Ogni tanto torno a rivedere questa immagine, mi sembra la copertina dell’album di un gruppo musicale un po’ underground: toni vintage, la cantante in primo piano ed il resto della band a completare il gruppo. Ed invece è la versione “chimicamente manipolata” di una foto che feci con la mia zietta Polaroid a strappo in occasione di un’uscita “film gang” a Firenze, insieme ad amici appassionati di fotografia analogica.
Dopo lo scatto, estrassi la busta dalla macchina e, dopo aver atteso i classici due minuti necessari a questo tipo di pellicola per lo sviluppo istantaneo, separai la stampa finale dal resto dell’incartamento. Invece di buttare questo’ultimo elemento tipico delle pellicole a strappo che di solito è considerato di scarto, lo consegnai al mitico Martino insieme ad alcune indicazioni su come divertirsi a manipolarlo. Sì, perché la parte restante della busta Fuji FP-100 è solo apparentemente da buttare e ci si può divertire a trattarla con candeggina per estrarne il negativo.
Martino si dette da fare e, con maestria, “lavorò” con varechina e pennello su alcuni miei negativi prodotti nella serata, pubblicandoli poi sul suo album Flickr nel set Eau de Javel, dove puoi trovarli. Tra questi anche uno scatto simile a quello sopra ma con i “membri della band” del tutto mossi.
Grande Martino.
Per chi fosse interessato ad approfondire il processo di “liberazione” del negativo, rimando ad un mio vecchio post sull’argomento, in cui c’è anche un link ad un video tutorial.