Sembra uscire da un post su Facebook, ma in realtà quella che vedi sopra è una vignetta che apparve sul giornale satirico “The Judge” nel 1921.
Si tratta forse di uno dei primi meme della storia, un esempio emblematico di come, da sempre, ci poniamo e sentiamo davanti all’obiettivo di una fotocamera.
Nella didascalia l’espressione “flashlight” era il modo con cui venivano tipicamente chiamati i ritratti, al tempo sempre scattati con l’ausilio di un robusto colpo di flash.
Pensa a quanto questa vignetta di quasi un secolo fa è simile alle tante dello stesso tono che girano oggi sul web, evidentemente le differenze tra aspettativa e realtà non sono state ancora risolte dallo sviluppo della tecnologia…
Posts Tagged ‘realtà’
Un antico meme
Posted in Black and White, Culture, Flash shots, History of photography, People, Photography portraits, tagged aspettativa, fotografia, Meme, realtà, ritratto, vignetta on 03/06/2018| Leave a Comment »
Lusetti (reloaded)
Posted in Culture, tagged attualità, bianco e nero, fotografia, fratelli, Italia, madre, natale, povertà, realtà, ritratto, Strand, Un Paese on 22/12/2016| 4 Comments »

The Lusetti Family, Luzzara, Italy 1953 – Paul Strand – Copyright ©Aperture Foundation, Paul Strand Archive
Non so bene perché ma l’approssimarsi del Natale mi riporta a questa bellissima foto, che voglio riproporti. Paul Strand la scattò durante un suo periodo di permanenza in Italia nel dopoguerra, quando il grande fotografo americano stava lavorando con Cesare Zavattini ad un progetto che sarebbe diventato il libro “Un Paese”.
L’immagine è apparentemente semplice, ma fin dalla prima volta che l’ho vista mi è apparsa come un capolavoro di intensità, un ritratto fotografico straordinario anche per la storia che racconta. I protagonisti sono posti davanti a quella che si intuisce essere la loro casa, dalle condizioni dell’edificio e da tanti particolari che si possono notare, non è difficile dedurre che si tratta di persone povere; l’Italia usciva dall’abisso della seconda guerra mondiale e questa era una condizione molto comune in quel periodo.
Anche se aiutati dal titolo dell’opera, è chiara la sensazione che i cinque uomini ritratti siano fratelli e l’anziana donna la loro madre, figura la cui forza è accentuata dalla posizione centrale nella composizione.
E’ vestita in modo austero ed è immediato pensare che si tratti di una vedova. Erano passati già alcuni anni, ma la probabile perdita del marito durante la guerra è una tragedia che permea il bianco e nero di questa immagine.
Accanto a lei quello che, almeno a me, appare come il maggiore dei fratelli, colui che in qualche modo ha preso il posto del padre nella vita della famiglia. E’ l’unico del gruppo ad essere messo di fianco, appoggiato allo stipite, la testa leggermente piegata in avanti, quasi ad esprimere impercettibilmente il peso delle responsabilità della sua posizione.
L’intera composizione è magistrale. Il modulo circolare raggiato della ruota della bicicletta è ripreso dall’elemento posto sopra la porta e da quello che probabilmente è un mobile con specchio semicircolare posto nello scuro della stanza all’interno.
Le teste delle persone si trovano tutte su livelli diversi ed i loro sguardi, non indirizzati all’obiettivo, danno vita a piccoli rivoli di curiosità nell’osservatore. Cosa starà guardando per esempio l’uomo in piedi all’estrema sinistra? E suo fratello seduto accanto che guarda deciso verso destra?
E’ facile farsi trasportare da una foto come questa ed appassionarsi, chiedersi com’era la vita di questi Italiani del primo dopoguerra; immaginare, guardandoli in questa foto, i caratteri e le relazioni tra questi fratelli.
Un’immagine del nostro passato su cui non è male fermarsi a riflettere.
Buon Natale.
Il fotografo cyborg
Posted in Culture, History of photography, People, Technique, video, tagged cyborg, documentazione, evoluzione, Eyeborg, fotocamera, occhio, realtà, scienza, soggettività, tecnologia on 01/02/2016| 2 Comments »
Solo pochi giorni fa pubblicavo un post sull’uomo con la fotocamera al posto della testa, ed ecco che scopro che la realtà è già oltre…
C’è un tizio canadese di nome Rob Spence che vive con una microcamera impiantata al posto dell’occhio destro, perso in gioventù in un incidente.
Il suo è un vero e proprio esperimento scientifico in continua evoluzione tecnica da anni ed ha raccolto molte attenzioni oltre ad essere stato addirittura premiato come “migliore invenzione dell’anno” dal Time, nell’ormai lontano 2009!
La fotocamera di Spence non è connessa al suo cervello nè sostituisce il suo occhio mancante, è però in grado di trasmettere immagini di tutto ciò che Rob vede ed in pratica è una sorta di versione reale del video che citavo.
Insomma l’Eyeborg è realtà da tempo e ci sono vari interessanti video che lo riguardano, oltre ad un paio di conferenze TED, come quella che ti propongo qui.
Puoi trovare queste e molte altre info sul sito ufficiale del progetto.
Buona visione.
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I paesaggi di Matthew
Posted in Bokeh, Closeups, Culture, Technique, tagged abilità, Ansel Adams, artigiano, artista, DIY, DoF, fai da te, fake, falso, fotografia, inganno, landscape, Matthew Albanese, miniatura, modellino, paesaggio, photograph, photography, plastico, prospettiva, realtà, tornado, vero on 21/03/2012| 2 Comments »
Sì, forse Ansel Adams si contorcerà nella tomba, ma di fronte al lavoro di Matthew Albanese non si può che rimanere incuriositi.
Perché dico così? Semplice: guarda la foto sopra. Lo splendido scenario che appare non è in realtà un bel panorama di montagna ma semplicemente il dettaglio di un plastico ben fatto. Si, hai letto bene: un modellino.
Che la fotografia sia spesso finzione è parte integrante del gioco ma qui siamo di fronte ad un artista del falso, un fotografo che prima di tutto è un abile artigiano con il talento per la creazione di oggetti che una volta fotografati ingannano perfettamente l’osservatore. L’acqua non è liquida, le montagne sono a pochi centimetri, quel blu non è il cielo e la foto è stata scattata in una cantina, dai un’occhiata qui sotto.
Matthew, nonostante sia un autodidatta che utilizza materiali fai da te, è un vero e proprio creatore di mondi in miniatura ed ha la capacità di fotografarli con una tale maestria da renderli davvero reali.
Usa del semplice cotone per fare le nuvole, pezzi di vetro per rendere l’effetto dell’acqua o il sale da cucina per simulare la neve, dosa saggiamente la profondità di campo per dare l’effetto di grandi distanze ma sopratutto ha sviluppato un’abilità particolare per illuminare correttamente la scena, ed è proprio questo che credo gli permetta dei risultati così ammirevoli. Come sempre la luce è la chiave di un bello scatto.
My work involves the construction of small-scale meticulously detailed models using various materials and objects to create emotive landscapes. Every aspect from the construction to the lighting of the final model is painstakingly pre-planned using methods which force the viewers perspective when photographed from a specific angle. Using a mixture of photographic techniques such as scale, depth of field, white balance and lighting I am able to drastically alter the appearance of my materials.
Un altro aspetto originale di Albanese è la sua voglia di condividere con il pubblico le immagini dei modelli da lui costruiti. Pubblica sul suo sito anche l’avanzamento dei lavori di alcune opere, mostrandole nelle varie fasi di completamento, una forma di apertura e disponibilità a rivelare il proprio lavoro davvero ammirevole.
Ti invito a dare un’occhiata al suo sito dove sono pubblicate molte altre immagini, dettagli della costruzione dei modellini e successiva realizzazione degli scatti.
🙂
Ancora sulla fotomanipolazione
Posted in Culture, tagged camera oscura, creatività, etica, falso, fotogiornalismo, fotografia, inganno, manipolazione, opinione, photoshop, primordi, realtà, ricerca, vero on 16/12/2011| Leave a Comment »
In un recente post citavo il caso del fotografo escluso dalla Associated Press a seguito di un intervento di fotoritocco su una sua foto.
I commenti, inseriti al proposito da alcuni lettori del blog, sono interessanti esempi di punti di vista che si possono avere sull’argomento e ringraziando per questi contributi non posso che cogliere l’occasione per dire la mia, completando qui un discorso iniziato proprio in un commento a quel post.
Riguardo al fotoritocco ed alla manipolazione delle immagini, credo sia necessario rendersi conto che a volte si rischia di mescolare cose piuttosto distinte.
Con il termine “fotografia” si indicano in realtà forme espressive anche molto diverse tra loro, che però appartengono ad un unico e vasto insieme sfumato.
In questo insieme composto da tutte le tipologie e specialità di fotografia che vengono praticate, una cosa come il fotogiornalismo ha una sua definizione ben precisa, un suo scopo, sua etica e sue regole. In questo caso devo dire che mi trovo pienamente d’accordo con il punto di vista dell’Associated Pres e con la sua rigidità che ha condannato il fotografo con le sue foto manipolate.
Se invece ci si sposta dal fotogiornalismo puro e si affronta una fotografia meno tesa ad una fedele e documentaristica rappresentazione del reale, si aprono altre possibilità e credo si possa considerare accettabile che il fotografo intervenga sulle sue immagini, alla ricerca di quel risultato che fin dall’inizio era nella sua mente (di artista).
E’ su questa strada che si sono trovati alcuni grandi maestri del passato, escogitando idee creative ed anche tecnologiche riguardanti sia la fase di scatto che quella di postproduzione in camera oscura.
In camera oscura, anche in tempi remoti, non di rado avveniva una fase importante del processo creativo, a volte consistente proprio in interventi di tipo manipolatorio sulle immagini. Il fotoritocco non è cosa recente.
Questo percorso in direzione di una fotografia più artistica può non avere limiti, quando fermarsi è solo a discrezione dell’artista stesso e certamente non è difficile vedere esempi di vero e proprio eccesso. Ma fin dai primordi è stata proprio la continua ricerca, in tutte le direzioni, anche quelle più freddamente tecniche, a rendere così importante questo mezzo espressivo.
Discorso ancora diverso è infine quello che riguarda la fotografia commerciale, dove realtà e finzione si mischiano senza tregua… ma qui a mio avviso siamo su un terreno ancora diverso, dove praticamente tutto è permesso.
Qui etica fotografica ed estro artistico scendono sovente a pesanti compromessi con il profitto, generando a volte strane creature…
🙂
La realtà diminuita
Posted in Culture, Technique, tagged alterazione, cancellazione, clone, dimished reality, eliminazione, fotografia, fotoritocco, Image Editing, immagini, mistificazione, modifica, notizia, omissione, photoshop, realtà, realtà diminuita, verità, visione on 17/07/2011| 6 Comments »
Hai presente il timbro clone di Photoshop?
Ecco… un gruppo di ricercatori ha messo a punto un sistema in grado di applicare questo tipo di tecnologia non solo ad una singola immagine ma ad un intero flusso video, tutto questo in tempo reale (!)
E’ qualcosa che personalmente trovo un po’ inquietante, specie in questi tempi in cui si parla spesso di “realtà aumentata” e percezione del mondo che viene sempre più gestita attraverso il mezzo audiovisivo.
Guarda questo video e tieni a mente che tutto ciò è già di pubblico dominio e a disposizione di chi vorrà sfruttare questo concetto di “realtà diminuita”.
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Un mix creativo
Posted in Culture, People, Technique, tagged "Ben Heine", arte, composizione, creatività, creativity, disegno, drawing, estro, flickr, fotografia, immaginazione, originalità, painting, photography, realtà, stile on 18/05/2011| 3 Comments »
Ecco, queste sono cose che mi affascinano. E’ quando la creatività si esprime riuscendo ad attraversare i confini che così spesso delimitano troppo rigidamente le arti. Succede quando due forme espressive diverse si fondono in un’unica opera.
Nella storia ci sono tanti casi di canali creativi distinti che si mescolano fino ad arrivare a volte ad essere quasi in simbiosi. Per esempio poesia e recitazione, musica ed immagini (da cui derivarono prima i diorami e poi il cinema), poesia e scultura o anche molte altre combinazioni più o meno antiche. Ma quello che trovo particolare è come esista sempre qualcuno che riesce a rielaborare le forme espressive in modo diverso e connettere due arti così vicine ma anche così lontane come il Disegno e la Fotografia, magari facendolo in modo semplicissimo.
E’ il caso di Ben Heine, un artista belga che da tempo seguo su Flickr, che riesce in un colpo solo ad essere pittore, illustratore, fotografo, ritrattista ma anche caricaturista.
Heine ha studiato sia arte che giornalismo, sviluppando un suo stile che trovo straordinario, in particolare per quanto riguarda delle sue personalissime creazioni che raccoglie in un set denominato “Pencil vs Camera” (Matita contro Fotocamera) contenente una incredibile serie di opere che lui definisce a metà tra immaginazione e realtà (“Imagination Vs Reality”).
Io non sono un granchè con matita o pennelli ma so che tra i lettori di questo blog ci sono persone che potrebbero cimentarsi in qualcosa del genere… perchè non provarci?
🙂
Cell phone photography
Posted in Culture, Nature, tagged Cell Phones, cellulare, cogliere, consapevolezza, creatività, crescita, cultura, educazione, fotografia, istruzione, Mobile phone, momento, realtà, registrazione, responsabilità, Science and Technology, telefonino on 29/03/2011| 1 Comment »
Non ti senti a tuo agio con una pesante reflex al collo? Con l’ingombro di grossi obiettivi e treppiede? Ti mette a disagio la diffidenza delle persone che sospettano di chi scatta con attrezzature che rammentano i paparazzi?
Bene, non c’è proprio niente di male. Non ti resta che sfruttare quello che fino a poco tempo fa era riservato agli agenti segreti ma che ormai è nella tasca di tutti : il telefonino.
È ormai chiaro che la fotografia con cellulari e smartphone ha acquisito un’importanza ed anche una rispettabilità che fino a pochi anni fa sarebbero parse improbabili.
Stanno nascendo vere proprie evidenze del rispetto che sempre più viene riconosciuto a questo modo di creare immagini, ne è un caso quello di alcune Università americane come la Immaculata Univertisy di Philadelphia che ha attivato un corso “Cell Phone Photography”.
Gli ideatori di questi corsi sostengono che non è una questione banale: è fondamentale cominciare ad educare i giovani nell’uso di questi strumenti che sono così versatili e potenti da dover essere usati con responsabilità.
La questione non è quindi solo relativa agli aspetti tecnici come composizione e gestione della luce, ma anche a quelli etici che derivano dall’aver costantemente a nostra disposizione un efficacissimo metodo di registrazione della realtà che ci circonda.
Senza dubbio una rivoluzione in atto, che è importante capire ed approfondire.