C’è una frase del famoso fotografo Josef Koudelka che mi piace molto:
“Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perchè non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco“.
È una verità che più o meno tutti abbiamo sperimentato, scoprendoci curiosi ed ispirati quando visitiamo posti nuovi, dove magari ci sentiamo capaci di scovare soggetti interessanti e realizzare buone foto, mentre nei luoghi che frequentiamo abitualmente ci pare che “non ci sia più niente da fotografare”.
Non c’è dubbio che il valore dell’esperienza del viaggiare sia insostituibile ma è anche vero che la fotografia è essa stessa un mezzo per espandere le nostre esperienze.
Guardare i luoghi che normalmente frequentiamo attraverso l’obiettivo di una fotocamera permette di vedere le cose in modo diverso, selettivo, particolare. Permette di notare dettagli e separarli dal contesto, consente di esaltare o modificare le sensazioni cromatiche, come succede ad esempio quando si fotografa in bianco e nero. A volte spuntano addirittura dettagli che non si erano mai notati.
Fotografare è quindi un po’ come viaggiare. Rendersi conto di questo più aprire la possibilità ad esperienze inaspettate e farci scoprire il nuovo anche dove non pensavamo che ce ne fosse.