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Posts Tagged ‘surrealismo’

Saudek

The slavic girl with her father – © Copyright Jan Saudek


La manipolazione delle fotografie non è iniziata con il digitale e già molto prima dell’avvento di Photoshop, c’era chi sperimentava e si divertiva a scoprire nuovi effetti.
Fin dall’Ottocento si erano messe a punto tecniche di alterazione e colorazione, ed in più di un caso ci furono artisti che ne fecero il loro segno distintivo.
Ma in tempi più recenti, non molti anni prima dell’avvento del digitale, c’è stato un fotografo pittore che ha esplorato in modo molto personale questo terreno: si tratta dell’artista ceco Jan Saudek.

Hey Joe, after thirty years.. , 1989

Hey Joe, after thirty years.. , 1989

Nato a Praga nel 1935, da bambino subì l’orrore della deportazione e, dopo la guerra, iniziò a creare le sue opere in uno scantinato dall’intonaco scrostato, nascondendosi al mondo.
Le sue sono immagini a metà strada tra realtà e sogno, surreali, bizzarre, a volte forti ed inquietanti, quasi sempre a sfondo erotico. Scatti nati in bianco e nero, che Saudek manipola colorandoli per trasformarli in immagini dallo stile inconfondibile.
Saudek o si odia o si ama. Alcune sue opere sono state scelte come copertine di album musicali, mentre in altri casi sono state accusate di oscenità ed escluse da esposizioni pubbliche, come lo scorso anno alla Foto Biennale internazionale australiana di Ballarat, dove la sua foto “Black Sheep and White Crow” è stata rimossa a seguito di accuse di incitamento alla prostituzione minorile.
Saudek è tuttora in attività e questo é il suo sito ufficiale.

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Meret Oppenheim x ray self


Self-Portrait, Skull and Ornament © 1964. Estate of Meret Oppenheim

Méret Oppenheim è stata una delle artiste più versatili ed affascinanti del ventesimo secolo. Fu pittrice, scultrice, fotografa e modella.
C’è chi la ricorda per la sua presenza nella famosa serie di fotografie di Man Ray “Erotique Voilée“, dove lei è alle prese con una pressa da stampa, nuda, macchiata d’inchiostro, incredibilmente affascinante. Per altri è l’artista che nel 1936, incoraggiata da Alberto Giacometti, partecipò alla prima esposizione di opere surrealiste con il suo Object, una tazza da tè rivestita di pelo, oggi esposta al MOMA di New York.

Ma per chi si interessa di fotografia la Oppenheim va anche ricordata per i suoi scatti, in particolare per alcuni suoi interessanti autoritratti tra cui questo, realizzato nel 1964.
“X Ray photo” non fu mai stampata su carta fino al 1981 e l’idea dell’artista era di produrne solo venti copie su lastra, completate dal suo nome, la data di nascita e la data di morte prevista…

:-O

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Nel 1952 Henri Cartier-Bresson pubblicò il suo famoso libro “The Decisive Moment”, che oltre ad un portfolio di 126 fotografie ed alla copertina disegnata nientemeno che da Henri Matisse, includeva una prefazione dell’autore che traeva spunto da una frase di un cardinale del diciassettesimo secolo che diceva “Il n’y a rien dans ce monde qui n’ait un moment decisif”: Non c’è niente al mondo che non abbia un momento decisivo.
Bresson prese questa espressione come emblema del suo stile fotografico.
In questo video, realizzato nel 1973, il grande fotografo si racconta e racconta il suo stile, il suo punto di vista su ciò che per lui era fotografare e lavorare come artista.
E’ un bellissimo documento raccontato dalla viva voce del fotografo stesso, in cui ho apprezzato in particolare, il modo con cui Bresson dichiara candidamente di essere stato in realtà un fotografo surrealista sotto le mentite spoglie di un fotogiornalista.
Ti consiglio di trovare un momento tranquillo per vedere questo piccolo gioiellino e gustarne l’atmosfera, con i toni di Bresson che ci racconta le sue esperienze.
C’è una cosa in particolare che mi ha colpito. E’ quando il fotografo racconta l’incontro con Ezra Pound, occasione da cui scaturì il famoso ritratto.
Ebbene, in quella sessione Bresson spiega che ci furono ben pochi scatti o parole, fu tutta una questione di sguardi; quasi una sfida. I due si guardarono a lungo, intensamente e pacificamente negli occhi prima di procedere alle foto: si scrutarono in profondità  per qualcosa come un’ora e mezza.
Beh, che splendida lezione. Credo proprio che se ci sediamo e ci guardiamo negli occhi per un’ora e mezza con una persona prima di procedere a scattarle dei ritratti, il risultato difficilmente sarà una cosa banale.
Buona visione.
.
[AGGIORNAMENTO 23/01/2012: Purtroppo il video integrale “The Decisive Moment” non è più disponibile online dato che è commercializzato in DVD. Ho quindi sostituito l’inserto sotto con un l’estratto disponibile su Youtube. Sorry.]

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