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Posts Tagged ‘introspezione’

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TV memories - © Copyright 2010 Pega

Ti invito ad una sorta di esercizio, un piccolo esperimento.
Prenditi una mezz’ora di tempo tutto per te ed in questa mezz’ora prova a ripercorrere le fasi e le esperienze della tua passione fotografica attraverso le immagini da te create nel corso del tempo.
Guarda indietro, sfoglia le vecchie stampe, le cartelle sul pc o il tuo album online, ritrova le tue prime foto e studiale insieme alle successive. Racconta a te stesso la storia di quegli scatti, segui il flusso fino ad arrivare ad oggi.
Mezz’ora per ripercorrere le tappe della tua fotografia, quasi come un documentario, un tempo fisso e ben definito, per rivedere la tua produzione: ricca o scarna che sia.

Non avrai difficoltà a vedere il cambiamento, un’evoluzione nel tuo modo di fotografare.
Troverai banalità ed errori, ma anche piccoli gioiellini che non ricordavi. Troverai foto che forse oggi non faresti più, o qualcun’altra non più realizzabile oggi.

È un’esperienza interessante ed introspettiva, che se non hai già fatto ti invito a provare.

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Push to open

Push to open - © Copyright 2009 Pega

C’è una domanda che ho fatto spesso agli ospiti di questo blog.
E’ una domanda che oggi faccio a te che leggi questo post, proponendoti di provare a condividere su questo spazio il tuo punto di vista.

La domanda è  : Cosa significa per te la tua fotografia ?

La risposta può non essere semplice, quel che è certo è che si tratta di un qualcosa di completamente soggettivo.

Se vorrai collaborare a questo piccolo esperimento te ne sarò grato.
Non hai che da scrivere un commento contenente una breve lista di almeno cinque parole o brevi frasi che rappresentino tue risposte alla domanda.

Vorrei provare a costruire nel weekend un bell’elenco di “cosa può significare la fotografia”.

Naturalmente inizio io con il primo commento….

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Dovima with elefants

Dovima with elefants – @ Copyright 1955 The Richard Avedon Foundation

Richard Avedon è stato un personaggio importante nella fotografia del novecento, sicuramente tra i grandi nella fotografia americana della seconda parte del secolo.
Per me la sua principale caratteristica è nell’aver rappresentato una sorta di sintesi tra fotografia artistica classica, pop art e mondo dello spettacolo e della moda.
Con una carriera che iniziò come fotografo per carte di identità e di relitti di navi mercantili, Avedon passò negli anni ’40 al mondo della moda introducendo per Harper’s Bazaar, la rivista per cui lavorava, la novità di porre le modelle in contesti urbani, non convenzionali.
Da quel momento la sua carriera decolla, lavorerà per Vogue, Life e molti prestigiosi marchi della moda. Con il passare del tempo emerge quella che una sua grande passione : il ritratto. Una tipologia di ritratto introspettivo che scava nella personalità del soggetto, lo pone in atteggiamenti e contesti che ne consentono una conoscenza emotiva molto diversa dai clichè tradizionali.
Attraverso intere decadi, tra gli anni ’60 e l’alba del nuovo millennio, per molti personaggi famosi e star, quello di Avedon diviene uno studio fotografico da cui è necessario passare, a patto di essere disposti ad esporre se stessi in modo profondo.

Homage to Munkacsi

Homage to Munkacsi, Parigi © Copyright 1967 Richard Avedon

Trovo affascinante in Richard Avedon la capacità di saper separare molto bene la sua attività di fotografo commerciale su commissione, tipicamente per il settore della moda e dello spettacolo, dal suo personale impegno, passione e ricerca che si indirizza appunto al ritratto introspettivo ed anche al reportage di denuncia, come nel caso del suo viaggio in Vietnam a documentare gli orrori della guerra con crude foto di corpi mutilati e straziati dal napalm.
Quel che è certo è che anche per i lavori più chiaramente  commerciali, come ad esempio gli scatti per i grandi nomi della moda, si percepisce nelle foto di Avendon una personalità ed una originalità che solo pochi maestri hanno saputo esprimere.

Mi piace molto una sua frase famosa che sottolinea la sua irrefrenabile passione per la fotografia che lo accompagnò fino all’ultimo: “If a day goes by without my doing something related to photography, it’s as though I’ve neglected something essential to my existence

Insomma. Direi proprio che me lo faccio questo regalo.

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