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A nice smile - Copyright 2009 Pega

A nice smile - Copyright 2009 Pega

Sì, lo confesso. Amo i titoli.
A volte mi catturano più delle immagini, a volte riescono a stravolgere l’idea e l’impressione che ricavo da una foto, e quasi sempre in meglio.
Sì lo so che non è poi così bene farsi influenzare dal titolo ma che ci vuoi fare, per me è così ed è una reazione istintiva, difficile da controllare e non sono d’accordo con chi sostiene che il titolo non andrebbe nemmeno preso in considerazione perché fa deviare dal senso profondo del gustare un’immagine.

Amo il titolo perché mi aiuta ad entrare in sintonia con il fotografo che ha scattato la foto , con il pittore che ha creato il quadro o il musicista che ha composto il pezzo. E poi del resto cosa sarebbe, ad esempio, la musica senza i titoli? Ma per me vale moltissimo anche per le arti figurative.
Il titolo è per me una parte essenziale dell’opera e rimango ogni volta deluso quando mi capita di vedere dei veri e propri capolavori fotografici intitolati “untitled” o peggio “DSC1123″……. Che peccato…

🙂

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Tra le mail che ho ricevuto in risposta al mio post “Una sola Fotografia” , in cui chiedevo quale fosse la foto che in una immaginaria catastrofe avresti scelto nel caso fosse possibile salvarne una sola, c’e quella di Daniele che sceglie questo scatto di Jacques Henri Lartigue :

Delage Automobile

Delage Automobile, A.C.F. Grand Prix, Dieppe Circuit, June 26, 1912 - Photography by J.H.Lartigue©Ministère de la Culture-France/AAJHL

E’ una scelta particolare, ovviamente personale, ma non è la discussione di questa l’oggetto del post, quanto il grande fotografo autore di questo storico scatto.

Io ho scoperto Lartigue quasi per caso, non leggendo di fotografia ma invece cercando foto ed immagini dei primordi dell’aviazione.
Mi accorsi subito di non aver trovato solo interessanti immagini di pionieristiche macchine volanti, ma sopratutto un artista riconosciuto come un maestro. Anzi un bambino maestro.

lartigue_23 September 1912

23 September 1912 - Photo J.H.Lartigue©Ministère de la Culture-France/AAJHL

Jacques Henri Lartigue nasce a Parigi nel 1894 in una famiglia facoltosa. Il padre, appasisonato di fotografia, gli regala all’età di soli sette anni la prima macchina fotografica. Con questa Henri fa quello che qualunque bambino avrebbe fatto : inizia a fotografare ciò che gli sta intorno, ciò che gli piace, con il talento e la libertà creativa che proprio i bambini sanno esprimere così bene.
E’ anche a causa di una salute cagionevole ed un fisico gracilino che lo rendono più propenso alla figura di “osservatore” che non a quella di protagonista, che il giovanissimo Lartigue documenta quelle che erano le passioni e le avventure degli amici e dei giovani membri della sua famiglia, tra cui il fratello “Zissou” che si diletta a costruire aeroplani ed automobili nel castello di famiglia.

lartigue_Zissou

Zissou, Louis and the Gardener Martin, 1909 - Photo J.H.Lartigue©Ministère de la Culture-France/AAJHL

E’ la dinamicità e la spontaneità di queste foto dei primi del novecento che mi ha colpito, Lartigue era un bambino che scattava con una macchina primordiale eppure riusciva a creare immagini fantastiche, che suscitano ammirazione ancora oggi, come quella scelta da Daniele dove il movimento e l’atmosfera sono catturati in un modo assolutamente perfetto.

Lartigue sperimentò anche diverse tecniche fotografiche decisamente futuristiche per il tempo, tra queste la fotografia stereoscopica ed alcune tecniche di sovraimpressione, alla ricerca di effetti che oggi definiremo “speciali”.

Crescendo, la vita artistica di Jacques Henri Lartigue si sposta principalmente sulla pittura e la sua carriera sarà lunga e produttiva, mantenendo comunque un discreto interesse e successo anche in ambito fotografico con una propensione verso le scene di strada e mondane che lo hanno fatto definire anche come uno dei pionieri della fotografia di moda . E’ facile trovarne online tutti i dettagli, le esperienze e la produzione, molto estesa, che donò integralmente alla Francia prima della sua morte.

A mio parere però quello che lascia il segno è il giovanissimo Lartigue. E’ il bambino prodigio, la sua capacità di saper scegliere e trasmettere il momento, l’atmosfera. Una capacità che, almeno a mio avviso, si diluì molto nel corso degli anni.

Come disse Picasso : “Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi”, un’affermazione valida anche per un grande maestro come J.H. Lartigue.

 

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Fil rouge
Fil rouge – © Copyright 2009 Pega

La fotografia è arte o scienza?
In che relazione le due componenti stanno tra di loro?
Quanto è importante il razionale al momento dello scatto? Quanto l’emozione?
Si può riuscire a fare una “grande foto” senza conoscere intimamente lo strumento che ci permette di realizzarla? Ma se le “grandi foto” da fare fossero due, tre, cento? Qualche artista riesce ad essere consistente senza padroneggiare la tecnica?
Ma può un conoscitore perfetto della tecnica scattare un capolavoro senza ispirazione o spunto creativo?

Accidenti… quante domande… 🙂 🙂

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