Era finita in cantina, in un vecchio armadio, dimenticata nei tanti anni di scarso interesse per la fotografia.
L’avevo ritrovata e “riesumata” come si fa con un reperto archeologico e mi era dispiaciuto molto scoprire che fosse inutilizzabile. La leva di ricarica dell’otturatore era rotta, probabilmente divelta da un maldestro cuginetto chissà quanto tempo fa… C’era poco da fare e così è rimasta, per un po’ di tempo, tristemente relegata su una mensola.
La piccola Ferrania Condor I di mio padre è stata la prima “vera” macchina fotografica con cui da ragazzino ho potuto scattare qualche scatola di “veri rullini” 35mm.
Dopo gli inizi con le macchinette giocattolo e la Polaroid, mi trovavo finalmente con una fotocamera davvero regolabile, anche se tutta manuale e senza esposimetro.
Copia spudorata della mitica Leika, fu progettata e costruita dalle Officine Galileo di Firenze. Era semplice ma efficacissima, sebbene decisamente superata quando me la trovai tra le mani.
Per me quelli erano i tempi dell’ingranditore fai-da-te e del bagno di casa trasformato in una mefitica camera oscura dove sperimentare ogni sorta di tecnica di “postproduzione” analogica. La Condor fu lo strumento ideale per cercare di imparare e divertirmi con la fotografia.
Poi l’oblio fino all’era del digitale quando, appunto, l’ho ritrovata.
Dopo alcuni tentativi di riparazione presso vari laboratori che in sequenza gettano la spugna a causa dell’impossibilità di trovare il pezzo di ricambio, approdo da qualcuno che si merita tutto questo post.
Un giorno l’amico Martino mi dice: “prova ad andare dal Cambi, vedrai che lui te la sistema”.
E così è stato.
Quando sono entrato nel suo laboratorio ho subito capito che sarebbe stata solo una questione di tempo…
Si, ce n’è voluta ma alla fine Sergio Cambi, usando come modello un’altra Condor I (per inciso gentilmente prestatami per questa operazione dal mitico Branzino) è riuscito nientemeno che a ricostruire la piccola levetta ricavandola da un pezzo di acciaio grezzo e poi a saldarla al meccanismo di ricarica dell’otturatore.
Un intervento di microchirurgia a cui devo tanto di cappello.
Adesso la nonnina è di nuovo in piedi, l’otturatore scatta che è una meraviglia, il suo 50mm regala foto ricche di contrasti e gran nitidezza.
E’ davvero un piacere riaverla tra le mani. Grazie Sergio !
Anche se non sei proprio di queste parti e magari sei “prevalentemente digitale” (come me del resto) segnati comunque il suo indirizzo. Può sempre servire…
Diesse Sas Di Cambi Sergio & C. Riparazione Materiale Fotocine.
Via Norvegia 2 – 50126 Firenze – Tel : 0556532212
—- Aggiornamento 08/01/2016 —-
Purtroppo mi giunge la triste notizia che Sergio Cambi ci ha lasciato.
E’ una brutta perdita per la comunità fotografica locale, in particolare per chi ama l’analogico e le macchine più datate.
Sergio lascia una lacuna di competenza e disponibilità che non sarà possibile colmare.
Lo saluto con il link ad un suo ritratto fatto da Martino Meli proprio nel suo negozio.
🙂
non sapevo che Branzino ti avesse prestato la sua per rifare il pezzo…
sono contento che sei riuscito a ripararla, ma adesso usalaaaaa!!!! 🙂
🙂 🙂 Non mancherò !
una fantastica macchinetta analogica! Adoro l’analogico per la sua aleatorietà, seppur minima e per le sue piccole imperfezioni. Il digitale è TROPPO perfetto per rappresentare l’anima di un mondo imperfetto…
Anche io ho avito a che fare con suddetto riparatore, ha riprostinato la mia bellissima zeiss contina 🙂