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Pursuit

Pursuit by Mike OlbinskyBeh, io sono fissato con i time lapse ma ho anche una passione particolare per i fenomeni meteorologici, un interesse che va oltre la questione fotografica.
Per questo, quando mi trovo davanti qualcosa come Pursuit, rimango incantato, stacco tutto e non posso fare a meno di dedicarmi ad ammirare, poi condividere.
Questo fantastico video è frutto del lavoro di Mike Olbinski, fotografo di matrimoni ma sopratutto notevole realizzatore di time-lapse, insomma uno di quelli che vengono chiamati “storm chaser”, cioè i cacciatori di tornado. Mike, negli scorsi mesi, ha viaggiato per oltre 30.000Km attraverso 10 stati americani all’inseguimento di temporali e supercelle minacciose, scattando quasi centomila fotografie. Il risultato è un capolavoro.
Non si tratta di un’impresa facile, e nemmeno di un’attività molto sicura data la violenza di alcune di queste manifestazioni naturali.
Muoversi inseguendo fenomeni di questo tipo richiede notevoli capacità di interpretazione meteorologica ed a questo si somma l’importanza di un grande e completo controllo dello strumento fotografico.
Dopo averlo visto e rivisto parecchie volte, lo confesso, per me è un netto 10 e lode.
Grande Mike!

p.s. Guardatelo bello grande e con l’audio a palla 🙂

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Lo dico subito, prima di entrare nel tema di questo post: io non sono un grande appassionato di HDR.

H.D.R. sta per Hight Dynamic Range ed è una tecnica disponibile in fotografia digitale per cercare di sopperire alle limitate capacità dei sensori (ma anche delle vecchie pellicole) di gestire le situazioni in cui sono presenti grandi variazioni di tonalità luminosa.

Adams_clearing_winter_storm

Clearing winter storm - © 1936 Ansel Adams

L’occhio umano, grazie sopratutto alla pupilla che adatta “l’esposizione” alla luminosidà, ci permette di percepire dettagli notevoli, anche quando nella scena che guardiamo ci sono contemporaneamente punti molto luminosi e zone d’ombra.
Con la fotocamera spesso invece si deve scegliere di “perdere” i dettagli nelle zone d’ombra per conservare quelli nella parte luminosa dell’immagine o viceversa ed il risultato delude essendo così diverso rispetto alla realtà percepita ad occhio nudo.

E’ per questo che sono nate le tecniche HDR che, partendo da più scatti eseguiti ad esposizioni diverse, permettono di sintetizzare digitalmente una nuova immagine con un’estensione compressa delle tonalità, più gestibile dai comuni mezzi di riproduzione delle foto come i monitor o la stampa su carta.
Il risultato è una  foto che, a seconda di come è stata effettuata l’elaborazione, appare come molto realistica o addirittura iper realistica.

Come dicevo all’inizio, tendo personalmente a non essere granchè affascinato da queste tecniche. Ritengo infatti che molta della bellezza della fotografia stia proprio nei limiti dello strumento e, proprio come accade per aspetti come il tempo, la profondità di campo, la focale o altri elementi, anche la ridotta capacità di gestire l’estensione delle tonalità luminose sia un aspetto affascinante.

Ma guardando il lavoro di uno dei fotografi che maggiormente ammiro ecco che la prospettiva cambia.
Sto parlando di Ansel Adams, ed in particolare del suo capolavoro “Clearing winter storm” realizzato nel parco di Yosemite nel 1936.

Adams realizzò con la sua macchina di grande formato un’immagine in bianco e nero dalla straordinaria estensione tonale. Si va dal buio profondo delle zone in ombra al bianco perfetto della parte luminosa delle nuvole. I dettagli sono straordinari, l’atmosfera è più reale del reale.

Ma come fece ? Per un risutato del genere non sono sufficilenti le pur notevoli caratteristiche dinamiche (tuttora ineguagliate) della pellicola in bianco e nero.
Beh, non è un mistero. Adams, grande artista non solo dello scatto ma anche della successiva “elaborazione” in camera oscura, lavorò con abilità sulla sua stampa, andando ad esporre la carta in modo “mascherato”, differenziato a seconda delle zone dell’immagine, seguendo in sostanza quello che può essere considerato come un HDR analogico.

Insomma… niente è mai veramente nuovo come sembra…

Le mie preferenze rimangono per le foto che non fanno uso delle tecniche di compressione dinamica ma credo proprio che se Ansel Adams fosse un fotografo oggi sarebbe un maestro assoluto dell’HDR…

🙂

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