Nei prossimi mesi uscirà al cinema “Unsane”, un film interamente girato con uno smartphone.
Non si tratta di un prodotto a basso budget o il lavoro sperimentale di qualche produttore emergente, ma dell’opera di un nome molto noto: Steven Soderbergh.
Il regista, sceneggiatore e direttore della fotografia statunitense ha deciso di affrontare questo nuovo lavoro, un horror psicologico, in modo molto diverso rispetto ai suoi precedenti successi, ed usare per le riprese soltanto un IPhone.
L’idea è maturata valutando i vantaggi di forte semplicità e flessibilità dello strumento, oltre che il livello qualitativo oggi raggiunto da questo tipo di dispositivi. È opinione di Soderbergh che lo spettatore non rimarrà per niente deluso.
Chissà, potrebbe essere un passaggio storico. Devo dire che la curiosità di vedere il risultato ce l’ho.
Intanto qui sotto c’è il trailer.
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Posts Tagged ‘film’
Il cinema fatto con lo smartphone
Posted in Culture, History of photography, video, tagged cinema, film, innovazione, smartphone, Soderbergh on 04/02/2018| 8 Comments »
Sviluppo con prodotti d’annata
Posted in Black and White, Culture, History of photography, People, Technique, tagged film, fotografia, gatto, novecento, pellicola, reagente, storia, sviluppo on 04/01/2018| 6 Comments »

Rodinal 1917 (by Daniel Keating)
Ti arrischieresti a sviluppare una tua pellicola con un prodotto di cento anni fa?
E’ quello che ha fatto un certo Daniel Keating, dopo aver ricevuto in regalo una vecchia bottiglia di Rodinal, un reagente per negativi in bianco e nero risalente al 1917.
Il prodotto era stato ritrovato in una vecchia cassa di attrezzature fotografiche del primo novecento e Daniel ha voluto provarlo.
La scelta del rullino da sviluppare con tale datata sostanza è caduta su un vecchio rotolino di scatti “di prova” visto anche l’aspetto poco rassicurante del liquido che la bottiglia conteneva: “una poltiglia degna del filtro di una lavastoviglie” scrive Daniel.
Ebbene, dopo un ciclo di sviluppo da un’ora, agitando per 10 secondi ogni 15 minuti ed il classico bagno finale, che Daniel ha fatto con normale tiosolfato di sodio, i risultati sono stati ben oltre le aspettative. Guarda tu stesso sotto! C’è il gattino!
🙂 🙂 🙂
p.s. Tanto per non farsi mancare nulla, Daniel ha scelto di sperimentare questo datato reagente con una pellicola scaduta… 35 anni fa.
p.s.2. Il gatto si è prestato gratuitamente per l’esperimento.

Gattino sviluppato con reagente centenario – By Daniel Keating
Lab-Box: il progetto è realtà
Posted in Culture, tagged analogica, ars-imago, caffenol, crowfunding, DIY, fai da te, film, fissaggio, kickstarter, laboratorio, luce, monobath, pellicola, processo, progetto, risciacquo, Roma, rotolino, scansione, stampa, startup, sviluppo on 30/03/2017| 11 Comments »
Ce l’hanno fatta i ragazzi di Ars-imago, intraprendenti appassionati che nel loro negozio a Roma hanno ideato Lab-Box: primo microlaboratorio di sviluppo fotografico portatile, utilizzabile senza bisogno di chiudersi in una camera oscura.
Ebbene, il loro progetto è stato totalmente finanziato su Kickstarter e diviene quindi realtà produttiva.
Te ne avevo già parlato qualche tempo fa in un post, raccontando di aver dato il mio piccolo contributo di microfinanziatore pre-acquistando uno degli esemplari di prima serie del prodotto. In effetti la campagna di crowfunding su Kickstarter è stata un successone e Lab-Box ha incassato oltre 650.000€, superando quindi il traguardo del mezzo milione di euro che serviva come base minima per dare reale avvio alla produzione.
I fondi in eccesso sono stati già impiegati per alcune migliorie già comunicate ai sottoscrittori e riguardano un termometro per controllare la corretta temperatura del processo di sviluppo oltre ad un comodo imbuto per gestire meglio il flusso di risciacquo finale.
Con Lab-Box, che poi altro non è che una scatola intelligentemente progettata per sviluppare sia rullini 35mm che 120mm, si possono usare vari tipi di processo tra cui la normale sequenza di reagenti, ma anche metodi più particolari come il bagno unico (Monobath), oppure sistemi più esotici come il Caffenol. Ma la novità è il poter effettuare tutta la lavorazione anche in piena luce, quindi praticamente ovunque.
I negativi sviluppati si potranno poi scansionare o stampare alla vecchia maniera, come sanno bene i crescenti appassionati di una fotografia analogica che sembra proprio attraversare una nuova giovinezza.
Bene, in trepidante attesa dell’arrivo del mio esemplare di Lab-Box, stimato per il prossimo settembre, ho iniziato a rispolverare le mie fidate fotocamere analogiche (tra cui la sempre cara “Condorina“) e a far scorta di pellicole.
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Rescued film: immagini dalla seconda guerra mondiale
Posted in Black and White, Culture, History of photography, People, video, tagged analogico, archivio, emozioni, film, fotografia, guerra, memoria, pellicola, persone, processing, processo, progetto, recupero, storia, sviluppo, video, volontari on 19/03/2017| Leave a Comment »
Il Rescued Film Project è un archivio online di immagini da pellicole reperite ancora non sviluppate. Il lavoro è portato avanti con grande dedizione da un gruppo di volontari che raccoglie rotolini provenienti da tutto il mondo e da periodi che vanno dagli anni trenta fino alla fine del secolo scorso.
L’idea alla base di questo progetto è affascinante: ogni immagine “recuperata” è, in effetti, come se fosse appena nata. Per qualche motivo l’autore non l’ha mai vista sebbene l’abbia scattata. Sono momenti che non hanno mai fatto parte di album di famiglia o pubblicazioni, queste immagini non sono mai state stampate, incorniciate ed appese; sono rimaste latenti nel buio del rullino non sviluppato e solo oggi vengono alla luce.
Nel fascinoso video che ti propongo sotto, è raccontata l’esperienza di recupero di ben trentuno rullini esposti da un soldato della seconda guerra mondiale e mai sviluppati finora. Processare e poter vedere per la prima volta queste immagini è una sfida decisamente emozionate.
Buona visione.
La pellicola è un prodotto destinato a degradarsi col tempo. I ragazzi del Rescued Film Project sono decisi a salvare tutto il materiale possibile ed accettano supporto di ogni tipo.
Riconosci qualcuno nelle immagini? Qualche luogo? Vuoi fare una donazione al progetto? Scrivi a info@rescuedfilm.com o visita www.rescuedfilm.com
Lab-Box: la voglio!
Posted in Culture, History of photography, Technique, video, tagged 120, 35, analogica, ars-imago, bagno unico, caffenol, camera oscura, film, fotografia, kickstarter, pellicola, processo, progetto on 02/03/2017| 4 Comments »
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno il sogno avrebbe potuto avverarsi e permettere a chiunque di divertirsi con la pellicola in un modo così semplice. Grazie all’iniziativa di ars-imago, ragazzi italiani appassionati di fotografia analogica con tanto di negozio fisico a Roma, la pellicola potrebbe vedere davvero una nuova giovinezza e non rimanere un pur promettente settore di nicchia.
La loro idea è la Lab-Box, un progetto su Kickstarter che propone la possibilità di sviluppare autonomamente i rullini senza bisogno di chiudersi in una vera camera oscura.
Come funziona? Semplice: la Lab-Box è una scatola progettata per accogliere la pellicola esposta e processarla con il metodo di sviluppo che si vuole. E’ possibile sviluppare rullini 35mm o 120 usando la normale sequenza di reagenti, oppure un processo a bagno unico (Monobath), o anche sistemi più esotici come il Caffenol.
Tutta la lavorazione avviene nel contenitore a tenuta stagna e luce, che diviene quindi una vera e propria microcamera oscura portatile che può essere usata ovunque. Il risultato è un negativo normalmente sviluppato e pronto per essere scansionato o stampato alla vecchia maniera.
Non è una cosa fantastica?
Beh, per me sì! Ho infatti appena sottoscritto la mia quota per avere una delle prime Lab-Box che, se la campagna Kickstarter si completerà con successo, arriveranno verso settembre.
Sentire una fotografia (reloaded)
Posted in Black and White, Culture, People, video, tagged approfondimento, arte, ascoltare, cinema, film, fotografia, guardare, Jimi Hendrix, Movie, musica, sensazioni, sentire, vedere on 28/07/2016| Leave a Comment »

Guitar 2 – © Copyright 2008, Pega
Un tipo dalla carnagione chiara alza il volume dello stereo mentre guida la macchina ed un bel suono di chitarra rock emerge dagli altoparlanti.
“Hey! Che roba è?” chiede l’amico afroamericano dal sedile posteriore.
“È Jimi Hendrix”
“No! Lo so chi è, ma perché tu metti Jimi?”
“Mi piace ascoltarlo.”
“Oh, ti piace ascoltarlo. Ecco, è qui che sta il problema. Voi lo ascoltate.”
“Che cosa dovrei fare? Mangiarlo?” chiede il tipo alla guida.
“No, no, dovresti provare a sentirlo” insiste il passeggero.
“Ma sei scemo? Ti ho appena detto che mi piace ascoltarlo!”
“Lo so, ma c’è una bella differenza tra sentire ed ascoltare. Voi bianchi non lo potete sentire Jimi. Voi lo potete soltanto ascoltare“.
È uno scambio di battute tratto dal film “Chi non salta bianco è” del 1992. Ricordando questo dialogo non ho potuto fare a meno di pensare a quanto possa sussistere lo stesso anche in fotografia, dato che con alcune immagini si può rischiare la stessa cosa: ci si può limitare a vederle.
Ovvio, non è una questione di razza ma di atteggiamento.
Con certe fotografie è solo provando ad entrarci in sintonia, “cambiando pelle”, immedesimandosi con il fotografo ed il suo soggetto che si può andare oltre ed iniziare a guardarle davvero, arrivando magari fino a sentirle.
Sarebbe un peccato rimanere nei panni dei bianchi che, nel video sotto sembrano proprio ascoltare senza assolutamente “sentire” la musica di Jimi Hendrix, non trovi?
🙂
Worldwide Pinhole Photography Day 2016
Posted in Culture, History of photography, Technique, tagged analogica, analogico, artigianale, DIY, evento, fai da te, film, fotocamera, fotografia, pellicola, pinhole, stenopeico, worldwide on 20/04/2016| Leave a Comment »
Si avvicina la data della Giornata Mondiale della Fotografia a Foro Stenopeico che quest’anno sarà Domenica 24 Aprile. Si tratta di un evento internazionale creato per promuovere e celebrare l’arte della fotografia pinhole, la tecnica che non prevede uso di lenti ed obiettivi e tende ad usare come macchine fotografiche scatole e barattoli.
Lo spirito è di invitare tutti gli appassionati di Fotografia ad uscire un momento dall’universo sempre più tecnologico nel quale viviamo e partecipare creando immagini con la macchina più semplice che esiste: quella a foro stenopeico.
Costruirsi una fotocamera pinhole non è difficile e con essa si entra in una dimensione molto diversa dal solito, un’esperienza che parte proprio dalla creazione della macchina stessa: una scatola con un piccolo foro e del materiale fotosensibile all’interno; nient’altro.
Puoi trovare tutte le informazioni sul sito Worldwide Pinhole Photography Day dove è possibile cercare anche tra eventi che si terranno in Italia. Al momento sono disponibili workshop gratuiti a Milano, Roma, Perugia, Cuneo, Sarzana e Cagliari ma invito eventuali altri organizzatori a farsi avanti così posso citarli qui.
Io sicuramente il prossimo 24 aprile farò qualche scatto con la mia Pinolaroid, una pinhole istantanea che ho costruito unendo un dorso Polaroid ad una scatola in legno con un foro stenopeico fatto con l’alluminio di una lattina. È un piccolo oggetto magico, capace di fare foto strane e particolari. Ne parlai tempo fa in questo post e tutt’ora mi ci sto divertendo.
Partecipi anche tu al WPPD?
Cinema e fotografia: The Last Sentoshi
Posted in Culture, Flash shots, video, tagged anime, b-movie, cinenema, cult, film, fotografia, giappone, Japan, last sentoshi, low cost, Movie, supereroi on 26/10/2015| 2 Comments »
L’intreccio tra cinema e fotografia mi intriga sempre e già mi è capitato di citare film in cui le due arti si incrociano; è stato così per “Smoke“, “La finestra sul cortile“, “Memento” ed altri, tutte pellicole abbastanza famose. Oggi invece colgo l’occasione di tornare sull’argomento con qualcosa di diverso, forse un tantino trash, ma al contempo forse anche da veri intenditori 🙂
Si tratta del cortometraggio “The Last Sentoshi”, la folle opera del fotografo giapponese Irwin Wong che parla di una ragazza supereroe che si serve di potenti flash per sconfiggere oscuri nemici.
“Sen” significa flash mentre “toshi” vuol dire guerriero e non voglio anticiparti niente della storia, posso solo dire che potrebbe diventare un cult per gli appassionati di chicche giapponesi a basso costo. Il film è stato infatti girato in pochi giorni con mezzi molto limitati, supportato solo in parte dalla Nissin Digital, azienda che ovviamente produce flash, il cui marchio appare solo per un istante durante una scena.
Insomma, non so se considererai “The Last Sentoshi” un capolavoro o una porcheria, in ogni caso ti propongo i link sia al trailer che all’intera opera sottotitolata.
Buona visione!
🙂
[Trailer]
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[Full movie – The Last Sentoshi]
Nel covo di Impossible
Posted in Culture, tagged analogica, fabbrica, film, fotografia, impianto, Impossible, istantanea, pellicola, Polaroid, produzione on 07/09/2015| 7 Comments »
“Il prodotto chimico più complesso al mondo”, così Stephen Herchen, responsabile tecnico dell’impianto, ha definito le pellicole istantanee che Impossible Project ha ricominciato a produrre sette anni fa, dopo la decisione di Polaroid di cessare la produzione e vendere lo stabilimento mantenendo però segreta la formula per la preparazione dell’emulsione.
Le videocamere di Highsnobiety sono entrate nella fabbrica di Enschede, in Olanda, per mostrarci il luogo dove i tecnici di Impossible hanno in pratica ricostruito quasi da zero il processo di realizzazione delle mitiche pellicole quadrate dal bordo bianco, tanto care ai possessori di apparecchi Polaroid altrimenti inutilizzabili, come l’intera serie SX-70.
Si può dire che il progetto Impossible abbia raggiunto i suoi primi obiettivi: riportare sul mercato il formato Polaroid, permettendo l’uso di milioni di fotocamere ancora funzionanti ed incuriosire una nuova generazione di appassionati, avvicinandoli a questo genere di fotografia.
Pare che tra i progetti futuri di questa impresa ci sia anche quello di produrre una propria macchina fotografica istantanea. Staremo a vedere, intanto non resta che dire “bravi”.
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[Fonte: Highsnobiety]