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Posts Tagged ‘soggettività’

Eye of The eyeborg

Solo pochi giorni fa pubblicavo un post sull’uomo con la fotocamera al posto della testa, ed ecco che scopro che la realtà è già oltre…
C’è un tizio canadese di nome Rob Spence che vive con una microcamera impiantata al posto dell’occhio destro, perso in gioventù in un incidente.
Il suo è un vero e proprio esperimento scientifico in continua evoluzione tecnica da anni ed ha raccolto molte attenzioni oltre ad essere stato addirittura premiato come “migliore invenzione dell’anno” dal Time, nell’ormai lontano 2009!
La fotocamera di Spence non è connessa al suo cervello nè sostituisce il suo occhio mancante, è però in grado di trasmettere immagini di tutto ciò che Rob vede ed in pratica è una sorta di versione reale del video che citavo.
Insomma l’Eyeborg è realtà da tempo e ci sono vari interessanti video che lo riguardano, oltre ad un paio di conferenze TED, come quella che ti propongo qui.
Puoi trovare queste e molte altre info sul sito ufficiale del progetto.
Buona visione.
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Nutshell

Su un guscio di noce – © Copyright 2012 Pega

“Ma che bel colore! Ehi, ma che rosso!”
Si ma… hai mai pensato a quanto i colori siano un concetto così incredibilmente e misteriosamente relativo?

Nel tuo cervello vedi un colore, magari il bellissimo blu profondo di una limpida giornata invernale. E’ il tuo blu. Ma chi ti dice che nella mente di un’altra persona quel blu appaia come appare a te? Potrebbe essere che per lui il blu sia ciò che per te è il rosso e che l’unica cosa che avete in comune sia solo il nome di quel colore. C’è modo di saperlo?

Prova per un attimo a descrivere a parole un colore. Ci riesci? O devi per forza ricorrere a dei paragoni?
I colori sono delle percezioni relative, sensazioni soggettive, e la cosa affascinante è che gli stessi colori possono apparire diversi anche a noi stessi, in funzione di tutta una serie di variabili.
Si sa, ad esempio, che i colori vengono percepiti diversamente a seconda della luce e degli altri colori attorno, ma c’è anche una quantità di fattori emotivi che possono influenzare la nostra percezione. Un bel verde può apparire freddo e malinconico la mattina appena ci svegliamo ma ben più incoraggiante e vitale nel pomeriggio o la sera. Hai mai provato qualcosa del genere? Casi in cui la percezione dei colori cambia in funzione dello stato d’animo?

Ti invito a pensare a tutto questo, a come vedi i colori nelle tue fotografie ed in quelle degli altri.
I colori sono connessi con le emozioni e di conseguenza le sensazioni che le immagini ci danno possono essere modificate da tutta una serie di influenze che i colori hanno su di noi.

Trovo che questo dei colori sia un argomento affascinante, a tratti folle e misterioso, ma con il potere di stimolare e spingere qualsiasi fotografo a tentare di esplorarlo. Addirittura anche chi fotografa solo in bianco e nero.

🙂

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Dissenso generazionale - Copyright 2009 Pega
Dissenso generazionale – Copyright 2009 Pega
Art ain’t easy… but autocritic is way harder…
Come riuscire ad essere costruttivamente autocritici ?

Oggi voglio riproprre un vecchio post che pubblicai tempo fa, nelle prime settimane di vita del blog. 
E’ una riflessione che mi è tornata in mente mentre stavo valutando alcune mie foto, cercando di capire se mi piacessero o meno e se fossero adatte ad essere pubblicate.
Mi perdonerai se sei un vecchio lettore o forse lo rileggerai traendone lo spunto per provare ad aggiungere un tuo contributo.

Ragionando sul valore comunicativo ed emotivo che si può attribuire ad una propria fotografia in modo indipendente dall’opinione degli altri, mi sono trovato a pensare a che processo seguire per dare un giudizio artistico il più possibile “meditato” su alcuni miei scatti.
Il fine di questa sorta di “valutazione” è quello di sviluppare un maggiore senso critico nello scegliere a quali foto dedicare maggiore attenzione in termini di trattamento e successiva eventuale stampa o pubblicazione su web.
Non mi è risultata cosa facile perchè, ovviamente, essendone io il creatore tendo naturalmente a dare alla foto una interpretazione ed un valore che non sono per niente assoluti o forse nemmeno condivisibili con gli altri.
Ho comunque provato a raffinare un semplice criterio che si basa sul fondamento che la foto deve essere interessante e “funzionare”, da tre punti di vista.

Tre pilastri che “sostegono” la foto.

Il primo è il punto di vista del fotografo stesso. Se non sono soddisfatto io della foto è inutile andare avanti. Devo sentire che in qualche modo l’immagine ha per me un significato, mi trasmette qualcosa, insomma “funziona”.
Il mio punto di vista di osservatore del soggetto ripreso deve essere soddisfatto in termini estetici, tecnici ed emotivi.

Il secondo punto di vista è quello del soggetto ritratto. A qualcuno potrà sembrare un’assurdità specie nel caso dei soggetti inanimati, ma la mia tendenza è quella di personificare comunque il soggetto ed immaginarne il punto di vista come elemento fotografato. Spesso si sente dire che in fotografia il fotografo guarda il soggetto attraverso l’obiettivo ma il soggetto guarda il fotografo attraverso la stessa lente. E’ proprio questo che intendo. In qualche modo ci deve essere una reciprocità. Una storia sostenibile e percepibile, che renda il punto di vista del soggetto interessante e caratterizzante questo aspetto della foto.

Terzo ed ultimo punto è quello dell’osservatore, del fruitore della foto… del pubblico insomma.
Dal suo punto di vista l’osservatore finale cosa troverà nella foto ? Se la foto ha un senso solo per i primi due elementi di questa analisi ma non per il terzo, la foto non funziona comunque. E’ il caso di scatti che hanno un grande significato emotivo per chi li ha scattati ma nessun messaggio per un estraneo che vede quella foto.

Tutto questo è una mia visione personale, una sorta di processo di valutazione che prova ad essere, se non oggettivo, almeno bilanciato e rispettoso di quelli, che nella mia idea, sono gli altri soggetti coinvolti.

Non nascondo che esiste in me la curiosità di sapere quali invece sono i processi che altri seguono per fare una simile valutazione. Quindi, rifacendomi ad un precedente post, non escluderei che la mia domanda ad un fotografo che stimo, nell’ipotesi provocatoria di poterne fare una soltanto, potrebbe essere proprio : “come valuti il valore artistico e comunicativo di una tua foto” ?

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