Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘United States’

Si, lo sai che sono fissato con i video timelapse.
Sarà perchè li trovo così ipnotici ed affascinanti, o forse più semplicemente perchè sono consapevole di quanto siano complessi da realizzare, il fatto è che ne ho trovato un altro fantastico. È realizzato da Shawn Reeder, un fotografo che in ben due anni di lavoro nel parco Yosemite ha creato questa meraviglia di video.
Albe e tramonti, riprese notturne ed uso intenso di sistemi per il movimento della fotocamera fanno di questo timelapse un vero e proprio capolavoro del genere. Praticamente siamo allo stato dell’arte di questa specialità e sono sicuro che se lo potesse vedere Ansel Adams andrebbe a congratularsi di persona con l’autore.

Assolutamente da vedere su uno schermo di qualità in tutto lo splendore dell’HD.
Complimenti Shawn!
.

Pubblicità

Read Full Post »

Ian Ruther

Ian Ruhter è un fotografo di Los Angeles che ha trasformato il suo furgone in una fotocamera (gigante).
Sì, hai letto bene. Ian ha deciso di ripercorrere i passi dei pionieri della fotografia americana che, nell’ottocento, si muovevano con carri pieni di attrezzature enormi e pesanti, ad immortalare gli spazi incontaminati del nuovo continente.
Ian si sposta alla ricerca di immagini che cattura con la vecchia tecnica della lastra umida al collodio, usando come supporto enormi fogli metallici che prepara personalmente per l’esposizione con il classico bagno di sali d’argento.
Il furgone funge da corpo della fotocamera ed ogni scatto è complesso e costoso, sicuramente unico.
Nella foto sopra eccolo con una sua foto 90×60 realizzata sul lago Mammoth in California costata ben due anni di tentativi.
Se ti affascina l’argomento ti consiglio di dare un’occhiata all’interessante video sotto ed anche alla sua galleria di immagini.

Read Full Post »

Il venti febbraio del 1902, esattamente 110 anni fa nasceva un grande fotografo, uno che forse più di altri ha lasciato il segno della sua passione nella storia della fotografia: Ansel Adams.
E’ stato scritto moltissimo sul lavoro di questo artista ma c’è un aspetto che che, a mio vedere, veramente differenzia Adams da molti altre figure importanti: è la sua forte voglia di condividere, trasmettere e lasciare agli altri quello che aveva imparato.
Ansel Adams è stato un grande maestro, nel vero senso della parola, uno che ha vissuto cercando di produrre non solo delle opere importanti ma anche insegnando molto ad allievi ed assistenti. Ha in sostanza contribuito a creare quello che è il moderno concetto di workshop fotografico e realizzato documenti che tutt’ora rimangono come punti di riferimento per chi vuole approfondire la fotografia: i suoi libri con tutto il contenuto didattico e di condivisione tecnica e creativa che li caratterizzano.

E così oggi propongo questo breve video, come piccolo omaggio ad uno straordinario protagonista della fotografia del ventesimo secolo… e chissà, forse anche del ventunesimo.

Buon Compleanno Ansel.

Read Full Post »

Piccolo omaggio a Man Ray

P.O.A.M.R. – © Copyright 2011 Pega

Man Ray Dead Leaf

Dead leaf, 1942 – @ Man Ray

In testa ad un post di qualche tempo fa avevo messo una mia foto intitolata POAMR (Piccolo omaggio a Man Ray); è la foto di una foglia secca mezza accartocciata.
Mi è stato chiesto di spiegare meglio in cosa consiste questo omaggio.
E’ davvero semplice: si tratta del  timido tentativo di fare uno scatto che in qualche modo richiami la famosa fotografia di Man Ray “Dead Leaf” del 1942.

La “Foglia Secca” di Man Ray apparve insieme ad altre quattro foto dell’autore nel numero di Ottobre del 1943 della rivista Minicam Photography .
Lo stesso Man Ray aveva preparato le didascalie e per questa immagine si poteva leggere “the dying leaf would be completely gone tomorrow” un tentativo di proiettare un forte sentimento di malinconia che l’artista nutriva dopo il suo rientro in America dove non era riuscito a ritrovare il successo che aveva lasciato (insieme a molte delle sue opere per le quali nutriva la forte preoccupazione che venissero distrutte) nella Francia ormai travolta dalla guerra.

La mia POAMR è una foto che ho fatto dopo aver trovato, un piena estate Mediterranea, una solitaria foglia secca con una forma che mi ha subito ricordato quella di Man Ray.
Ho scattato quasi d’istinto, proiettandoci un mio significato tutto personale, sicuramente però influenzato dalla recente lettura a cui facevo riferimento nel post.

Read Full Post »

Robert Frank restaurant

Restaurant - US1 Leaving Columbia, South Carolina - © Copyright 1958 Robert Frank

Sarà il caldo, un po’ di relax estivo o semplicemente la pigrizia dell’agosto. Forse è solo che per caso ho rivisto questa immagine su un libro.
Insomma, oggi ho deciso di riproporre un vecchio post che parla di un grande fotografo.
————————————————
Una foto apparentemente banale, un’istantanea un po’ storta ed anche poco nitida. Potrebbe averla scattata chiunque ? Forse.

E’ uno scatto di Robert Frank, tratto dal famoso libro “The Americans“, che il fotografo svizzero realizzò grazie ad una sovvenzione della fondazione Guggenheim, che lo portò per due anni in giro negli Stati uniti del boom economico del dopoguerra.

Come dicevo, ad un’osservazione distratta questa foto può apparire male eseguita, ordinaria ed insignificante.
Studiandola e cercando invece di interpretarne il simbolismo, viene fuori un’opera d’arte decisamente significativa, che pone Frank proprio tra i più grandi interpreti del concetto di messaggio simbolico in fotografia.

E’ il 1955, siamo in piena guerra fredda.
Il piccolo ristorante è vuoto, silenzioso.
Non c’è nessuno… perchè siamo nel mezzo dell’olocausto nucleare.
Il bagliore accecante che proviene dalla finestra e che ad un occhio distratto può apparire come una scadente gestione dell’esposizione è in realtà l’effetto di una bomba atomica.

Alla televisione parla un personaggio che ho un po’ faticato per identificare : si tratta di uno dei primi predicatori televisivi, un certo Oral Roberts. La sua predica, sicuramente ricca di morale e spiritualità viene impartita tecnologicamente, freddamente, attraverso l’etere.
Ad ascoltarlo c’è il deserto.

Frank nel suo viaggio trovò un’America dove era in corso un incredibile sviluppo e si stava raggiungendo un benessere mai conosciuto ma anche dove la vita appariva progressivamente sempre più superficiale e priva di valori. Un’America che spesso lo deluse e lo preoccupò.

Questa è la foto di un ristorante vuoto in mezzo al deserto nucleare.

——————
Ti è piaciuto questo post ? Condividilo su Facebook o Twitter, puoi farlo anche semplicemente cliccando sul bottone qui sotto.

Read Full Post »

Paul Strand - Toadstool-and-grasses-1928

Toadstool and Grasses - Georgetown, Maine 1928 - Paul Strand

In questa fotografia che Paul Strand realizzò nel 1928 c’è la sintesi di una delle sue affermazioni più importanti. Strand diceva che per usare onestamente la fotografia si deve avere un reale rispetto per ciò che ci si trova davanti ed esprimerlo attraverso un insieme di valori tonali quasi infinito.

Se la seconda parte della frase si riferisce ad aspetti tecnici ed estetici, la prima parte è invece riferita a qualcosa che può essere definito come “moralità fotografica”.

Questo rispetto, che trasforma il soggetto da occasione a ragione di una fotografia era il concetto di base di quel movimento a cui Strand apparteneva denominato straight photography.

Lo stesso Strand riuscì solo nella fase matura della sua carriera ad essere veramente coerente con questa filosofia, quando abbandonata ogni sperimentazione si dedicò ad una fotografia calma e naturale.
La famosa foto del fungo rimane uno degli scatti più influenti di questo periodo del grande fotografo. Non si tratta, come potrebbe  apparire a prima vista, della descrizione fredda e scientifica un soggetto botanico ma piuttosto della realizzazione di un panorama in miniatura.
L’immagine è composta rigorosamente, con quell’attenzione alla luce ed agli spazi che in precedenza era stata tipicamente dedicata solo alla rappresentazione delle grandi viste naturali o dei panorami. Il riferimento è a quella fotografia nauralistica e di paesaggio che specie nella seconda metà dell’ottocento era stata realizzata dai grandi maestri che avevano scoperto (visualmente) il nuovo continente.

Esauriti i grandi spazi, quella di Strand era una nuova forma di esplorazione, matura, intima ed attenta, completamente dedicata il microcosmo naturale.

——————
Ti è piaciuto questo post ? Condividilo su Facebook o Twitter, puoi farlo copiando l’URL di questa pagina o anche semplicemente cliccando sul bottone qui sotto.

Read Full Post »

È bello farsi ispirare dai capolavori di qualcuno che si ammira ed è per questo che ti propongo una splendida raccolta di immagini.
E’ un video realizzato con gli scatti di un’artista che ha un posto molto importante nella storia della fotografia del novecento e della quale ho anche parlato di recente : Dorothea Lange.
L’ho scovato in rete rimanendone semplicemente affascinato, anche perchè contiene diverse foto che non mi era mai capitato di vedere.
Siediti e mettiti comodo, assicurati di avere qualche minuto di tranquillità e, se puoi, alza un po’ il volume perchè anche l’accompagnamento musicale è apprezzabile.

Dorothea Lange un giorno disse : “La macchina fotografica è uno strumento che insegna a vedere senza una macchina fotografica”.
Credo sia una gran verità.

Buona Visione
.

Read Full Post »

migrant_mother_Dorothea_Lange

Migrant mother, 1936 – Dorothea Lange


In un vecchio post parlavo di Dorothea Lange citando il suo famoso ritratto Migrant Mother del 1936.
E’ una foto molto importante, emblematica ed attualissima, che segna l’intera carriera della Lange e descrive in modo profondo il dramma delle famiglie che furono colpite dalla Grande Depressione.
Per approfondire la storia di questo scatto, si può partire dalle parole della stessa fotografa, osservando anche le altre foto che realizzò in quel giorno, per provare a ripercorrere il flusso creativo che portò all’immagine più famosa.
Dorothea Lange parlò molti anni dopo di come nacque quella foto e, nel 1960, a proposito di questa sua opera disse:
“I saw and approached the hungry and desperate mother, as if drawn by a magnet. I do not remember how I explained my presence or my camera to her, but I do remember she asked me no questions. I made five exposures,working closer and closer from the same direction. I did not ask her name or her history. She told me her age, that she was thirty-two. She said that they had been living on frozen vegetables from the surrounding fields, and birds that the children killed. She had just sold the tires from her car to buy food. There she sat in that lean-to tent with her children huddled around her, and seemed to know that my pictures might help  her, and so she helped me. There was a sort of equality about it.”

Quella che è diventata una tra le immagini più importanti della fotografia del novecento, descritta in un’infinità di libri, esposta al MOMA e poi acquisita da Getty Images, è l’ultimo di una breve serie di scatti che la Lange fece quasi di getto, senza preliminari o spiegazioni, quasi ad evitare cinicamente di alterare quel momento drammatico e disperato.
.
migrant-mother-2bEcco le altre foto, molto meno note.
In questo primo scatto, realizzato da una certa distanza, si vede la tenda e la sistuazione di estrema precarietà. La foto non va bene: è sconclusionata ed appare anche mossa o sfuocata.
Il viso della donna non è ben inquadrato, dato che è voltata verso il bambino.

.
.

migrant-mother-1Nella seconda immagine c’è una maggiore  organizzazione. La fotografa ha probabilmente chiesto alle persone di guardare verso l’obiettivo e dato alcune disposizioni di posizionamento.
La foto è interessante ma la Lange cerca qualcos’altro.

.

migrant-mother-23 Qui la fotografa si è concentrata sulla donna. Ha forse trovato la chiave dello scatto in questo soggetto così carico di drammaticità. Nella seconda immagine la Lange ha evidentemente chiesto ad una delle bambine di posare dietro alla madre.

.

migrant-mother-5Siamo molto vicini al risultato finale. L’atmosfera è quella severa che pervade anche lo scatto divenuto famoso. Lo sguardo della donna si perde all’infinito, quasi a sfuggire l’amarezza ed il peso della situazione, oltre alla difficoltà di farsi ritrarre in una condizione così disagiata.

Queste foto non sono solo  un piccolo pezzo di storia, hanno sopratutto contribuito a cambiare la situazione di un grosso numero persone che in quel momento vivevano un forte momento di difficoltà.
Anche grazie agli scatti della Lange che lavorava per l’FSA, poche settimane dopo la pubblicazione delle foto, la comunità fu raggiunta da un aiuto economico governativo che servì a superare quei mesi così difficili e aiutare concretamente quelle famiglie.

——————

Ti è piaciuto questo post ? Condividilo su Facebook o Twitter, puoi farlo copiando l’URL di questa pagina o anche semplicemente cliccando sul bottone qui sotto.

Read Full Post »

Kennedy_Monroe
E’ stata venduta a New York, ad un’asta di Bonhams che si è fermata alla “modica” cifra di novemila dollari, questa fotografia che ritrae Marilyn Mornroe in compagnia di John F Kennedy.

L’immagine, in cui appaiono anche il fratello di John ed il vicepresidente Lyndon Johnson, che di lì a poco avrebbe preso il posto di JFK dopo il suo assassinio, fu scattata il 19 maggio del 1962 al Madison Square Garden, pochi minuti dopo che Marilyn aveva cantato “Happy Birthday Mr President” durante una convention del partito democratico.

I servizi segreti, preoccupati per le voci che in quel periodo parlavano di una relazione tra Marilyn e JFK, erano impegnati a far sparire ogni immagine che mostrasse i due insieme. Lo scandalo che ne poteva conseguire era da evitare a tutti i costi e fu quindi deciso di requisire gli scatti di quella serata.
Gli agenti della CIA prelevarono i negativi direttamente dalla camera oscura del fotografo ufficiale della Casa Bianca Cecil Stoughton, ma evidentemente questo sfuggì…

La fotografia a volte riesce a sopravvivere a tutto…

🙂

[Courtesy Bonhams]

Read Full Post »

Picasso Centauro

Era il 1949, nel pieno dell’epoca d’oro delle grandi riviste di fotogiornalismo, quando Gjon Mili incontrò Pablo Picasso nel sud della Francia.
Mili, nato in Albania nel 1904, era emigrato in America negli anni ’20 e qui aveva studiato al MIT divenendo un pioniere della fotografia con luci artificiali e stroboscopiche, fu tra i primi a sperimentare l’uso del flash elettronico. Picasso Life uomo che corre

L’interesse per la fotografia lo spinse ben oltre la ricerca scientifica portandolo ad iniziare una collaborazione con la celebre rivista Life, una collaborazione destinata a durare per tutta la sua vita.

Mili cercò e trovò Picasso su una spiaggia e gli mostrò alcuni suoi scatti realizzati con la tecnica del “light painting”.
Subito l’artista spagnolo ne rimase affascinato e nacque tra i due l’idea di provare a creare delle opere di luce: disegni che sarebbero scomparsi nel momento stesso in cui venivano creati ma che la macchina fotografica poteva immortalare insieme al loro creatore.

Picasso vaso di fioriFu così che decisero di provarci, dandosi appuntamento una sera, all’imbrunire.

Con una piccola torcia elettrica in mano Picasso disegnò “il Centauro” ed altre affascinanti creature ed oggetti.

Era nata una nuova e strana forma espressiva, frutto della sinergia creativa tra uno scienziato della luce ed un genio del tratto.

——————

Ti è piaciuto questo post ? Condividilo su Facebook o Twitter, puoi farlo anche semplicemente cliccando sul bottone qui sotto.

Read Full Post »

Older Posts »

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: