E’ una pietra miliare della fotografia del novecento, è “The Americans” di Robert Frank, il libro frutto di un viaggio di quasi due anni che il fotografo svizzero fece verso la metà degli anni cinquanta grazie ad una sovvenzione della fondazione Guggenheim, andando a ritrarre con la sua 35mm quella che era l’America del boom economico, con tutto quello che ciò voleva dire.
Ne venne fuori uno splendido lavoro che l’introduzione scritta da Jack Kerouac aiutò a raggiungere un meritato successo editoriale.
E’ un libro che non può mancare in casa di chi è appassionato di fotografia e ti consiglio proprio di farci un pensierino.
Le immagini sono davvero molto belle, composte in una sequenza assolutamente magistrale ed accompagnate da didascalie che arricchiscono ancor di più l’insieme di sensazioni che questo grande reportage regala.
Frank per questo progetto, usò qualcosa come 670 rullini di pellicola 35mm per un totale di oltre 20.000 fotografie.
Con questa mole di materiale avviò poi un enorme lavoro di selezione e filtraggio che lo portò a stampare circa un migliaio di provini e da questi il set finale che risulta nel libro di circa 80 foto.
Non male come sintesi eh…
Quest’uomo ha documentato la vita degli States in modo magistrale, intimistico, molto più in profondità di un Walker Evans o di uno Strand. Sarebbe bello documentare l’Europa del 2000 col suo stesso spirito, girovagando in essa in lungo e in largo, senza una meta precisa, con un’attrezzatura minimale e occhi aperti per VEDERE in profondità… Chissà che un giorno, qualche genio non ripercorra questa strada… c’è tanto bisogno di una documentazione fotografica che penetri nell’intimo delle persone. Non servono reportage di violenza o di degrado, ce ne sono troppo in giro. Serve vedere con nuovi occhi e con tanta umiltà, senza farsi condiizonare dai tecnicismi e dagli automatismi delle attrezzature moderne.
Sono d’accordo con te.