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Posts Tagged ‘scuola’

ChanelNon sono un grande fan della cosiddetta “Fashion Photography” ma ho comunque molto rispetto per la professionalità e le capacità tecniche di molti fotografi di questo settore. La fotografia di moda richiede altissima qualità e forti capacità di gestire ogni dettaglio dell’immagine. Il fotografo si trova spesso a lavorare sotto pressione ed in tempi ridotti.
E poi si sa, le star non sono facili…
È per questi motivi che ogni tanto vado a vedere cosa c’è di nuovo sul sito di Breed, una scuola di fashion Photography, ed è qui che ho trovato questo interessante video. Mostra le fasi di un workshop in cui l’obiettivo è ricreare il ritratto di Kristen Stewart realizzato da Mario Testino per una pubblicità di Chanel.
C’è tutto: dal make up alle luci, dalla gestione della modella fino alla fase di scatto vera e propria. Un processo che quelli di Breed chiamano “Image Decostruction” e che trovo davvero istruttivo per qualunque fotografo.
Buona visione!
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[Fonte: Breed]

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Ansel Adams

Si dice che le frasi dei personaggi illustri siano una delle fonti più importanti di ispirazione ed insegnamento.
La fotografia non è esente da questa regola e c’è una frase di Ansel Adams che credo sia una delle più significative mai dette.

“You don’t take a photograph, you make it”.

La traduzione in italiano non è efficacissima, ma in sostanza Adams voleva esprimere l’importanza di un atteggiamento attivo che il fotografo deve assumere quando realizza i suoi scatti.
“Cosa includere e cosa escludere”,”qual’è il soggetto”,”a chi è destinata”,”che emozioni deve suscitare”, “a chi potrà davvero interessare”. Sono solo alcune delle domande che potrebbero aiutarci a “creare” (to make) la foto, ed assumere quindi proprio il comportamento a cui Adams faceva riferimento.
E’ un approccio alla fotografia pragmatico e rigoroso, a cui si sono rifatte intere generazioni di artisti, tra cui moltissimi grandi nomi.
Ma non è l’unica possibilità. Esistono anche altre strade, tra cui quella di una fotografia più istintiva, più casuale ed opportunista, forse caotica, fatta di scatti meno meditati in cui magari riconoscere solo a posteriori il valore comunicativo, rendendosi conto che a volte può essere comunque molto elevato.
Sono punti di vista che, secondo me, non devono obbligare a scegliere da che parte stare perché, una volta razionalizzati, si può anche decidere di prendere qualcosa dall’uno e dall’altro, coltivando con consapevolezza una propria e personalissima “via fotografica”.

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Ian Ruther

Ian Ruhter è un fotografo di Los Angeles che ha trasformato il suo furgone in una fotocamera (gigante).
Sì, hai letto bene. Ian ha deciso di ripercorrere i passi dei pionieri della fotografia americana che, nell’ottocento, si muovevano con carri pieni di attrezzature enormi e pesanti, ad immortalare gli spazi incontaminati del nuovo continente.
Ian si sposta alla ricerca di immagini che cattura con la vecchia tecnica della lastra umida al collodio, usando come supporto enormi fogli metallici che prepara personalmente per l’esposizione con il classico bagno di sali d’argento.
Il furgone funge da corpo della fotocamera ed ogni scatto è complesso e costoso, sicuramente unico.
Nella foto sopra eccolo con una sua foto 90×60 realizzata sul lago Mammoth in California costata ben due anni di tentativi.
Se ti affascina l’argomento ti consiglio di dare un’occhiata all’interessante video sotto ed anche alla sua galleria di immagini.

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