È la volta di un nuovo cortocircuito fotografico, anzi, a dire il vero, di uno straordinario doppio cortocircuito fotografico.
In questo scatto di Norman Seef, realizzato nel 1969 a New York, ci sono due grandi personaggi: Robert Mapplethorpe e Patti Smith.
Non credo ci sia bisogno di presentazioni per questa coppia di notevoli interpreti della scena culturale degli anni settanta, ed è davvero un doppio cortocircuito perché i fotografi ritratti sono due: anche Patti infatti, dopo aver conquistato il titolo di sacerdotessa del Rock, si è poi rivelata una bravissima fotografa.
Patti Smith e Robert Mapplethorpe avevano circa vent’anni, vivevano insieme e si amavano. Patti era da poco arrivata da Chicago, senza soldi, la musica ancora non era la sua passione: la sua idea era di diventare una poetessa.
Robert era nato a New York in una famiglia di rigide tradizioni cattoliche. La fotografia era per lui ancora da scoprire, come la sua omosessualità. Si lasciarono quando lui si rese conto di essere gay, ma restarono amici e si aiutarono per tutta la vita ed oltre, con Patti che continuò a scrivere lettere a Robert anche dopo la sua morte.
Norman Seeff, nato e cresciuto in Sudafrica, si era da poco trasferito negli Stati Uniti dopo una breve carriera come medico. Qui scoprì che la sua vera passione erano le arti visive e la fotografia.
L’esperienza con Robert e Patti segnerà l’inizio di una lunga carriera da fotografo e regista dentro al mondo dell’arte e della creatività. Una carriera che lo vede, a settantaquattro anni, ancora protagonista.
Lo scatto sopra fa parte di una serie che fu realizzata a casa di Norman, dopo che i tre si erano conosciuti in un locale a New York. Il talento di Seeff fu attratto dal fascino della coppia e chiese loro di poterli fotografare. Ne vennero fuori immagini molto belle, in grado di raccontare lo straordinario rapporto tra i due giovani artisti. Un rapporto che, dopo un inizio amoroso, assunse la forma di un’amicizia assoluta, fatta di condivisione di idee, sogni e visioni.
Dopo la morte di Mapplethorpe, Patti Smith ha affermato che quelle foto si avvicinano molto al suo ricordo della profondità del loro amore. Non è difficile crederle, guardando lo sguardo di Mapplethorpe in questo magnifico scatto.
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I precedenti cortocircuiti fotografici:
#1: Eugene Atget fotografato da Berenice Abbott
#2: Berenice Abbott fotografata da Hank O’Neal
#3: Edward Weston fotografato da Tina Modotti
#4: Tina Modotti fotografata da Edward Weston
#5: Alfred Stieglitz fotografato da Gertrude Käsebier
#6: Steve McCurry fotografato da Tim Mantoani
#7: Robert Capa fotografato da Gerda Taro
#8: Gerda Taro fotografata da Robert Capa
bellissimo contenuto, la fotografia ha qualcosa di grandioso, a volte
Qualche tempo fa andai al Forma di Milano a visitare la mostra di Robert Mapplethorpe e ne uscii profondamente colpito. Colpito soprattutto dalla capacità di Mapplethorpe di rendere un soggetto, spesso così ostico per la maggior parte di noi (il nudo maschile spinto alle sue estreme conseguenze), in modo così profondamente puro direi. Anche le immagini più “forti”, più ostentatamente “hard”, mantenevano sempre una purezza per altri irraggiungibile. Robert Mapplethorpe riesce sempre al mantenersi al di qua della linea che divide l’arte dalla pornografia.
E poi i suoi ritratti e le sue nature morte… che meraviglia.
Tornato a casa, dopo qualche giorno, ancora sotto l’influenza di quello che avevo visto mi cimentai a riprodurre (con i miei modestissimo mezzi tecnici) una sua famosa foto. E’ un mio piccolissimo omaggio ad un Grande che troppo presto ci ha lasciati.
Come ti ho appena scritto anche su Flickr, hai fatto uno splendido lavoro, è un bellissimo omaggio a questo grande artista.
Grazie del contributo!
Adoro loro due, adoro le sue canzoni, adoro le sue foto, adoro il libro. Splendido post.