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Studia attentamente questa foto. Osserva il volto, i tratti, lo sguardo perso nel vuoto. A che cosa starà pensando?
Clicca sull’immagine per guardarla in versione grande, è importante per vedere tutti i dettagli. Fallo con calma. Esamina i particolari, l’espressione, quella luce negli occhi. Cerca qualcosa in questo volto. Qualcosa che non si vede subito.
Poi dimmi che impressione ti ha fatto.
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Test image

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Beware - By Pega

Beware – © Copyright 2010 Pega

Se è vero che in genere nessuno dovrebbe essere giudice di se stesso, è anche vero che in tema di creatività e produzione artistica questo non sempre vale.
In fotografia, come in altre forme espressive, è importante l’autocritica, intesa come la capacità di saper valutare da soli il proprio lavoro.
Che si tratti di decidere se cancellare uno scatto o invece proporlo per un premio, il filtro preliminare che rappresentiamo per le nostre stesse opere è un fattore chiave. Se ci autogiudichiamo con eccessiva severità rischiamo di tarpare le ali al nostro messaggio e a cose che agli altri potrebbero interessare, se invece siamo troppo generosi possiamo finire con l’inondare il mondo di roba insignificante.
E dunque come fare per tarare questo nostro giudizio?

Il coinvolgimento emotivo che ci lega ai nostri scatti è forse il problema più insidioso. La foto fatta in un momento particolare, associata a certe sensazioni o emozioni, ci appare con dei valori che non sempre sono percepibili dagli altri.
Certo, si può provare a lavorare per cercare di arricchire l’immagine con ciò che ci aiuta a trasmettere queste emozioni, come titolo e testo, ma bisogna comunque riuscire a fare un passo indietro e valutarla per quel che è.
Provare a guardare la foto con distacco “come se fosse stata fatta da qualcun’altro” è un inizio. Loderesti quel fotografo? O lo criticheresti? Cos’è che funziona o non funziona? Che sensazioni e messaggi trasmette? E’ tecnicamente ben fatta? Sono domande che possiamo farci svestendoci dei panni di autore ed indossando quelli di osservatore delle nostre stesse fotografie.

Una delle strade che ho scoperto più efficaci nell’aiutare questo processo di distacco è di abituarsi a seguire il lavoro di un numero maggiore possibile di altri fotografi, osservando regolarmente le loro foto pubblicate su Flickr o su altri social media ma anche visitando mostre ed esposizioni. Studiare immagini di altri con attenzione, cercandone pregi e difetti per poi magari anche condividerle a nostra volta è un gran bel metodo per affinare l’autocritica verso il proprio lavoro.
Quando questo volume di immagini osservate esiste ed è costante, diviene più naturale vedere le nostre come “solo alcune tra le tante” e quindi un po’ più facile autovalutarle con obiettività.

Che ne pensi? Credo che nei prossimi post proverò ad approfondire questo argomento.

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tetto bianco

White Tuscan roof (The IPholaroid project) - © Copyright 2010 Pega

Beh stavolta il tema per l’assignment del fine settimana è veramente ovvio…
I suggerimenti sono arrivati da tutte le parti, compresi messaggi email ed sms… ma sopratutto è bastato dare un’occhiata fuori dalla finestra…

Il BIANCO sta regnando quasi ovunque in questi giorni ed è su questo tema che ti propongo di scattare qualche foto nel weekend, con lo spirito di divertirsi e stimolare la creatività.
E’ ovvio che per molti sarà la neve l’elemento di candore per questa “missione”, ma per chi non ne avesse a disposizione credo che l’assignment possa essere comunque valido. Il bianco è sempre una sfida fotografica. Hai mai notato com’è facile che nei nostri scatti un bel bianco si trasformi in un triste grigio ? Il bianco inganna i nostri esposimetri e mette alla prova i nostri sensori (o pellicole) ma prima di tutto la nostra abilità di fotografi.

Com’è ormai tradizione di questo blog ti invito poi a condividenre il risultato dell’assignment mettendo in un commento a questo articolo il link al tuo album Flickr o a qualsiasi altra piattaforma di condivisione su cui avrai messo le tue immagini. Sarà divertente confrontare i nostri scatti e far vedere la tua foto visitatori che la apprezzeranno.

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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.

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Warhol bike
Warhol bike – © Copyright 2008 Pega

Sono ormai diversi post che non propongo un qualche esercizio o meglio dire una “challenge” fotografica come avevo fatto qui.

L’idea di quella che voglio provare a proporti oggi è chiaramente derivata da tecniche di diagnosi medica che nulla hanno a che fare con la fotografia, ma proprio in questo sta a volte il divertimento.
Ecco dunque cosa fare.
Stabilisci un giorno in cui eseguire questo esperimento, potrà essere un giorno festivo o un normale giorno lavorativo se ti è possibile, vedi tu.
Inizia la mattina, appena ti svegli scattando una foto ancora prima di alzarti dal letto. Dovrai aver preparato sul comodino la tua macchina fotografica la sera prima ovviamente. Non importa a cosa scatti, l’importante è scegliere un soggetto, comporre ed esporre.

L’esperimento sarà a questo punto avviato.

Da qui in poi, ogni mezz’ora proprio come uno strumento Holter, dovrai fare un altro scatto, indipendentemente da dove sarai o cosa starai facendo, l’importante sarà il rispetto di questa cadenza regolare durante tutto l’arco della giornata fino all’ultima foto prima di andare a letto.

Puoi scegliere anche un intervallo di tempo diverso, più corto o più lungo (meglio se non oltre un’ora) l’importante è il rigido rispetto del “ritmo” deciso.
Nei giorni successivi riprendi questa sequenza e fanne un piccolo set.
Potrai decidere di pubblicarlo e condividerlo o meno.
Se lo farai sarò molto felice di citarlo in questo blog.

Sono sicuro che riguardando gli scatti di quella giornata non mancheranno delle interessanti considerazioni.

Pensi di volerci provare ?
🙂  

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ISO-12233-Chart-Diagram_no_numbersCi sono le opinioni e ci sono i fatti.
Quante parole capita di sentire sulle presunte virtù del sensore di un certo modello di macchina fotografica o sui “terribili” difetti di un certo obiettivo.
Interminabili discussioni sui forum di appassionati che parlando di qualità e nitidezza di questo o quel tipo di zoom. Non parliamo poi delle brochure di prodotto o degli pseudo-test  fatti dalle stesse case costruttrici.
Quando si parla di obiettivi la Dea nitidezza aleggia ed impera in modo quasi surreale e spesso succede che è più la reputazione che fa vendere un prodotto rispetto al suo valore reale.
Sgombriamo il campo da un dubbio che sembra esistere: la nitidezza è un qualcosa che si può misurare.

Anche se non è solo la nitidezza che conta per una lente, sicuramente si tratta di un elemento rilevante.
I costruttori conoscono molto bene le caratteristiche in termini di virtù e difetti di nitidezza dei loro obiettivi attraverso la valutazione di apposite misurazioni che producono i cosiddetti grafici MTF (Modulation Transfer Function).
Non è mia intenzione addentrarmi in spiegazioni su cosa siano questi grafici, mi interessa solo far notare che in molti casi i produttori non rendono pubbici i grafici MTF degli obiettivi che vendono.

Fortunatamente esiste la possibilità di procedere autonomamente alla valutazione delle caratteristiche dei nostri obiettivi. E questo non solo per accorgersi se si è fatto un buon acquisto o meno ma anche per capire se l’oggetto che abbiamo in mano abbia qualche difetto particolare.
Esistono molti metodi per procedere al test delle lenti.
Fondamentalmente si procede eseguendo degli scatti a diaframmi differenti di tavole di riferimento come quella riportata in alto (in questo caso la ISO 12233) ma per fare un test di massima c’è anche un metodo molto semplice che prevede di usare come soggetto un normalissimo muro di mattoni.
Gli scatti devono essere rigorosi dal punto di vista dell’allineamento, del fuoco ed assolutamente esenti da mosso. E’ indispensabile l’uso del treppiede e dello scatto remoto (o l’autoscatto).
La valutazione di queste sequenze di scatti può essere fatta con software specifici ma anche semplicemente ad occhio. E’ facile rendersi conto, osservando le foto al 100% della dimensione, di come cambia la nitidezza e di come le prestazioni dell’obiettivo siano ottimali sui diaframmi intermedi (in genere).
E non solo di com’è la nitidezza si potrà avere un’idea, ma anche di tante altre caratteristiche, come la distorsione, la vignettatura o le abberrazioni cromatiche. 
E’ così che si può scoprire con quali regolazioni si potrà sfruttare al meglio la nostra lente e quali altre evitare il più possibile.

Sul web è facile trovare moltissime altre informazioni su questo tema…

BUON DIVERTIMENTO! 🙂

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