Un mio precedente post “cacciatori e cuochi” ha generato una piccola ma interessante serie di commenti oltre a qualche piacevole chiacchierata “live” fatta con persone che seguono il blog ma che ho anche il piacere di incontrare dal vivo.
Quello che sempre emerge è che ognuno di noi ha una propria visione, un personale approccio all’attività fotografica. Ogni fotografo interpreta la creazione di immagini secondo schemi suoi, a volte più o meno collegati a quelli che sono, o sono stati, personaggi o movimenti artistici in campo fotografico.
Ho notato che quasi sempre ricorrono due definizioni in cui molti si riconoscono: quella di fotografo e quella di artista.
In questo senso questo post è un po’ il seguito del precedente: qui si tratta di definizioni ancora più generali che dividono le persone in due gruppi, o forse è meglio dire in tre, dato che le due cose non si escludono a vicenda.
Chi si considera più “Fotografo” è accomunato da caratteristiche che tipicamente sono quelle della ricerca e della capacità di saper trovare o anche catturare.
Coloro che invece si sentono più di appartenere alla categoria dell'”Artista” (ed qui apro una parentesi per invitare tutti a lasciar perdere banali ipocrisie ed usare questo termine liberamente dato che CHIUNQUE può essere davvero un artista) sono più è caratterizzati dalla tendenza ad immaginare e creare.
Nonostante qualche presa di posizione o dichiarazione falsamente modesta, credo che molti di noi in realtà siano degli “artisti fotografi”, appassionati a questi aspetti (ricerca, cattura, immaginazione e creazione) in modo più o meno bilanciato a seconda delle inclinazioni personali.
Si va da chi è interessato alla sola fase fotografica, a chi prova massima soddisfazione nel portare il lavoro ad uno stadio di “prodotto finito” controllandone la creazione, caratteristica tipica del processo artistico. Questi aspetti di ricerca, cattura, immaginazione e creazione non sono quindi altro che le fasi creative attraverso cui passa la nostra fotografia prima di arrivare al suo status finale.
Questa tua riflessione richiama un argomento che a me sta molto a cuore. Sono d’accordo con la tua definizione, del fatto che siamo “fotografi artisti”.
Quello che penso è che un artista percorre una via che non ha un punto d’arrivo. Ci miglioriamo, studiamo, osserviamo, riflettiamo in modo continuo senza fermarci, senza sentirsi arrivati.
E il passaggio dalla mera tecnica allo studio del messaggio fotografico, insomma dall’elaborazione dell’immagine ben oltre quello che può essere un insieme di bit presi più o meno bene, mi pare un’evoluzione necessaria per non “morire” come fotografi.
Io faccio fotografia perché mi sento come un bambino che osserva un mondo curioso e affascinante che ogni giorno gli svela qualcosa di nuovo e interessante.
Ho il vero e proprio terrore di “fermarmi”, di sentirmi arrivato e di dire: “cavolo che belle foto che faccio”.
Perché arrivare a quel punto comporta per me la fine di questo giochino, di questa passione.
Quindi studiare l’arte e intendere la fotografia in modo più ampio è secondo me il modo per continuare a vivere questa passione in modo inesauribile, contaminandola con le altre arti visive.
Si’, signori, siamo artisti, ma tutte le persone lo sono, anche nel modo in cui legano le scarpe 🙂
Pega, su questo argomento sono state dette e scritte tante cose. Secondo me la fotografia di per sè è un arte, soltanto che il suo prodotto finito, la foto, è riproducibile pressoché all’infinito e questo la svilisce un po’. Inoltre esiste scarsa sensibilità da parte delle persone alle foto stesse… la cultura di fotografica media di oggi è degna di un fast food: le immagini vengono guardato (non osservate) e dimenticate.
la fotografia è un mezzo di comunicazione come con la scrittura, per es. puoi scrivere un romanzo o la lista della spesa, con la fotografia puoi interpretare la realtà o farti una foto tessera per il passaporto..in mezzo ci sta anche dell’altro..ma è un discorso lungo……..che sarebbe bello approfondire,
Io sono per approfondire…
🙂
Da dove cominciamo?
foto in strada…si ruba o si chiede il permesso? o..
Bella questione. E’ un tema su cui si potrebbe discutere molto a lungo e ci sono scuole di pensiero molto diverse, con una tradizione ben consolidata.
Come per altri aspetti della fotografia temo che ci si trovi davanti ad una scelta di campo, magari non sempre obbligata, ma che dipende comunque dalle inclinazioni del fotografo.
Personalmente preferisco chiedere, rispettando il più possibile la persona che sto per fotografare e magari anche cercando di stabilire un contatto, quel filo sottile che magari rende la foto speciale.
Questo non vuol dire che non apprezzi e rispetti che fa foto rubate, riuscendo in questo modo, senza perturbare la scena, a realizzare scatti davvero particolari.