Qualche tempo fa parlavo di fotogiornalismo e di James Nachtwey dopo aver visto un bellissimo documentario a lui dedicato.
Ammiro molto questo fotoreporter di guerra, personaggio un po’ schivo e poco incline al mainstream e cercando di approfondirne la conoscenza mi sono imbattuto in una sua TED talk.
Le TED (Technology Entertainment and Design) sono conferenze organizzate da Sapling, una fondazione privata no-profit che si prefigge di diffondere idee degne di essere messe a conoscenza di pubblico vasto.
Sebbene inizialmente fossero spesso orientate ad argomenti tecnici e tecnologici le TED talk si sono sempre più aperte ad altre questioni importanti, proponendo ospiti di grande spicco, come premi nobel, figure di rilievo nel mondo scientifico e della ricerca o della società e mettendo i loro interventi a disposizione gratuita sul web.
La conferenza di Nachtwey è davvero da vedere ed ascoltare, per la semplicità e la passione che questo fotografo sa trasmettere e per l’importanza di quello che lui più che un lavoro considera una vera e propria missione: dare un personale contributo ad una possibile soluzione dei conflitti che insanguinano il mondo.
Sono venti minuti belli ed intensi, assolutamente da non perdere anche per chi non maneggia bene l’inglese dato che ci sono i sottotitoli in Italiano e volendo anche l’intera trascrizione dell’intervento.
Buona visione.
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La TED conference di Nachtwey
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War photographer
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James Nachtwey non è un nome noto al grande pubblico ma chi si interessa di fotogiornalismo sa che si tratta di uno dei più importanti fotoreporter di guerra tuttora in circolazione, una vera e propria leggenda vivente.
Profondamente colpito dalle immagini che provenivano dal conflitto del Vietnam, Nachtwey iniziò a dedicarsi negli anni settanta alla fotografia di reportage, percorrendo una lunga carriera che lo ha visto nelle zone più difficili: dall’Irlanda infiammata dal terrorismo dell’IRA, alla Palestina, dall’Afghanistan alla Somalia o il Kosovo.
C’è una sua frase che trovo davvero emblematica : “Society problems can’t be solved until they are identified”. Ė proprio questo il nocciolo dello spirito del fotoreporter di guerra, la spinta all’identificazione, attraverso immagini capaci di trasmettere a tutti la gravità di quei conflitti che non possono essere dimenticati ma che anzi urge assolutamente risolvere.
Di recente ho avuto occasione di vedere War Photographer, un documentario girato nel 2001 dal regista Christian Frei proprio su James Nachtwey.
Si tratta di un piccolo capolavoro che Frei realizzò seguendo il fotografo sul campo per quasi due anni, ricevendo diversi premi e nomination nell’ambito di manifestazioni internazionali sul fotogiornalismo.
L’ho trovato particolarmente bello per come presenta, nello scorrere delle immagini, questioni morali e sociali fondamentali, intrecciandole anche con riflessioni artistiche importanti.
Si tratta di elementi profondi che emergono e motivano tutti coloro che dedicano e rischiano la loro vita per fotografare la tragedia della guerra.
War Photographer è in Inglese ma con ottimi sottotitoli in Italiano. Capita di poterlo vedere su qualche canale tematico o su DVD. Te ne consiglio la visione integrale ma intanto posto qui sotto un breve estratto che ho trovato su Youtube.