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Three women,
themselves survivors of the violence,
watch as the remains of relatives
and former neighbors
who were killed in the early 1980’s
are exhumed.
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Voglio tornare ancora sull’argomento del titolo e dell’importanza che le parole possono avere quando accompagnano una fotografia.
E’ stato molto interessante leggere i contributi e la bella discussione che ha accompagnato il mio recente post al riguardo ed ho deciso di voler aggiungere qualcosa, definendo ancora meglio il mio punto di vista sull’importanza del titolo e del testo quando questi accompagnano l’immagine.
La foto sopra è uno scatto appartenente al portfolio “Our Culture is Our Resistance”, un bel lavoro sulla situazione del Guatemala prodotto dal fotografo Jonathan Moller.
E’ un’immagine che con l’aggiunta del messaggio verbale portato dal titolo e dalla sua didascalia, assume un valore ed una carica emotiva molto superiore.
Non tutte le foto hanno bisogno di parole, ma una foto come questa ne viene così arricchita che sarebbe un gran peccato se il fotografo non le avesse messe.
Moltissime fotografie non sono solo mere immagini, sono essenzialmente delle storie. Ma se la storia non viene interamente raccontata da quello che è visibile si rischia di non cogliere la bellezza dell’opera nel suo insieme, magari proprio la bellezza che sta anche nel non far vedere.
Con la breve didascalia ecco che la fossa in cui guardano le donne, il loro legame con i corpi che vengono esumati, il luogo in cui ci troviamo ed anche la data, divengono elementi condivisi con l’osservatore e parte integrante dell’opera.
Non proprio tutte le fotografie raccontano una storia, ma almeno per quanto riguarda le opere che con l’immagine creano nella nostra mente l’emozione e la magia del racconto, credo che le parole siano un complemento, non sempre ma spesso, fondamentale.
Un elemento a cui credo che dovremo sempre più dedicare attenzione ed al cui riguardo anche impegnarci a coltivare una certa capacità creativa.
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Per chi volesse approfondire il lavoro di Jonathan moller il suo sito è : http://www.jonathanmoller.org/