Cantieri navali di Amburgo, anno 1936. Un Uomo rimase fermo mentre tutti tendevano il braccio nel saluto nazista ad Hitler che presenziava al varo di una nave. Quell’Uomo si chiamava August Landmesser.
August pagò caro questo suo gesto, questa manifestazione di dissenso ed aperta protesta contro il regime. Dopo un immediato processo lo condannarono secondo le leggi razziali ed oltre a chiuderlo in prigione resero nullo il suo matrimonio, dissolvendo così la sua famiglia e definendolo infine “elemento che disonora la razza”.
E’ la Fotografia di un Uomo solo, disperato ma determinato, un istante che cambiò drammaticamente la vita di questa Persona decretando l’inizio di un calvario che lo portò fino alla morte.
Un istante che però, grazie alla fotocamera, è rimasto fissato per sempre e non lo ha fatto cadere nell’oblio ma anzi lo ha reso un esempio.
La Fotografia in questo caso si è dimostrata strumento di condanna ma anche di giustizia e memoria. E’ anche attraverso di essa che Landmesser è probabilmente stato accusato e punito ma poi è proprio grazie alla potenza del mezzo visivo che il suo gesto è stato messo a disposizione, in tutta la sua importanza, delle generazioni che sono venute e che verranno.
“Don’t forget to say hello”.
In estrema sintesi è questo il pensiero che ci trasmette Steve McCurry in questi brevi video che ogni tanto torno a vedere e che fanno parte del progetto “One-Minute Masterclass” realizzato da Phaidon.
McCurry è uno dei fotogiornalisti e fotografi di strada più famosi al mondo. Membro dell’agenzia Magnum è l’autore del famosissimo ritratto della Ragazza Afgana reso celebre molti anni fa dal National Geographic, rivista con cui ha sempre lavorato.
Per McCurry la fotografia di strada è il terreno su cui cogliere le opportunità più varie per entrare in contatto con persone di ogni angolo del mondo e realizzare ritratti suggestivi attraverso la creazione di un rapporto sincero tra fotografo e soggetto.
L’elemento del saluto è quindi per lui il biglietto da visita, la chiave per aprire la prima porta in modo rispettoso, cercando di porsi in modo il più possibile paritetico nei confronti della persona davanti all’obiettivo.
E’ un approccio alla fotografia di strada diverso da chi la interpreta alla ricerca di scatti rubati e situazioni spontanee dove il soggetto è totalmente inconsapevole. McCurry al contrario cerca il contatto e tenta di stabilire un dialogo con gli esseri umani che ha di fronte, quasi indipendentemente dalle barriere linguistiche che possono esistere.
Trovo molto bello questo punto di vista e ti consiglio questo minuto con Steve.
Il video è in inglese. A chi non è del tutto a suo agio con questa lingua consiglio comunque la visione… magari proprio immaginando di avere davanti questo signore con i baffi che racconta la sua storia a noi che con la nostra fotocamera siamo lì davanti, non comprendiamo bene la sua lingua ma… vogliamo fargli un ritratto.
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