
Una copertina NG del 1975
“Learn f/8 and Be There” (trad libera: imposta f/8 e trovati sul posto) è una frase che pare abbia avuto origine nell’epoca del grande sviluppo della rivista National Geographic, divenendo poi un refrain molto noto nel mondo della fotografia di reportage e naturalistica.
Erano anni in cui i manager della testata ed i direttori della fotografia spingevano i reporter della rivista a recarsi in giro per il mondo ed a scattare nei luoghi più remoti, alla ricerca di immagini di qualità che descrivessero la bellezza della natura o che raccontassero storie in cui il lettore potesse sentirsi coinvolto.
Il Be There era quindi un imperativo che voleva indicare un atteggiamento di necessaria presenza sul luogo, quasi un’immersione del fotografo nella scena e nell’azione. Qualcosa che negli anni successivi è stato poi ribattezzato, specie in ambito bellico, “embedded” (in questo caso vado per la traduzione quasi letterale “a letto insieme“).
L’f/8 si riferisce invece alla ricerca del massimo realismo, di foto con buona profondità di campo e massima nitidezza che, in quasi tutte le lenti, si trova nei settaggi di apertura intermedi (f/8 – f/11 tipicamente) anche chiamata con il nome “sweet spot”.
Va detto che riguardo a questa “direttiva” ci sono stati illustri dissidenti, come il mitico Steve McCurry che di questa massima aveva fatto sicuramente sua la seconda parte (be there), ma a vedere gli splendidi sfuocati delle sue foto direi che sulla prima (f/8) se ne fregava abbastanza…
🙂
:))))))))))))))))))) infatti la mia prima reazione è stata: seeee F/8 !!! e poi con lo sfocato come la metti?!
Ma di fatto, meglio un F/8 che un bokeh completamente sbagliato….. cosa che ammettono solo i grandi fotografi, e non chi si fregia da solo del titolo di fotografo in virtù dell’attrezzatura che ha, e non dell’emozione che sa trasmettere con i suoi scatti 😉
Oggi in giro per la città ho scoperto che avevano disfatto la pista di pattinaggio componendo montagnette di lastre di ghiaccio…. e altro che f/8 🙂 ci sarebbe voluto un f/22 con una leggera sottoesposizione per far scintillare tutti i piani ghiacciati 🙂 eppure, a prestare davvero attenzione a quello che si sente dire in giro, F7( è veramente una scelta coraggiosa 🙂
Magari le posterò stasera 🙂
Secondo me questo motto era preso in considerazione piu dai fotografi di street o reportage per intenderci Bresson Capa etc. Visto che per le foto di reportage puro l’importante è essere li al momento giusto per scattare poi la qualità se c’è meglio altrimenti va bene lo stesso. Mentre Mc curry essendo comunque un grande reportagista mi pare che ami di piu la fotografia pensata e poi realizzata quindi con piu cura alla qualità.
me ne f/otto