Mi è piaciuto provare a catturare l’atmosfera che vedevano i miei occhi, cercando anche di non sovraesporre troppo i lampi. Follia?

Come postproduzione ho applicato una leggera riduzione del rumore, croppato per eliminare un edificio e regolato molto moderatamente luminosità e contrasto.
Non sono soddisfattissimo ma tutto sommato mi piace. Ci ritrovo l’atmosfera minacciosa di quel temporale a cui ho assistito, compresa l’affascinante e temibile essenza del fulmine.

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