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Posts Tagged ‘bilanciamento’

Uno sguardo su Firenze

Uno sguardo su Firenze -© Copyright 2008 Pega

A Firenze, affacciandosi dal Piazzale Michelangelo, non è possibile sottrarsi alla tentazione di fare una foto alla città.
Tutti, indipendentemente dal luogo, abbiamo fatto uno scatto del genere e… spesso ne siamo rimasti delusi.
Il fatto è che spesso ne viene fuori una foto banale. Magari è tecnicamente ben fatta: la composizione gradevole, il fuoco corretto, l’esposizione è ok, tutto è a posto ma… è la solita cartolina vista mille volte.
Insomma è una foto troppo prevedibile.

Allo stesso tempo si rimane insoddisfatti anche quando, di fronte ad un bel soggetto, si violano troppo le regole, magari alla ricerca di qualcosa di spettacolare e creativo o… più semplicemente si sbaglia proprio ed il risultato con cui ci troviamo è una foto caotica.
Il punto è che una buona fotografia, uno scatto interessante, è quasi sempre un giusto bilanciamento tra caos e prevedibilità.
Come molte cose che ci divertono e ci piacciono, la chiave dell’interesse cammina su quel sottile filo che separa ciò che ci risulta scontato e noioso da ciò che ci disturba per eccessiva confusione o inconcludenza.
E’ quel bilanciamento che ci fa affascinare da un racconto, appassionare ad un pezzo musicale o… innamorare di una persona.
E’ come un gioco avvincente. Non si deve assolutamente già conoscere il risultato finale perchè questo toglierebbe ogni interesse, ma serve anche una base di regole che impedisca il disordine totale.
Caos e prevedibilità… da tenere a mente…
🙂

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Giudizio

Il Giudizio (ribaltato) – © Copyright 2010 Pega

È un vecchio metodo che veniva insegnato ai tempi della fotografia a pellicola. Si ruota la stampa di 180 gradi, la si guarda nel suo insieme magari allontanandola un po’ e si osserva l’insieme.
Guardare la foto capovolta aiuta a valutare la qualità strutturale dell’immagine evitando di concentrarsi troppo sul soggetto, permette di apprezzare molto meglio la composizione ed evidenzia in modo implacabile la struttura.
Guardare una foto rovesciata è tornare agli albori: nelle macchine fotografiche di un tempo l’immagine si vedeva proprio capovolta ed è anche per questo che è così evidente l’equilibrio compositivo delle foto d’epoca, un equilibrio spesso presente negli scatti di coloro che ancora fanno uso di banchi ottici o fotocamere di grande formato.
Oggi, nell’era del digitale, in pochi ricordano tutto ciò sebbene ruotare le immagini su un monitor sia ancora più facile. Non serve nemmeno stampare, basta dare un’occhiata alle nostre foto ribaltate per distaccarci dai dettagli e percepire la struttura generale. È un modo per guardare i propri scatti in modo diverso, dimenticando per un attimo di cosa parla la foto e lasciando che sia la struttura ad emergere.
Provaci.

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Henri Cartier Bresson Rue Mouffettard

Rue Mouffettard (1954) - Henri Cartier Bresson

Ci sono delle foto che, a dispetto di regole e tecnica, lasciano il segno. Sanno colpire ed arrivare dritte al cuore dell’osservatore, trasmettendo in un modo inequivocabile emozioni e sensazioni.

Non di rado si tratta di immagini tecnicamente imperfette, in cui sono presenti errori anche grossolani, che il classico “critico” non esiterebbe ad evidenziare.

Sto parlando delle fotografie che sono riuscite a liberarsi dalla morsa del perfezionismo, quel terribile virus che prima o poi infetta tutti i fotografi nel corso della loro attività.

Il perfezionismo è un malanno da cui non sempre è facile svincolarsi e contro il quale tanti grandi artisti hanno ingaggiato continue sfide durante tutta la loro carriera.

Non confondere la curiosità, la voglia di imparare e di far le cose di qualità, con il perfezionismo. Quest’ultimo è subdolo e strisciante, arrogante e prepotente, ti porta ad avvitarti su te stesso ed è anche un assassino: uccide la creatività.

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tetto bianco

White Tuscan roof (The IPholaroid project) - © Copyright 2010 Pega

Beh stavolta il tema per l’assignment del fine settimana è veramente ovvio…
I suggerimenti sono arrivati da tutte le parti, compresi messaggi email ed sms… ma sopratutto è bastato dare un’occhiata fuori dalla finestra…

Il BIANCO sta regnando quasi ovunque in questi giorni ed è su questo tema che ti propongo di scattare qualche foto nel weekend, con lo spirito di divertirsi e stimolare la creatività.
E’ ovvio che per molti sarà la neve l’elemento di candore per questa “missione”, ma per chi non ne avesse a disposizione credo che l’assignment possa essere comunque valido. Il bianco è sempre una sfida fotografica. Hai mai notato com’è facile che nei nostri scatti un bel bianco si trasformi in un triste grigio ? Il bianco inganna i nostri esposimetri e mette alla prova i nostri sensori (o pellicole) ma prima di tutto la nostra abilità di fotografi.

Com’è ormai tradizione di questo blog ti invito poi a condividenre il risultato dell’assignment mettendo in un commento a questo articolo il link al tuo album Flickr o a qualsiasi altra piattaforma di condivisione su cui avrai messo le tue immagini. Sarà divertente confrontare i nostri scatti e far vedere la tua foto visitatori che la apprezzeranno.

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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.

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picassoEsiste una forma d’arte in cui non sia presente un aspetto tecnico di cui l’artista si deve impadronire per poter veramente liberare la sua creatività?
Si può forse creare buona musica senza saper suonare alcuno strumento o conoscere i concetti di base? E’ possibile essere poeti senza saper scrivere? Si può dipingere senza essere in grado di gestire il tratto?

Credo che la padronanza degli aspetti tecnici di base sia necessaria per tutte le forme espressive e quindi anche per la fotografia.
L’importante però è che questo elemento tecnico non divenga il protagonista, non prenda il sopravvento divenendo  l’elemento di principale attenzione e preoccupazione, altrimenti la creatività rimane come intrappolata.
La tecnica serve, ma deve essere al servizio della creatività.

C’è una frase famosa di Picasso che, secondo me, esprime perfettamente questa necessità e documenta in modo sintetico la ricerca che questo compromesso tra tecnica e creatività può richiedere:

“Ho impiegato molti anni ad imparare a dipingere come un bambino”.

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