E’ un po’ di tempo che non parlo di libri.
Oggi te ne voglio consigliare uno che potrebbe affascinarti come ha affascinato me. Si tratta di “Making Movies” di Sidney Lumet.
L’autore è un regista che non dovrebbe aver bisogno di presentazioni.
Sono firmati da lui capolavori come “La parola ai giurati” (1957), “La collina del disonore” (1965), “Serpico” (1973), “Assassinio sull’Orient Express” (1974), “Quinto potere” (1975) e molti altri.
E’ un libro molto particolare: un regista che spiega come funziona la sua professione. In sostanza “come si realizza un film”.
Leggendolo emergono immediati tutti i rapporti che il cinema ha con la fotografia e come un regista divenga il realizzatore di un’opera di arte visiva molto complessa che tipicamente non risulta indifferente a chi è appassionato di immagini.
Nel cinema si fondono molteplici aspetti tecnici ed artistici ed è il regista il direttore di una specie di orchestra dove alla fine ogni minimo dettaglio può fare una grande differenza sul risultato finale.
Dalla scelta della luce e il posizionamento della macchina di ripresa alla selezione delle focali, il movimento e poi il taglio e montaggio… è avvincente leggere di quanta importanza viene data a certi aspetti e quanto tutto questo venga indirizzato ad una comunicazione che spesso rimane non percepita dallo spettatore ma che però contribuisce molto a rendere un film qualcosa di così suggestivo.
Molto belle sono anche le parti dedicate al rapporto con gli attori ed a tutta la fase di postproduzione, argomenti che in precedenza non ero mai riuscito a trovare descritti in modo così diretto ed approfondito.
Una splendida lettura che davvero consiglio ad ogni appassionato di fotografia, che porta a cambiare il modo di vedere il cinema, trasformandoci in osservatori molto più acuti e consapevoli di cosa c’è dietro ad un’opera cinematografica.
Un piccolo bagaglio di conoscenze e sensazioni che, ho scoperto, può tornare utile quando ci si ritrova con in mano la nostra piccola macchina fotografica.
Concludo con una nota che per qualcuno può essere dolente: il libro non è disponibile in Italiano ma in compenso è scritto in un Inglese scorrevole e facilmente leggibile anche da chi non è proprio fluent.. E ne vale la pena.






