La fotografia non è altro che l’arte di catturare la luce, quella luce che nei millenni ha visto l’uomo impegnato a sperimentare ed inventare senza sosta per ottenerla artificialmente. Circa quattrocentomila anni fa i Neanderthal scoprirono il fuoco e da allora è stato un susseguirsi di tecnologie sempre più evolute fino a quelle che oggi tutti utilizziamo comunemente.
Quello sotto è un interessante video che credo ogni fotografo dovrebbe vedere: è la storia dell’illuminazione artificiale, condensata in un corto animato di soli due minuti.
Buona visione!
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Posts Tagged ‘evoluzione’
Dal falò al LED: breve storia dell’illuminazione artificiale
Posted in Black and White, Culture, Flash shots, History of photography, Night shots, Technique, video, tagged artificiale, evoluzione, luce, storia, tecnologia, video on 06/06/2018| 1 Comment »
Cassini space photographer
Posted in Black and White, Culture, History of photography, Technique, tagged cassini, conoscenza, consapevolezza, cultura, esplorazione, evoluzione, missione, NASA, scienza, sonda, spazio, tecnologia, umanità futuro, universo on 27/04/2017| 3 Comments »
“Spazio, ultima frontiera”, così recitava l’incipit di Star Trek, mitica serie di fantascienza, ed è proprio così: lo spazio è davvero la nostra ultima frontiera, da molti punti di vista.
Se ogni tanto capiti su questo blog avrai forse notato la mia passione per la missione della sonda NASA Cassini che, partita nel 1997, dopo un lungo viaggio in cui fu sfruttata la gravità di Venere per ottenere rotta e velocità necessarie, raggiunse Saturno nel 2004 iniziando ad inviarci immagini straordinarie via via che le orbite si facevano più vicine al pianeta. Ma adesso siamo prossimi ad una nuova fase: la sonda sta per fare uno spettacolare tuffo nella regione di spazio che separa Saturno dai suoi anelli, un posto in cui nessuno strumento di origine umana è mai stato.
Le immagini che questa “fotocamera spaziale” ci ha inviato negli anni sono qualcosa di straordinario, descrivono fenomeni e concetti che sfiorano la capacità di comprensione umana e documentano capacità tecniche di livello forse nemmeno del tutto immaginabili da gran parte delle persone che popolano il nostro pianeta.
Insomma lo spazio è una frontiera multidisciplinare, ed anche la Fotografia ne fa parte perché le foto dallo spazio portano contenuti concettuali spesso molto pesanti.
A chi sostiene che il valore di queste immagini è solo scientifico e non artistico mi sento di dovere qualche personale argomentazione: la sonda Cassini è sì un sistema automatico, ma anche un apparecchio di grande complessità frutto dell’ingegno umano e non è altro che una versione tecnologicamente molto sviluppata di una fotocamera; una fotocamera capace di muoversi incredibilmente lontano, allontanandosi dalla scena e portando un punto di vista del tutto nuovo. Del resto anche la mia reflex digitale è un’evoluzione del dagherrotipo e la sua capacità di effettuare scelte automatiche è da fantascienza nei confronti di ciò che erano le macchine fotografiche primordiali.
Dunque Cassini si muove secondo precise, anzi precisissime ed incredibilmente complesse istruzioni umane. I meravigliosi scatti che questa sonda ci sta inviando dalla sua spettacolare posizione sono a tutti gli effetti opere d’arte. Sono frutto di un incredibile lavoro di studio, preparazione, progettazione e gestione di una missione che ha attraversato i decenni, coinvolto centinaia di persone e portato risultati che, a mio parere, non sono neanche lontanamente percepiti dalla media delle persone.
Ebbene, comunque sia, alla sponda Cassini di tutto questo importa poco. Orbita dopo orbita ci invierà immagini di luoghi “dove nessun uomo è mai stato prima”, poi incontrerà l’atmosfera di Saturno, dove si disintegrerà lasciandoci per sempre.
Anche Google, con il simpatico “doodle” che vedi sopra, ha voluto omaggiare questo avvenimento epocale. A noi resteranno per sempre immagini di una bellezza da togliere il fiato, come quella scattata giusto pochi giorni fa e che vedi qui sotto, in cui il puntino luminoso è la nostra piccola Terra, che risplende tra gli anelli di Saturno.
Il fotografo cyborg
Posted in Culture, History of photography, People, Technique, video, tagged cyborg, documentazione, evoluzione, Eyeborg, fotocamera, occhio, realtà, scienza, soggettività, tecnologia on 01/02/2016| 2 Comments »
Solo pochi giorni fa pubblicavo un post sull’uomo con la fotocamera al posto della testa, ed ecco che scopro che la realtà è già oltre…
C’è un tizio canadese di nome Rob Spence che vive con una microcamera impiantata al posto dell’occhio destro, perso in gioventù in un incidente.
Il suo è un vero e proprio esperimento scientifico in continua evoluzione tecnica da anni ed ha raccolto molte attenzioni oltre ad essere stato addirittura premiato come “migliore invenzione dell’anno” dal Time, nell’ormai lontano 2009!
La fotocamera di Spence non è connessa al suo cervello nè sostituisce il suo occhio mancante, è però in grado di trasmettere immagini di tutto ciò che Rob vede ed in pratica è una sorta di versione reale del video che citavo.
Insomma l’Eyeborg è realtà da tempo e ci sono vari interessanti video che lo riguardano, oltre ad un paio di conferenze TED, come quella che ti propongo qui.
Puoi trovare queste e molte altre info sul sito ufficiale del progetto.
Buona visione.
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Evoluzione o involuzione?
Posted in Culture, History of photography, tagged evoluzione, fotografia, involuzione, progresso, relativo, storia, valore specifico on 09/07/2015| 10 Comments »
Ho trovato questa immagine sulla pagina Facebook di Gabriele Chiesa.
E’ chiaramente una provocazione, ma è anche la sintesi del percorso di evoluzione tecnica che la fotografia ha compiuto nei suoi quasi due secoli di vita.
Insieme a questa evoluzione c’è stato, è innegabile, anche un qualche tipo di impoverimento: quello del valore specifico di ogni singola posa, ovvero quanto un singolo scatto conta rispetto a tutti quelli che vengono realizzati.
Può darsi che questo del valore specifico sia un concetto del tutto inutile, assurdo, forse sbagliato. Potrebbe però anche servire a fare un ragionamento su come è cambiata la fotografia e quanta strada è probabile che ancora debba essere fatta.
Evoluzione (reloaded)
Posted in Culture, tagged documentario, evoluzione, fotografia, passione, ricordo, ripercorrere, soggettivo on 17/05/2015| 4 Comments »
Oggi ti ripropongo una sorta di esercizio, un piccolo esperimento.
Prenditi una mezz’ora di tempo tutto per te ed in questi trenta minuti prova a ripercorrere le fasi e le esperienze della tua passione fotografica attraverso le immagini da te create nel corso del tempo.
Guarda indietro, sfoglia le vecchie stampe, le cartelle sul pc o il tuo album online, ritrova le tue prime foto e studiale insieme alle successive. Racconta a te stesso la storia di quegli scatti, segui il flusso fino ad arrivare ad oggi.
Mezz’ora per ripercorrere le tappe della tua Fotografia, quasi come un documentario della durata di trenta minuti, un tempo fisso e ben definito, per rivedere la tua produzione: ricca o scarna che sia.
Non avrai difficoltà a vedere il cambiamento, un’evoluzione nel tuo modo di fotografare.
Troverai banalità ed errori, ma anche piccoli gioiellini che non ricordavi. Troverai foto che forse oggi non faresti più, o qualcun’altra non più realizzabile oggi.
È un’esperienza interessante ed introspettiva, che se non hai già fatto ti invito a provare.
Il compleanno della Polaroid
Posted in History of photography, tagged analogica, evoluzione, fotografia, invenzione, istantanea, lane, Polaroid, storia on 02/02/2015| 4 Comments »
Proprio in questi giorni di sessantasette anni fa, il 2 Febbraio del 1947, una curiosa scatoletta veniva presentata al congresso della Optical Society of America. Si trattava della prima macchina fotografica istantanea: la Polaroid Land camera.
Nata dal genio di Hedwin Herbert Land, fisico ed inventore specializzato in filtri ottici (a lui dobbiamo i filtri polarizzatori), la Polaroid nacque quasi per gioco visto che fu ideata per soddisfare un capriccio della piccola Jennifer, figlioletta di Hedwin, che si lamentava di non poter subito vedere le fotografie scattate.
L’azienda di Land, la Polaroid Corporation, esisteva già dal 1937 con all’attivo numerosi prodotti interessanti: dai mirini militari agli occhiali da sole, ma la fotocamera istantanea divenne subito il prodotto di punta.
Nel primo giorno di lancio sul mercato furono venduti quasi tutti gli esemplari (la mitica Model 95) sebbene il prezzo non fosse dei più abbordabili: 89 dollari del 1948.
Sessantasette anni non sono tanti per la quasi bicentenaria storia della fotografia, ma sicuramente la Polaroid ha lasciato un segno importante.
Schiacciata dall’arrivo del digitale, ha subito l’avvento di una tecnologia che le ha tolto proprio il primato su cui era basato il suo successo: la possibilità di vedere immediatamente il risultato dello scatto. E così il progressivo ma inesorabile calo che nel 2007 arriva all’inevitabile pensionamento del settore delle fotocamere istantanee, con la conseguente chiusura degli stabilimenti di produzione delle pellicole.
Ma la storia di questa affascinante invenzione non sembra giunta al termine e continua, birforcandosi in due strade distinte. Da un lato il manipolo di “eroi analogici” dell’Impossible Project che dal 2008 hanno intrapreso, fondando una nuova azienda, la difficile strada del riavvio della produzione e commercializzazione delle pellicole, dall’altro il nuovo impulso digitale di casa madre Polaroid che ha continuato a percorrere la sua strada nel settore istantaneo, realizzando piccole fotocamere digitali istantanee e stampanti inkless come la Pogo, la GL30 o l’imminente Polaroid Zip.
Non so chi riuscirà a raccogliere l’eredità sostanziale di questo grande marchio, quel che è certo è che un bell'”in bocca al lupo” la vecchia Polaroid se lo merita proprio.
Michelangelo fotografo
Posted in Culture, tagged arte, congettura, creatività, cultura, evoluzione, fantasticare, invenzione, scoperta, tecnologia, tempo on 04/08/2014| 7 Comments »
E se Michelangelo avesse avuto a disposizione una vera e propria macchina fotografica? Se l’invenzione fosse avvenuta solo un po’ di tempo prima? Lui di cosa sarebbe stato capace?
A volte capita di fantasticare, immaginare quali possibilità si sarebbero aperte alle menti geniali del passato, se avessero avuto a disposizione alcuni strumenti e tecnologie che sono state inventate solo successivamente.
Chissà, magari Buonarroti avrebbe anticipato alcune visioni artistiche dei grandi maestri che sono venuti dopo. Oppure no, e forse l’invenzione lo avrebbe sviato, magari facilitandogli così tanto il lavoro da insidiare lo sviluppo del suo grande talento.
Non è possibile saperlo però a volte mi diverto a fare queste congetture, pensando a quanto gli strumenti, che il nostro tempo ci mette a disposizione, influiscano sulle nostre possibilità creative.
Eppure ci sono scoperte e tecnologie che effettivamente avrebbero anche potuto essere fatte con secoli di anticipo, tra queste, forse, la fotografia.
In quanti casi il modo avrebbe preso una via completamente diversa? Per esempio se gli antichi egizi avessero intuito i principi dell’aerodinamica e della portanza? Cosa avrebbe loro impedito di costruire e volare con un deltaplano? Ed ai fenici di veleggiare quasi controvento?
🙂
L’animazione della storia della fotografia
Posted in Culture, History of photography, video, tagged albori, animazione, arte, cultura, evoluzione, fotografia, storia, video on 26/05/2014| 7 Comments »
Ogni giorno vengono scattate più foto di quante ne siano state create nei primi cento anni della storia della fotografia. Siamo abituati a vivere in un’epoca dove l’immagine ha assunto un ruolo mai visto in precedenza, ma non è sempre stato così. Com’è nata e si è evoluta la fotografia? Quanto conosciamo la sua storia?
Ho trovato questa simpatica animazione creata dalla fotografa Eva Koleva Timothy che narra l’evoluzione della fotografia: dagli albori ed i primi esperimenti, fino ai giorni nostri.
Una sintesi divertente di come è nata, si è sviluppata e modificata la forma espressiva più influente della recente storia umana.
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Il fascino delle foto storte
Posted in Culture, tagged creatività, evoluzione, fotografia, imperfetto, obliquo, opinione, perfezione, rigore, staticità, storto on 06/12/2012| 13 Comments »
“Ma non vedi che è storta?”
“Certo. E’ bella storta”
“In effetti è vero”
A volte cosa c’è di più affascinante di una imperfezione? Di quel poco (o tanto) di “sbagliato” che rende certe cose interessanti?
Troppo spesso sento o leggo critiche che danno enorme importanza al rigore statico, quasi come se in natura tutto fosse perfettamente orizzontale o verticale. Forse quando guardiamo le cose siamo sempre “in bolla”?
Largo all’obliquo, spazio all’imperfezione! Il succo dell’evoluzione creativa sta tutto lì: nella leggera mutazione, nel lieve scostamento dal “perfetto”, una perfezione che poi è sempre soggettiva.
E’ storta la foto o è storta la cornice appesa? Sicuro che non sia storta la casa?
In sintesi, per dirla con le parole del famoso fotografo Gregory Simpson “nothing is more arbitrary than a level horizon”.
🙂
Consumismo fotografico
Posted in Candid portraits, Culture, People, Street Photo, tagged abitudine, Business and Economy, consumismo, cultura, ecologia, economia, evoluzione, fotocamera, fotografia, Italy, marketing, obsolescenza, opinione, pega, ricerca, società, sostenibilità, tecnologia on 10/08/2012| 3 Comments »
Pensiamoci bene: siamo investiti da continue proposte di nuove linee di fotocamere ed obiettivi, i produttori ne sfornano a ripetizione. I leader del settore come minimo lanciano un paio di nuovi modelli di punta all’anno, accompagnati da una schiera di prodotti accessori, ma ci sono anche aziende che vanno ben oltre, come ad esempio Fujifilm che solo nel 2012 ha già annunciato qualcosa come 27 nuove fotocamere compatte.
Mi chiedo se tutto questo abbia davvero un senso.
Sì, è affascinante vedere l’avanzamento tecnologico e tutte le piccole o grandi evoluzioni che i nuovi prodotti ci portano, va detto che ci sono anche parecchi aspetti negativi in tutto questo. Un rovescio della medaglia che non è solo distrazione dalla vera “sostanza” della fotografia. C’è altro.
Le nostre fotocamere sono prodotti complessi, ad alto impatto. Per costruirle servono materie prime preziose, a volte rare, serve lavoro ed energia, servono imballi e trasporti. E poi quando la fotocamera diviene vecchia, e quasi sempre non perchè lo è dal punto di vista pratico o funzionale, ma solo perchè la si ritiene obsoleta, essa si trasforma in un problema di smaltimento.
Insomma abbiamo per le mani aggeggi frutto di un lavoro spesso sottopagato, realizzati con materie prime oggetto di lotte o guerre, costosi dal punto di vista dell’inquinamento che si produce per costruirli e pericolosi quando dovremo disfarcene.
Non voglio fare una crociata contro l’innovazione tecnologica, ci mancherebbe, vorrei solo provare a stimolare una riflessione su quelle che sono le nostre abitudini, la nostra attitudine a comprare nuovi prodotti e gadget senza aver davvero esaurito e portato al limite dell’utilizzo ciò che abbiamo.
Io lancio un’idea al produttore che vorrà vendermi la mia prossima macchina fotografica: “Offrimi un serio ritiro del mio usato, valutandolo davvero come un oggetto degno di esistere ancora, da rivendere ad un’altra persona o riciclare recuperando i suoi preziosi componenti. Imposta un nuovo modo di concepire il prodotto, che preveda il recupero dei vecchi modelli e permetta un’evoluzione tecnica davvero legata alle necessità del fotografo, molto meno a quelle del marketing. Proponimi in modo chiaro e trasparente una filosofia di produzione che preveda il rispetto del lavoro ed un impatto ambientale limitato.”
Lo so, molto probabilmente in questo modo la mia prossima fotocamera costerà di più, magari anche molto di più. Vuol dire che la sfrutterò per più tempo senza cambiarla di nuovo, ma è l’esempio di un percorso attraverso cui si potrebbero davvero risolvere alcuni dei problemi che ci affliggono.
Per il momento penso che terrò stretta la mia fida reflex da 12Megapixel, che in molti considerano obsoleta ma che ancora svolge egregiamente il suo lavoro e probabilmente ha caratteristiche ben superiori alle mie capacità, tanto che solo pochi anni fa sarebbe stata un irrealizzabile sogno fantascientifico per me e molti altri appassionati di fotografia.