
I don’t wanna grow up – © Copyright 2010 Francesco Capponi
L’idea di fondo è quella della fotocamera che si trasforma in fotografia, un concetto usato anche da altri progetti stenopeici. Francesco ha però coniugato questa idea con il concetto atavico che lega la nascita di una creatura all’uovo in cui questa si forma ed ha inventato l’uovo stenopeico (Pinhegg).
Il processo che porta alla creazione di questi veri e propri pezzi d’arte è semplice da descrivere, decisamente meno semplice da realizzare in pratica.

Su un lato aperto viene applicata poi una piccola lamina metallica su cui è stato praticato un piccolissimo foro (il foro stenopeico appunto).
L’uovo è per sua natura, oltre che delicato, anche semitrasparente e quindi questa “fotocamera” va maneggiata con molta attenzione ed utilizzata avvolta in un panno nero che viene rimosso dalla zona del foro quanto basta per ottenere l’esposizione.
Rientrati in camera oscura si effettua lo sviluppo per rivelare l’immagine negativa che si crea all’interno dell’uovo e che diviene, con il guscio stesso, il prodotto finale di questo esperimento affascinante.
E’ così che quindi l’uovo è sia fotocamera che fotografia, in un percorso che Francesco descrive come disseminato di moltissime “frittate” ma anche di notevole soddisfazione quando si raggiunge il risultato.
Ti invito a dare un’occhiata al sito di Francesco Capponi ed anche all’interessante articolo da lui scritto sul sito Lomography.
Buona Pasqua!
🙂