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Posts Tagged ‘degustazione’

Trendy elements

Trendy elements - © Copyright 2009 Pega

Ormai ci siamo assuefatti al “quick cut”, quella precisa scelta di regia e montaggio che nel mondo del video opta per contuinui cambi di inquadratura, scene brevissime, dinamiche e veloci, quasi dei flash che si susseguono.

E’ una tendenza che nel corso degli anni si è sviluppata sempre di più. Partita in origine dal mondo dei videoclip si è trasferita ben presto in quello degli spot pubblicitari, per approdare ormai in qualsiasi produzione visiva: dalla fiction ai telegiornali, al cinema.

Dicevo che ormai ci siamo abituati, siamo stati pian piano “impostati” per sfruttare quella capacità del nostro cervello di saper “cogliere al volo” la sintesi, di “surfare” tra le informazioni audiovisive in un flusso sempre più veloce e denso, spesso ricchissimo di suggestioni pubblicitarie.

Personalmente però sto cominciando a provare una forma di rigetto nei confronti di questo stile. Una sorta di intolleranza.
Odio il quick cut perchè ha iniziato a farmi parzialmente perdere la capacità di fermarmi a guardare, godere di una scena, studiarne le caratteristiche con calma. E questo è tanto più grave se questa “superficialità” la andiamo ad usare con le fotografie.

Le foto vanno gustate. Già in precedenti post accennavo al piacere di studiare a fondo le immagini, di “ascoltarle” a lungo quasi come si fa con un pezzo musicale o anche come si assapora con calma un calice di buon vino.

Il quick cut è invece un atteggiamento, un’impostazione, un modo diverso di guardare che crea un’abitudine che tende ad allontanarci da tutto questo.
Ed è un gran peccato.

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Heaven or Hell

Heaven or Hell - © Copyright 2008 Pega

Non so se hai avuto modo di provare quello a cui accennavo nel precedente post di questa serie “degustazione (phototasting)”.
Suggerivo un piccolo esperimento : fare l’esperienza di osservare a lungo una foto, studiarla per qualcosa come trenta minuti… una vera e propria seduta di fotodegustazione… qualcuno forse penserà.. fotomeditazione…

Oggi ho un’altra proposta, una cosa apparentemente contraria, qualcosa che però, sottolineo, dovrebbe essere provato solo dopo quel primo esperimento di natura così meditativa.

Ecco qua. Si tratta di affrontare un lungo e duro lavoro : visionare con criterio 5.000 (cinquemila) fotografie.

Non è ovviamente un’impresa che si possa fare in un pomeriggio, non avrebbe senso. Prendilo invece come una sorta di progetto, impegnandoti a completarlo in un lasso di tempo ben determinato.
Vuoi farlo in un anno ? Saranno circa 20 foto al giorno. Sei mesi ? Più o meno quaranta al giorno.

Scegli le tue immagini da qualunque fonte ti piaccia. Vanno benissimo libri di fotografia, riviste, il web, i social network, i giornali, periodici, quello che vuoi. Migliore la qualità di questo flusso di immagini, tanto meglio sarà.

Per ogni foto esamina le carattersitiche dello scatto, la composizione, la luce, lo sfuocato, l’atmosfera , l’effetto reso, se ti trasmette emozioni e perchè.

A differenza del precedente esperimento non si tratta di passare tantissimo tempo con ogni foto ma questo non vuol dire dare solo un’occhiata fugace, non servirebbe a niente.
Studia bene ogni foto, cerca di capire come il fotografo ha ottenuto l’effetto e come faresti tu a fare uno scatto del genere.

E’ un esercizio fenomenale.
Tel’assicuro.

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Hyères_1932

Hyères 1932 - Henry Cartier-Bresson

In un post di alcuni giorni fa parlavo di come anche per le immagini sia possibile parlare di “degustazione”.

A questo proposito mi è capitato di leggere di un fenomeno che è quasi paradosale. In un recente esperimento è stato preso un campione di alcune migliaia di visitatori di un importante museo d’arte fotografica ed il loro tempo di permanenza all’interno della galleria. Il tempo medio è poi stato diviso per il numero di opere esposte e cosa ne è venuto fuori ? Il visitatore medio osservava le foto per un tempo medio di meno di due secondi.

E’ ovvio che è solo un esperimento, un esempio…. ma fermiamoci un attimo. Quanto tempo dedichiamo realmente all’osservazione ed allo studio di una foto che ci colpisce ? Quanti “secondi” impieghiamo a “gustare” un’immagine su Flickr prima di commentarla ?

Il tempo è un fattore chiave. Il nostro cervello ha bisogno di tempo per approfondire, per elaborare e capire quello che c’è sotto lo strato superficiale dell’immagine.

Come per la musica, la “degustazione” passa attraverso un esame attento e ripetuto. Quello che per un pezzo musicale è il riascolto, per la fotografia sarà un’osservazione per un tempo adeguatamente lungo.

Facciamo insieme un esperimento : prendiamo una foto che ci piace moltissimo. Ad esempio l’opera di un grande maestro o comunque lo scatto di un artista che ci affascina. L’ideale sarebbe disporre di una stampa in grande formato, ma in mancanza di questa anche il monitor va bene.

Adesso stacca il telefono, siediti davanti alla foto senza altre distrazioni e prenditi una mezz’ora di vera meditazione.
Non scherzo. Osserva la foto per trenta minuti.
Osservala studiandone tutti gli aspetti che è possibile valutare : da quelli più tecnici di cui parlavamo nel precedente post, a quelli più emotivi.
Cosa ti trasmette le foto ? Di cosa parla veramente. Quando è stata fatta ? Ci sono messaggi che emergono, magari timidamente ? Riesci ad immaginare il fotografo mentre eseguiva lo scatto ?
Ti puoi fare mille domande e cercarne la risposta nell’immagine.
Non avere fretta.

Molto probabilmente dopo questa esperienza non vedrai più la stessa foto, la considererai qualcosa di diverso, avrai scovato altri punti di vista.

Trenta minuti ti sembrano una esagerazione ? Forse, ma è un tempo equivalente a qualche riascolto di un pezzo musicale. E’ un tempo necessario.

Se ci provi mi interessa sapere com’è andata.

Continueremo comunque l’argomento in un prossimo post.

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Hai mai provato ad ascoltare un pezzo musicale concentrando tutta la tua attenzione sui suoni e le note di uno solo degli strumenti presenti? E’ un esercizio interessante che, per i musicisti o chi comunque è molto appassionato di musica non è una novità, ma che ai normali ascoltatori può a volte svelare un punto di “vista” completamente nuovo.

Palermo la Martorana

Palermo la Martorana - Copyright 2009 Pega

Prova con un pezzo di un genere che ti piace, non importa se è musica classica, pop, rock o jazz. Magari inizia con la musica leggera, con una canzone che conosci. Ascolta l’intero pezzo seguendo  con attenzione solo la chitarra o la batteria, concentrati solo su quello strumento… 
Con ascolti successivi passa a “studiare” gli altri strumenti. Non è raro accorgersi della presenza di suoni e timbri di elementi che ad un ascolto normale non si erano notati…

Questa esperienza è molto simile a quella che viene provata, coinvolgendo naturalmente altri sensi, da chi fa degustazione di vini o liquori. La possibilità di percepire il gusto di noce moscata in un vino, o di salmastro in in wiskey è una capacità che si può imparare ed affinare ma che normalmente non viene spiluppata.

Con le immagini è la stessa cosa.
Provare ad imparare a “degustare” le foto è un esperimento che è possibile fare in modo molto semplice. I risultati possono aiutare molto nello sviluppo di una maggior sensibilità e capacità di apprezzare o criticare, ma sopratutto si può ricavarne un notevole insegnamento.

Mi rendo conto che per qualcuno, specie chi mastica di fotografia da tanti anni, l’argomento possa risultare non nuovo, ma credo che per altri la cosa possa risultare interessante.
E’ ovvio che non è una questione esauribile in un breve blogpost, ma intanto proviamo ad iniziare qualche esperimento : prendiamo due tre foto al massimo e cominciamo a concentrare l’attenzione su uno o due elementi di base che le caratterizzano. Mi riferisco alla luce ed al colore.
Da dove viene la luce? Quante sorgenti è possibile valutare? E una luce diffusa? O diretta? Che colore ha? Che ombre crea? Quali contrasti? 
Stesse o altre considerazioni sul colore: c’è un colore dominante? C’è un colore più saturo? Qual’è la temperatura che si percepisce dall’immagine?

Soffermarsi interi minuti ad osservare una foto è un po’ come concentrarsi ad ascoltare un pezzo musicale. Non avere fretta.

Ne riparliamo in un prossimo post.

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