La tecnica fotografica delle lastre al collodio, inventata da Frederick Scott Archer, era in voga intorno al 1850 e consisteva nell’usare una lastra di vetro trattata con una sostanza viscosa chiamata collodio in grado di trattenere sulla superficie liscia il nitrato di argento fotosensibile.
La qualità delle immagini non era quella (forse tuttora ineguagliata) dei dagherrotipi su lastra di rame ma il metodo era più semplice ed economico ed aveva il vantaggio di produrre negativi da cui poter ottenere molteplici stampe.
E’ un metodo affascinante che permette un approccio artigianale e consente anche oggi di provare a cimentarsi con queste tecniche basilari che sono parte integrante della storia della fotografia.
In questo video il fotografo David Hyams ci mostra tutto il processo che serve per arrivare ad avere foto che nascono esattamente come quelle di più di un secolo e mezzo fa.
Viene una gran voglia di provarci… No?
Le fasi descritte nel video sono :
1) Pulitura accurata della lastra di vetro
2) Applicazione del collodio sulla lastra, facendo in modo che si distribuisca perfettamente (la fase può svolgersi alla luce).
3) Immersione della lastra in un contenitore buio contenente una soluzione di nitrato d’argento.
4) Inserimento (al buio/luce rossa) della lastra trattata nell’apposito contenitore/scatola a tenuta di luce (plate holder).
5) Posizionamento del plate holder contenente la lastra nella macchina fotografica ed esposizione.
6) Sviluppo in un bagno di solfato di ferro.
7) Fissaggio usando una soluzione contenente tiosolfato di sodio.
Fonte: Cliff Shapiro