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Posts Tagged ‘Einstein’

Black HoleCome potevo astenermi dall’omaggiare anch’io questa foto epocale?
Per chi non fosse già stato ampiamente raggiunto dalla notizia, ieri 10 aprile 2019, per la prima volta nella storia, è stato fotografato un buco nero.
Lo straordinario risultato è frutto di sforzi congiunti di un team di oltre 200 ricercatori che, dopo anni di lavoro ed attraverso l’uso coordinato di otto radiotelescopi, sono riusciti a costruire un’immagine visibile di uno dei fenomeni più misteriosi, rilevanti e studiati dell’astrofisica.
Il buco nero è una stella collassata, una massa enorme compressa in uno spazio minuscolo dalla sua stessa inimmaginabile forza di gravità. E’ il fenomeno che fu ipotizzato da Einstein nella sua Teoria della Relatività Generale che tutt’ora rappresenta una delle frontiere della conoscenza umana dato che intorno ad esso le leggi dello spazio tempo subiscono variazioni dimensionali ai limiti della nostra capacità di comprensione.
Quella che vedi sopra è una foto che passerà alla storia, da molti già definita la foto del secolo, scattata proprio 100 anni dopo l’immagine che rivoluzionò la Fisica moderna, quella scattata durante l’eclissi di Sole del 29 maggio 1919 da Sir Arthur Stanley Eddington, che fornì allora la prova che la teoria di Einstein era corretta.
Non entro nei tanti dettagli scientifici disponibili su questo nuovo passo avanti della conoscenza umana, puoi farlo facilmente surfando su siti ben più titolati di questo. Io voglio solo invitarti ad ammirare l’immagine nella sua bellezza assoluta, nella sua incredibile potenza evocativa.
E’ una Fotografia con la F maiuscola, un capolavoro nella sua semplicità ed armonia, un perfetto esempio di uso dello spazio negativo ed un emblematico caso di assenza; un’assenza preponderante, totale e potentissima.

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Albert EinsteinQual è la storia di questo scatto? Albert Einstein. Lo scienziato padre della fisica moderna e premio Nobel, nacque ad Ulma, Germania, il 14 marzo 1879 e tutti conosciamo questa immagine iconica e dissacrante del “professore” che fa la linguaccia. Ma da chi e come fu realizzata?
Il 14 marzo del 1951, proprio il giorno del compleanno di Einstein, all’Università di Princeton, più precisamente all’Istituto di Matematica di cui Einstein era direttore, era stata organizzata una festa per il suo settantaduesimo compleanno.
L’evento si svolse tra ringraziamenti e brindisi finchè, un po’ stanco, Einstein decise di rientrare a casa accompagnato in macchina dal Dr.Frank Aydelotte, preside dell’Institute for Advanced Study, e sua moglie.
Ma ad attendere l’auto al cancello c’era un gruppo di fotografi tra cui Arthur Sasse, reporter della United Press International. Da bravo paparazzo Sasse esclamò: “Ehi professore, sorrida per la foto del suo compleanno!”. Einstein, che aveva passato l’intera giornata a sorridere ai fotografi, forse non ne poteva più e rispose con una bella linguaccia. Il fotografo, velocissimo, lo beccò.
L’editor dell’International News Photos Network valutò a lungo l’opportunità di pubblicare o meno questa foto. Einstein, al contrario, la apprezzò molto ed in seguito chiese di poterne avere alcune stampe ritagliate in modo da escludere le altre due persone dall’immagine. Pare che Einstein usò poi queste stampe con la linguaccia per farci biglietti di auguri.

Einstein by Sasse

Albert Einstein – Copyright 1951, Arthur Sasse

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Albert EinsteinQual è la storia di questo scatto? Albert Einstein. Lo scienziato padre della fisica moderna e premio Nobel, nacque ad Ulma, Germania, il 14 marzo 1879 e tutti conosciamo questa immagine iconica e dissacrante del “professore” che fa la linguaccia. Ma da chi e come fu realizzata?
Il 14 marzo del 1951, proprio il giorno del compleanno di Einstein, all’Università di Princeton, più precisamente all’Istituto di Matematica di cui Einstein era direttore, era stata organizzata una festa per il suo settantaduesimo compleanno.
L’evento si svolse tra ringraziamenti e brindisi finchè, un po’ stanco, Einstein decise di rientrare a casa accompagnato in macchina dal Dr.Frank Aydelotte, preside dell’Institute for Advanced Study, e sua moglie.
Ma ad attendere l’auto al cancello c’era un gruppo di fotografi tra cui Arthur Sasse, reporter della United Press International. Da bravo paparazzo Sasse esclamò: “Ehi professore, sorrida per la foto del suo compleanno!”. Einstein, che aveva passato l’intera giornata a sorridere ai fotografi, forse non ne poteva più e rispose con una bella linguaccia. Il fotografo, velocissimo, lo beccò.
L’editor dell’International News Photos Network valutò a lungo l’opportunità di pubblicare o meno questa foto. Einstein, al contrario, la apprezzò molto ed in seguito chiese di poterne avere alcune stampe ritagliate in modo da escludere le altre due persone dall’immagine. Pare che Einstein usò poi queste stampe con la linguaccia per farci biglietti di auguri.

Einstein by Sasse

Albert Einstein – Copyright 1951, Arthur Sasse

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Zachary Copfer è un microbiologo che ha sviluppato una tecnica di stampa fotografica decisamente originale, qualcosa di mai visto prima.
Mixando le sue competenze scientifiche con la passione per la fotografia, Copfer ha messo a punto un processo battezzato “batteriografia” che consiste nello sfruttare il controllo della crescita di batteri per la formazione di immagini.
Non c’è uso di carta fotosensibile, niente inchiostro nè reagenti chimici ma ricorda comunque quello che avveniva in camera oscura. Come funziona?
Si prende una lastra di un materiale plastico e la si ricopre di uno strato batterico, ad esempio una coltura di batteri tipo E.Coli geneticamente modificata con parti di DNA di medusa. Questo supporto “sensibile” così costituito viene quindi “esposto”, irraggiandolo con un fascio di ultravioletti mascherato da una superficie raffigurante il negativo dell’immagine che si vuole realizzare.
Poi c’è lo sviluppo, che consiste semplicemente nell’attendere la crescita della colonia batterica che avviene nelle zone non irraggiate. Quindi il fissaggio, che Copfer ottiene raffreddando la lastra per fermare il processo di crescita e poi stendendo una mano di vernice acrilica.
Ecco fatto: il primo processo biofotografico della storia; una sorta di fotografia vivente.

Copfer si diverte a realizzare con questa tecnica “stampe” di immagini famose, dall’iconico ritratto di Einstein alle foto del telescopio Hubble, ponendosi come anello mancante tra scienziati ed artisti visuali.
Trovo molto interessante il suo punto di vista. Copfer sostiene che in realtà non c’è separazione tra arte e scienza e che questa dicotomia è solo frutto di ignoranza. L’eleganza delle teorie scientifiche che descrivono la natura rendono la scienza un luogo ricco di poesia e terreno fertile per visioni artistiche.
Le sue opere sono in mostra presso la galleria dell’Università di Cincinnati dove Zachary lavora ed ha sviluppato questa curiosa tecnica.
Da provare a casa? Anche no.
🙂

(Fonte: Xatakafoto)

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