C’è stato un tempo in cui, quando ci si metteva davanti ad una macchina fotografica, lo si faceva sempre con gran serietà. La fotocamera era rispettata e considerata come un potente strumento in grado di catturare e proiettare l’immagine della persona, oltre i confini fisici e temporali.
E così, anche quando si trattava di ritrarre dei criminali in prigione, fotografo e “modello” non prendevano la cosa per niente sotto gamba. Attenzione ai dettagli, all’abbigliamento, alla posa ed alla luce, ecco com’erano le foto segnaletiche negli anni intorno al 1920.
Dimmi se il personaggio sopra non sembra uscito da una fiction.
Che ne pensi? Non sono notevoli questi ritratti? Se vuoi, eccone sotto qualche altro, proveniente direttamente dalle galere statunitensi e dal “periodo d’oro delle foto segnaletiche e dei criminali eleganti”: gli anni venti del secolo scorso.

Criminali o modelli?
13/11/2013 di Pega







Certo, almeno alcuni sembrano piu’ modelli che criminali! Ci sono delle pose eleganti.
certo però una domanda mi viene: chissà come mai sono così scentrati i soggetti. capisco che la regola dei terzi non sia propriamente richiesta per una foto segnaletica, e che magari la macchina non era così leggera da spostare, ma… non bastava spostare la sedia? deve esserci qualcosa che mi sfugge…
Anch’io mi sono fatto la stessa domanda.
Secondo me non erano solo Criminali, ma anche Modelli, quei Modelli unici che oggi nessuno riesce ad imitare. Oggi sono costruiti !
altra cosa singolare è che in molti casi i soggetti ritratti portano il cappello – non proprio il massimo se si vuol rendere il soggetto facilmente riconoscibile.
Cappello che mette in ombra il viso in qualche caso…