Appena letta la notizia del Project Apollo Archive, l’iniziativa con cui la NASA ha inserito su Flickr oltre ottomila immagini delle missioni spaziali del periodo Apollo, mi sono subito precipitato a sguazzarci dentro.
Sono fotografie bellissime, originariamente realizzate con la mitica Hasselblad 500EL con ottica Zeiss Planar 80mm e digitalizzate ad alta risoluzione attraverso un lungo lavoro durato dieci anni.
Tra i primi rullini che ho scelto di gustarmi (sì, perché le foto sono state diligentemente raccolte secondo l’ordine dei “magazine” effettivamente usati) ci sono stati quelli della mitica missione Apollo 11, l’impresa che nel 1969 segnò lo sbarco sulla Luna.
Tra gli scatti più belli ho trovato un ritratto. E’ un’immagine di Buzz Aldrin, l’astronauta che insieme a Neil Armstrong scese sul suolo lunare.
All’interno di una composizione che già di per sé risulta affascinante, con quel triangolo di luce spaziale alle spalle, Aldrin è ripreso in una posa naturale, forse sorpreso dal collega che si era appostato per fargli una foto.
Osservando la sua espressione non è difficile scoprire una miscela di emozioni. C’è serenità mista ad apprensione, forte senso di fiducia in sé stesso ma anche fatalismo, il tutto condito dalla consapevolezza di una grande preparazione affrontata e condivisa insieme ai compagni di viaggio che, non dimentichiamolo, erano tutti di estrazione militare.
E’ uno scatto che dice molto su chi fossero quegli uomini e cosa siano state quelle missioni, ed assume per questo un grandissimo valore fotografico, visto che è pure realizzata con maestria.
Grazie NASA per averla condivisa 🙂
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Il ritratto di Aldrin (the right stuff)
Posted in Culture, History of photography, People, Photography portraits, tagged Apollo, Buzz Aldrin, flickr, la stoffa giusta, NASA, progetto, ritratto, space, spazio, the right stuff on 08/10/2015| 4 Comments »
Fotografia stratosferica
Posted in Culture, History of photography, People, Technique, video, tagged altritempi, anni '50, caduta libera, cold war, coraggio, disciplina, estremo, fifties, fotografia, guerra fredda, Joe Kittinger, Joseph Kittinger, kittinger, la stoffa giusta, muro, paracadute, record, Red Bull Stratos, spazio, storia, stratosfera, suono, the right stuff, United States Air Force, usaf, velocità on 02/08/2012| Leave a Comment »
Nel 1960 un uomo effettuò un’impresa ai limiti dell’incredibile: salì con un pallone alla quota di 31.333 metri (102.799 piedi) e da lì si lanciò col paracadute.
Il protagonista di questa follia era un certo Joe Kittinger, Capitano dell’USAF, coinvolto in un programma di ricerca militare per trovare la soluzione al problema dell’evacuazione d’emergenza degli aerei stratosferici.
A quell’altezza tutto è estremo: le temperature sono oltre i cinquanta sotto zero e serve una tuta pressurizzata per sopravvivere perchè la pressione atmosferica è così bassa che il sangue va in ebollizione.
Kittinger era uno di quelli con “la stoffa giusta” ed effettuò ben tre lanci di questo tipo, trovandosi ogni volta vicino alla morte. Nel primo la corda del paracadute gli si arrotolò intorno al collo facendogli perdere i sensi, nel terzo ed ultimo, quello che stabilì un record tuttora imbattuto, ebbe un problema di tenuta ad un guanto della sua tuta e la mano iniziò a fargli così male da rendergli difficile reprimere le urla che avrebbero fatto abortire la missione.
Ma ascese comunque per un’ora e mezzo e poi si lanciò. Durante la caduta libera sfiorò la velocità del suono, stabilendo un record ancora imbattuto.
Con lui naturalmente c’era una compagna immancabile: la macchina fotografica.
E’ grazie ad un’attrezzatura che per quel tempo era avveniristica che Kittinger fu ripreso mentre si lanciava dal pallone e poi fu lui stesso operatore con una fotocamera agganciata alla tuta. La qualità non era delle migliori ma è un caso perfetto per la famosa frase “la miglior macchina fotografica è quella che hai con te”.
Ad oltre cinquant’anni da quell’impresa, qualcuno ci riprova. Proprio in questi giorni un progetto chiamato Red Bull Stratos tenterà di superare il record di Kittinger, con un lancio umano da 120.000 piedi.
Naturalmente non mancherà un’adeguata copertura videofotografica, che comprende anche fotocamere reflex comunemente in commercio, destinate a volare molto in alto, sopportando le condizioni estreme della stratosfera.
Se una normale reflex vola ad oltre 36.000 metri senza particolari problemi, penso che la possiamo anche portare allegramente al mare o in montagna, col vento o con la pioggia, senza tante preoccupazioni 🙂
Per chi è interessato, ecco qui sotto due interessanti video: il primo è un filmato d’epoca sull’impresa di Kittinger, mentre il secondo è la presentazione del progetto Red Bull. Buona visione!
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