L’immagine si è già formata da sola nella mia testa. E’ colpa di quel muro di piccole piastrelle quadrate, poste secondo uno schema almeno apparentemente casuale, da rendere l’effetto dei pixel su uno schermo. Piccole mattonelle come quelle di una vecchia piscina in cui nuotavo da bambino. E poi la forma originale di quei candidi pezzi di ceramica da bagno, ognuno sovrastato da un massiccio ed affascinante pulsante di scarico in acciaio inossidabile.
Una foto un po’ folle ma è uno di quegli scatti che sento di voler fare, perché ci sono casi in cui se non trasformo in reale la foto mentale, questa poi mi insegue come un fantasma.
C’è solo un problema: un uomo, un ignaro “utilizzatore”, si attarda nella scena.
Faccio qualche passo indietro mentre monto il flash e regolo le impostazioni, poi mi fermo. Traccheggio, attendo.
L’uomo si sente osservato, lo vedo mentre ruota leggermente la testa cercandomi con la coda dell’occhio.
Penso che forse è il caso di lasciar perdere, sono in un bagno pubblico con reflex al collo ed un atteggiamento da maniaco. Potrei uscirne malconcio. Ma decido di resistere.
L’uomo termina la sua attività, si sistema e se ne va veloce senza nemmeno lavarsi le mani. Magari gli ha messo fretta la mia inquietante presenza, o forse no.
Comunque ci sono. Inquadro e scatto. Il colpo di flash mi aiuta ad ottenere l’effetto spot che volevo.
Esco pensando al potere della fotografia, alla capacità che ha di descrivere ed al tempo stesso distorcere la realtà, alla sua caratteristica di indurre un modo diverso di guardarsi intorno e farsi affascinare da dettagli insignificanti. Ma penso anche ad uno dei suoi ruoli più antichi che da sempre è il poter mostrare ciò che sarebbe precluso, in questo caso all’intero genere femminile: l’interno di un bagno per uomini.
🙂
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Attivazione reticolare
Posted in Black and White, Culture, People, Technique, tagged attivazione reticolare, Bennett, bianco e nero, bottone, bruciato, cervello, detail, filtro, foto, fotografia, mente, Paul, pega, photo, processo, ritratto, sovraesposto, Strand on 08/02/2010| 1 Comment »
Gli studiosi della nostra mente la chiamano “attivazione reticolare”. E’ il sistema che il cervello utilizza per stabilire a quali percezioni dare la priorità nel flusso continuo di informazioni e stimoli che ci raggiungono.
E’ una sorta di filtro tra il livello cosciente di ciò di cui ci rendiamo conto e quello subconscio che comunque viene raggiunto da tutte le stimolazioni sensoriali a cui siamo esposti e sensibili.
Probabilmente ti sarà capitato di approfondire un argomento o interessarti di qualcosa di nuovo ed accorgerti di notare cose a tale riguardo che probabilmente c’erano anche prima ma a cui, per scarsa attenzione su quello specifico ambito, non avevi mai fatto caso. Questo è un esempio di come può intervenire l’attivazione reticolare.
Quella sopra è una famosissima foto di Paul Strand, il ritratto di Mr. Bennett.
E’ una immagine che mi è sempre piaciuta, la trovo tra le più belle di questo grande fotografo.
Pochi giorni fa la stavo guardando e per un attimo ho provato ad immaginarmi l’istogramma di questo splendido bianco e nero ma ecco…
Non l’avevo mai notato così, ma quel bottone bianco.. è totalmente sovraesposto…
Da quel momento è come se il mio cervello avesse riclassificato l’immagine.
Non mi è più possibile non notare e dare una grande importanza a quel bottone in mezzo che forse, dirai, è la chiave per l’intensità e la vitalità dell’intera immagine.
Probabilmente è proprio quel piccolo dettaglio che ne determina la bellezza.
Ma io non ci avevo mai fatto caso.