L’idea mi è venuta vedendo la miriade di visite che ha accompagnato il post di qualche giorno fa in cui proponevo il documentario sui fotografi del National Geographic. Il contatore è improvvisamente schizzato a livelli senza precedenti. Per quale motivo? Certo, il video è molto bello ed interessante ma non mi pare che giustifichi il fenomeno. L’idea che mi sono fatto è che c’entri qualcosa quell’insieme di parole che ho scritto come appunti e concetti associati al documentario che poi altro non sono che “keywords”.
In questo caso le parole chiave sono forse il veicolo di contatti e visite sul post ma poi ho pensato che possono anche essere un modo per osservare e descrivere in modo diverso le nostre foto. Un modo sintetico ma allo stesso tempo profondo.
E’ un concetto che voglio sviluppare meglio in seguito. Per il momento ti propongo un esperimento: prova a prendere una tua fotografia e ad associarci almeno una ventina di parole chiave. Fallo in modo libero e creativo, alla ricerca di concetti, emozioni ed elementi interessanti, anche “laterali”. L’obiettivo non è tanto quello di descriverla ad un motore di ricerca, quanto piuttosto analizzarla ed approfondirla, magari osservandola in un modo diverso da come ti è capitato di fare in precedenza.
Io intanto ci provo con la mia Perfect Imperfections (sopra):
Torre, cannone, lancio, spazio, proiettile, canna, rompifiamma, speranza, dal fondo del pozzo, prigione, aria, guardare in alto, umidità, la libertà è fuori, sogno, volare, rami, copriranno, luce, pioggia, sole, buio, luce, freddo, solitudine, eco, rimbombo, bagliore, rifugio, silenzio, ombre.
🙂
Oppure è tutto merito del mio Tweet! 😉
Eheheheh, magari anche sì eh!
In ogni caso sappi che apprezzo sempre MOLTO i tuoi retweet.
Però hai dimenticato un’informazione fondamentale (almeno per me), ovvero l’indicazione del luogo dello scatto. Forse è perché son appassionato di geografia e storia dell’arte, tanto che il legame tra il soggetto (in questo caso a me sconosciuto) e il luogo riveste un punto importante. I “luoghi non luoghi” sono una rottura di questo legame per me difficile 😉 Grazie
In realtà, Sandro, l’omissione non è casuale. In questo caso il luogo è particolare e ricco di significato quindi la sua conoscenza come minimo sposterebbe l’attenzione dell’osservatore, quindi la scelta era di lasciarlo sconosciuto, almeno in prima battuta.
Ma capisco la curiosità ed anche l’esigenza quindi te lo dico subito: lo scatto è stato realizzato nella torre presente alla Scarzuola, la “città ideale” di Tomaso Buzzi.
Hai ragione Pega, mi rendo conto che l’omissione non fosse casuale, ma questo mi ha permesso di scoprire un luogo spettacolare per me completamente sconosciuto, che dovrò assolutamente visitare! Grazie 😉