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Single frame Analemma - © Copyright 1979 Dennis di Cicco

Vuoi provarci con un progetto fotografico parecchio difficile? Qualcosa che potrai vantare come veramente esclusivo?
Ok, provaci con l’Analemma.
L’Analemma è la figura a forma di otto allungato che il sole disegna nel cielo se fotografato alla stessa ora del giorno durante il corso di un intero anno.
Per riuscire in un’opera del genere è necessario piazzare la fotocamera in modo fisso e molto preciso, scattando poi sempre alla stessa ora esatta.

Realizzare un Analemma è considerato uno dei progetti di astrofotografia più complessi in assoluto, a partire dallo studio necessario per decidere l’inquadratura studiando la composizione che si vuole ottenere ed  il percorso del sole nel corso dei dodici mesi.
Farne un lavoro a valenza artistica esclude poi a priori ogni ausilio di automatismi o temporizzatori e pensare al bilanciamento dell’immagine con la gestione della luce durante un arco di tempo così lungo non è assolutamente banale. Realizzarlo materialmente mantenendo un impegno così preciso nel tempo è un qualcosa che si commenta da sè, anche tenendo conto delle questioni logistiche che possono nascere.    

Ma se componendo a posteriori le immagini, oggi ancora meglio con le teciche digitali, le cose possono essere difficili ma affrontabili, la vera sfida che mi ha lasciato di stucco è quella di un certo Dennis di Cicco, un fotografo del New England che tra il 1978 ed il 1979 per primo riuscì a scattare un analemma di 44 esposizioni su un’unico fotogramma di pellicola!
E’ un risultato che ha dell’incredibile per difficoltà e perizia necessaria, tanto che solo in pochi al mondo sono riusciti a seguirlo in un’impresa del genere.
Compreso Di Cicco sono ad oggi solo sette i fotografi riusciti a realizzare un analemma su un solo fotogramma, cioè meno persone di quante non siano quelle state sulla Luna (dodici).
Vuoi passare alla storia? Provaci con un Analemma digitale multiesposizione.

🙂

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Wash machine by night

Wash machine by night - © Copyright 2009 Pega

A volte ci dimentichiamo che una delle tecniche più semplici per realizzare una foto interessante è quella di riempire completamente il fotogramma con il nostro soggetto.
Se osservi il lavoro di tanti grandi fotografi ti rendo conto come questa sia una costante spesso presente.
Ovviamente dipende dallo stile e dal tipo di messaggio, ma quello di provare a colmare l’immagine, è un approccio che vale la pena di tenere sempre a mente.

E’ così che per questo weekend assignment ti propongo di fare qualche scatto provando a realizzare fotografie seguendo il concetto del “fill the frame”.
Prova a scattare cercando di eliminare dall’immagine ogni elemento estraneo, avvicinati, zoooma o ritaglia in postproduzione. Non importa che metodo usi, il risultato deve essere un’immagine dove tutta l’attenzione e lo spazio sono per il soggetto.
Poi, come ormai propongo con regolarità in questo spazio, pubblica in un commento qui sotto il link alla tua foto.
Bando alla timidezza, non invare mail private. Condividere con tutti i lettori del blog è divertente ed interessante e può portare a vedere la tua foto visitatori che la apprezzeranno.

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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.

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Stavi pensando di passare al sensore “full frame”?
Ti affascinava l’idea di avere un sensore più grande e beneficiare di ancora più megapixel, maggiori ISO e sempre meno rumore?

Beh, l’asticella si è ulteriormente alzata.

pentax medium format cameraStanno entrando sul mercato alcune fotocamere che rappresentano sempre di più la frontiera professionale dell’imaging digitale. Sono le macchine medio formato.

Non più solo quindi dorsi digitali per vecchie fotocamere analogiche e superprofessionisti esigenti ma delle vere e proprie macchine di nuova generazione.

Dopo il debutto nel digitale di Hasselblad con la sua H4D-40 medio formato da 40 megapixel e ben ventimila dollari (si, hai letto bene, $20.000) anche Pentax si affaccia su questo terreno con la 645D, sensore 33x44mm da 40 megapixel ad un costo sempre molto alto ma che con 9.800$ è praticamente la metà della Hasselblad.

Sono evidentemente degli oggetti dalle caratteristiche e dal costo talmente elevati che li rendono per il momento interessanti solo per una nicchia di potenziali acquirenti ma c’è da aspettarsi un importante sviluppo in questo campo.
Come da aspettarsi ci sarà anche la ricaduta sulle fasce più “popolari” di prodotti di alcune tra le innovazioni presenti su questi “mostri”, come ad esempio il primo esempio di HDR “built in” che la Pentax propone per prima al mondo.

Interessante vero?
Non trovi che tutto d’un tratto quel sensore denominato un po’ pomposamente “full frame” appaia improvvisamente un po’ piccolo?

🙂

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