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Posts Tagged ‘fotocamera’

pinhole photo paperC’è un certo Thomas Hudson Reeve, un fotografo che crea immagini stenopeiche con una tecnica veramente originale. La sua idea è di una semplicità disarmante: fare fotografie a colori direttamente sulla carta sensibile con una fotocamera costituita solo dalla carta stessa.
Reeve piega la carta fotografica fino a ricavarne una scatola, poi realizza la fotografia lasciando passare la luce all’interno attraverso un piccolo foro stenopeico. Semplicemente geniale.
Il risultato è un qualcosa di molto particolare, quasi un astratto, con un’immagine principale sulla superficie centrale ed un insieme di fotografie “secondarie” sui lati di quella che è in pratica una macchina fotografica monouso che poi diviene fotografia.
La luce impressiona tutto l’interno dell’apparecchio in un modo che dipende dalla forma e dalla perizia con cui è stato realizzato ma che anche risente delle caratteristiche di translucenza della carta stessa e delle pieghe realizzate oltre che dalla tenuta alla luce di questo strano oggetto.
E’ una tecnica accessibile a tutti, un approccio senza tecnologia, senza meccanica. Una macchina fotografica che poi si trasforma in fotografia, quasi come un bruco che diviene una farfalla.

Papercam reeveCome si fa? Si prende un foglio di carta fotografica ed in condizione di buio totale (la carta a colori è sensibile anche alla luce rossa) la si tagliuzza, si piega ed incolla con del nastro fino a farne una scatola chiusa; dalle stesse foto di Reeve è possibile vedere come sono realizzate le pieghe.
Questa “fotoscatola”, definita anche Papercam, va poi mantenuta al buio fino al momento dell’esposizione dato che non ha le caratteristiche di tenuta di un vero corpo macchina. Per scattare si scopre il foro stenopeico per un tempo calcolato empiricamente.
Realizzata la fotografia si ripone di nuovo la scatola al buio fino al momento dello sviluppo che si fa come una normale stampa fotografica.

Niente male eh? Perchè non provarci?
Per chi vuole vedere altri scatti ma anche altre cose tra cui un originale modo di presentarsi, consiglio il sito ufficiale di Thomas Hudson Reeve.

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Sarà il 3D il futuro della fotografia?
Avremo tra le mani stampe tridimensionali quando racconteremo ai nostri figli o nipoti delle vecchie fotografie a due sole dimensioni?

StereoCamera

Fotocamera stereoscopica – 1865

La ricerca della terza dimensione in fotografia non è cosa nuova.
Già nella seconda metà dell’ottocento erano stati inventati e diffusi i cosiddetti stereogrammi, speciali coppie di foto scattate con macchine biottiche. Queste erano progettate appositamente per catturare immagini stereoscopiche che poi si osservavano attraverso un particolare visore inventato da un signore che si chiamava Wendell Holmes. Tra il 1860 e gli anni venti del novecento gli stereogrammi ebbero una diffusione notevole, divenendo un fenomeno di costume che spesso viene considerato come anticipatorio della televisione.

Visore di Holmes

Visore di Holmes – 1870

Gli stereogrammi si regalavano e si collezionavano, servivano per conoscere con un realismo senza precedenti luoghi lontani percepiti prima solo attraverso visioni bidimensionali pittoriche o fotografiche. Fu una vera rivoluzione.

Il 3D ha poi avuto, almeno per il grande pubblico, un periodo di stasi ma si vede ora un gran fiorire di nuovi spunti e tecnologie.
Una di queste è quella che puoi vedere in questo video : una tecnica di stampa fino ad oggi usata in ambito militare denominata Zscapes e prodotta da una società chiamata Zebra Imaging. Si tratta di stampe olografiche che rendono l’effetto tridimensionale senza bisogno di indossare occhiali o altro.
Nel video sotto un esempio di foto 3D del centro di Seattle.
Chissà se non ci ritroveremo a breve ad averne qualcuna anche nelle nostre case.

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Kodak AdÈ di oltre un secolo fa, esattamente dell’Aprile del 1910, questa pubblicità sul settimanale statunitense Saturday Evening Post.

Era un annuncio di una modernità quasi sconcertante : parlava di fotocamere “alla portata di tutti”, oggetti che esprimono il loro potenziale anche “nelle mani di un bambino”.

Per chi non ha dimestichezza con l’inglese posto qui sotto la traduzione.
Vale la pena leggerla oggi, nell’era del digitale, delle compatte da 16Mpixel e dei telefoni con fotocamera…  e pensare che si tratta di un annuncio che ha più di un secolo…

“Niente è più divertente per i bambini, di fare fotografie.
E sarai sorpreso di scoprire che splendide foto può fare anche un ragazzino di sette o otto anni con una Brownie o una Kodak.
I loro scatti sono particolarmente interessanti quando ci sono due o più fratellini in famiglia. Le foto che si fanno reciprocamente non sono solo un divertimento per loro ma rimangono fonte di gioia per i genitori quando i ragazzi crescono.
Queste immagini colpiscono perchè sono spontanee : mostrano i ragazzi come sono, nei luoghi intorno a casa, dove vivono tutti i giorni.
E poi la fotografia è educativa; insegna ad osservare; mostra alle giovani menti che vale la pena fare le cose per bene – ed oggigiorno non è costosa.
Le fotocamere Brownie costano da uno a dodici  dollari,  una molto buona che scatta immagini 2,25×3,25 costa solo due dollari. Poi ci sono le Kodak da cinque dollari ed oltre, in varietà per tutti i gusti e scopi.
E tutte con la “Semplicità Kodak”.

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Hasselblad_rearSei una persona a cui non piace passare inosservata?

Beh, a meno che tu non sia l’acquirente di questo gioiellino qui a fianco, direi che hai perso un’ottima(!) occasione.

Si perchè qualche tempo fa su Ebay era in vendita questa rara macchina fotografica, proposta  alla modica cifra di 33.751 dollari: una Hasselblad realizzata appositamente per l’uso da parte degli astronauti della NASA.
Un modello particolare, denominato MKWE, destinato ad essere impugnato nello spazio e per questo dotato di un apposito mirino laterale, adatto alle inquadrature attraverso il casco dell’astronauta.
L’offerta, che puoi vedere qui sotto, comprendeva anche un particolare obiettivo Biogon da 38mm ed uno speciale caricatore denominato cripticamente “A24”.

Hasselblad_Ebay_cutNon è dato sapere quale fosse il motivo di un prezzo così poco “rotondo” dell’offerta e nemmeno se la macchina sia mai veramente stata nello spazio, è comunque certo che si trattava di un oggetto veramente cool, adattissima ad essere “indossata” alla prossima photowalk.

Niente male eh?
Anche il prezzo intendo.

🙂

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dagherrotipoPensi che le nuove fotocamere digitali siano un po’ troppo costose per quello che realmente offrono?
Beh, c’è di che consolarsi sapendo che tempo fa è stato battuto ad un’asta di WestLicht Photographica Auction, a qualcosa come 732.000 euro, uno dei primi “Dagherrotipi” costruiti nel lontano 1839.

Il nome di questo tipo di macchina fotografica, la prima a realizzare immagini cosiddette “riproducibili” si deve al suo realizzatore : Louis Jacques Mandé Daguerre , un signore che realizzando questo apparecchio dall’aspetto di una banale scatola di legno, trasmormò in prodotto commerciale l’idea di Joseph Nièpce  e diede così inizio a quella che è la storia della fotografia.

Piuttosto corposo anche il prezzo raggiunto, in quest’asta, dal cosiddetto “mercury box”, un importante ma ormai rarissimo accessorio del Dagherrotipo. Era necessario per la preparazione delle lastre ed è stato venduto alla notevole cifra di 144.600 euro.

E’ così che una vecchia scatola di legno è ora la più antica ed anche la più costosa macchina fotografica al mondo.

🙂

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Solo un paio di giorni fa parlavo del suono della macchina fotografica e del fascino particolare che esercita.

Beh, ecco che un affezionato lettore mi suggerisce il link ad un video che non posso esimermi dal condividere sul blog.

Eccolo.
Un uso creativo e musicale dei click e dei curiosi rumorini che tanto ci sono simpatici…

Buona visione, anzi… buon ascolto !

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