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Tre pilastri che “sostegono” la foto.
Il primo è il punto di vista del fotografo stesso. Se non sono soddisfatto io della foto è inutile andare avanti. Devo sentire che in qualche modo l’immagine ha per me un significato, mi trasmette qualcosa, insomma “funziona”.
Il mio punto di vista di osservatore del soggetto ripreso deve essere soddisfatto in termini estetici, tecnici ed emotivi.
Il secondo punto di vista è quello del soggetto ritratto. A qualcuno potrà sembrare un’assurdità specie nel caso dei soggetti inanimati, ma la mia tendenza è quella di personificare comunque il soggetto ed immaginarne il punto di vista come elemento fotografato. Spesso si sente dire che in fotografia il fotografo guarda il soggetto attraverso l’obiettivo ma il soggetto guarda il fotografo attraverso la stessa lente. E’ proprio questo che intendo. In qualche modo ci deve essere una reciprocità. Una storia sostenibile e percepibile, che renda il punto di vista del soggetto interessante e caratterizzante questo aspetto della foto.
Terzo ed ultimo punto è quello dell’osservatore, del fruitore della foto… del pubblico insomma.
Dal suo punto di vista l’osservatore finale cosa troverà nella foto ? Se la foto ha un senso solo per i primi due elementi di questa analisi ma non per il terzo, la foto non funziona comunque. E’ il caso di scatti che hanno un grande significato emotivo per chi li ha scattati ma nessun messaggio per un estraneo che vede quella foto.
Tutto questo è una mia visione personale, una sorta di processo di valutazione che prova ad essere, se non oggettivo, almeno bilanciato e rispettoso di quelli, che nella mia idea, sono gli altri soggetti coinvolti.
Non nascondo che esiste in me la curiosità di sapere quali invece sono i processi che altri seguono per fare una simile valutazione. Quindi, rifacendomi ad un precedente post, non escluderei che la mia domanda ad un fotografo che stimo, nell’ipotesi provocatoria di poterne fare una soltanto, potrebbe essere proprio : “come valuti il valore artistico e comunicativo di una tua foto”?








La domanda che ti poni tu è la stessa che si è fatta Roland Barthes e a cui risponde nel libro “La Camera Chiara”.
Quello che te chiami “punto di vista” è definito da Barthes come “componente culturale” (vado a memoria quindi è facile che io scriva delle cavolate). Cioè una foto puo’ risultare per te interessante perché ti ricorda qualcosa o comunque ti regala uno stimolo collegato alla tua esperienza personale.
Nella tua riflessione manca il “punctum”. Ovvero quella cosa che regala pepe alla fotografia. Un elemento che la rende interessante in modo assoluto…
Boh, non so se hai letto il libro. Magari l’hai già letto e scrivo queste cose inutilmente 🙂
In merito al ritocco fotografico il mio insegnante attuale di fotografia creativa (Andrea Abati) dice sempre che se una foto richiede del ritocco per diventare interessante allora vuol dire che quella foto puo’ essere tranquillamente scartata. Ma lui è un concettualista…
Per quanto riguarda me, non faccio molta selezione sulle mie foto. Se una foto mi trasmette qualcosa allora se ho dei dubbi la pubblico e la scelgo.
So che è un apprccio poco “serio”. Ma vivo la fotografia con gioia e curiosità da bambino. Quindi mi permetto di apparire come un bimbo che sta imparando e si sta affacciando ad un mondo nuovo.
Ciao,
Angelo
Ciao Angelo e grazie del tuo commento.
Non ho letto il libro che citi ma sicuramente non è difficile che altri abbiamo già approfondito molto la questione… del resto questa è una problematica che nasce molto prima della fotografia… ed esiste per ogni forma d’arte, anche non visiva.
Per me è un tentativo di sviluppare un percorso di autocritica ragionata, qualcosa che mi aiuti a migliorare insomma.
A presto !
Molto intressanti questi post!
Per quanto riguarda questo tema, dei tre punti che tu elenchi, concordo pienamente col primo e il terzo.
E’ una banalità forse, ma il fatto che l’immagine deve trasmettere una emozione o un messaggio, anche reconditi, è secondo me il punto fondamentale.
Il tutto nasce prima come idea o sensazione nella mente e nel cuore di chi scatta; se questa creazione/intuizione arriva fino all’osservatore, la foto ‘funziona’, ancor prima di ‘piacere’.
Come ultima nota, direi che è importante anche ‘come’ l’immagine viene presentata. Veicolare una sensazione dipende anche dal ‘come’ viene presentata: può essere una immagine di valore assoluto, presentata in un contesto isolato (una stampa per una mostra), oppure parte di un portfolio, piuttosto che di uno slideshow, o di una web gallery.
Anche questo contribuisce a dare una valenza finale alle immagini.
Andrea
[…] chi avesse avuto occasione di leggere il mio post “i tre punti di vista“… ecco : per me questa è davvero una foto […]
è interessante il binomio 1-3…l’accostamento tra i due punti denota il tuo rapporto con gli altri, la tua integrazione sociale e mentale, il tentativo di comunicare se ti senti alieno, la voglia o meno di essere come loro, di avvicinarti a loro, o di avvicinare loro a te. oppure, di allontanartene con sprezzo totale…di far discutere e irritare…eccetera 🙂
i tre punti di vista…applicabili alla vita stessa!