Kodak potrebbe essere sul punto di introdurre una rivoluzione degna del suo nome.
Dopo aver segnato in modo fondamentale la storia della fotografia, la multinazionale aveva inesorabilmente perso posizioni e smarrito il suo impeto innovativo arrivando, con l’avvento del digitale, addirittura a sfiorare la bancarotta. Ma adesso siamo di fronte ad una interessante novità proposta da questo storico marchio.
Il progetto si chiama KODAKOne e consiste in una piattaforma blockchain progettata come un’anagrafe digitale per custodire ed assicurare la proprietà delle immagini e relativi diritti. Come ogni blockchain che si rispetti, questa sarà tenuta in piedi da un meccanismo basato su criptomoneta, il KODAKCoin, concepita per divenire l’elemento di scambio e remunerazione in questa infrastruttura.
Secondo quanto riportato sul sito Kodak, il sistema userà intelligenze artificiali per garantire sicurezza, velocità ed un continuo controllo del web alla ricerca di violazioni dei diritti delle immagini custodite da KODAKOne.
Il CEO di Kodak, Jeff Clarke, afferma che questo progetto potrebbe rivoluzionare l’intero mercato della fotografia, e la borsa sembra dargli fiducia visto l’aumento del valore dei titoli Kodak di questi giorni.
L’apertura ufficiale della piattaforma sarà il 31 gennaio prossimo, con una prima fase destinata solo ad un gruppo ristretto di investitori.
Interessa? Per ulteriori informazioni ti consiglio di dare un’occhiata e seguire gli sviluppi sul sito www.kodakcoin.com.
Posts Tagged ‘Kodak’
Arriva il KodakCoin
Posted in Culture, History of photography, tagged blockchian, criptomoneta, criptovaluta, diritti, fotografia, immagini, innovazione, Kodak, kodakcoin, KODAKOne on 21/01/2018| 2 Comments »
Natale Kodak
Posted in Culture, History of photography, tagged Christmas, fotografia, Kodak, marketing, natale, pubblicità on 25/12/2016| 4 Comments »



La fotografia ha attraversato molte fasi, dagli albori in cui il processo era difficile e laborioso, riservato solo ai professionisti, ad oggi che tutti hanno una potente microcamera digitale sempre in tasca. È stato un percorso di evoluzione ed innovazione con alcuni protagonisti fondamentali. Tra questi un marchio capace di innovare a tutto tondo ed aprire la strada non solo negli aspetti tecnici, ma anche in quelli comunicativi e commerciali; quel marchio è senza dubbio Kodak.
Gironzolando in cerca di spunti natalizi, ho trovato innumerevoli esempi dell’attenzione che Kodak, fin dai primissimi tempi, ha sempre avuto per il Natale, facilitando così il processo di trasformazione della macchina fotografica da oggetto di nicchia, riservato a utenti evoluti o professionisti, a prodotto di massa. Sono annunci pubblicitari provenienti da tutte le epoche, materiale affascinante che ormai è da considerare a pieno titolo come appartenente alla storia.
Chi è appassionato di fotografia non può che provare un po’ simpatia, se non addirittura gratitudine, per chi ha saputo rendere questa forma d’arte così facile ed accessibile a tutti.
Buon Natale e Buone Feste!
Tour esclusivo nel magazzino Eastman/Kodak
Posted in Culture, History of photography, Interview, People, video, tagged Eastman, fotografia, Kodak, museum, storia, tour, video on 09/12/2015| Leave a Comment »
Mi displace molto per chi non ama i video (specie quelli un po’ lunghi) o per chi non avrà il tempo di vedere quello che propongo oggi.
Ebbene sì, dura oltre un’ora, ma non posso rinunciare a condividere questo documentario prodotto da Cris Marquards, autore del podcast “Tips from the Top Floor” che ci porta all’interno dell’enorme magazzino privato del George Eastman Museum, a New York.
Si tratta del deposito contenente il corposo archivio di attrezzature fotografiche di proprietà dalla fondazione creata dall’inventore della Kodak e diretto dal curatore Todd Gustavson.
È una delle più ricche ed importanti collezioni del mondo e c’è di tutto: dai dagherrotipi ai primi bulbi flash, dai prototipi di fotocamere digitali ai classici che sono stati venduti in milioni di esemplari.
Buona visita!
🙂
I flash Magicube
Posted in Culture, Flash shots, History of photography, Technique, tagged 70, 80, analogico, anni, cubi, film, flash, Instamatic, Kodak, Magicube, magnesio, settanta on 13/02/2014| 22 Comments »
Se non li ricordi meglio per te, vuol dire che sei ancora abbastanza giovane 🙂
I cubi flash furono introdotti negli anni settanta e rappresentarono una vera innovazione. Prima si dovevano inserire lampadine al magnesio direttamente sui contatti del flash: una lampadina per ogni foto. Erano delicate ed avevano continui problemi elettrici che causavano cilecche e scatti rovinati: una vera noia. Con il cubo tutto divenne più semplice: conteneva quattro lampadine con relativo riflettore e si inseriva in un apposito alloggiamento sulla fotocamera. Dopo ogni foto ruotava per presentare la nuova lampadina pronta per l’esposizione successiva. Quattro foto senza pensieri, poi il cubo si buttava e ce ne voleva un altro. Anche se un po’ costosi, per quei tempi erano una meraviglia.
Ma la vera rivoluzione commerciale furono i Magicube, che funzionavano senza contatti elettrici grazie ad un comando meccanico che innescava un piccolo fulminante contenuto nel cubo stesso. Erano contrassegnati da una X e divennero lo standard per nuove fotocamere popolari più semplici ed economiche, non dotate di batteria e circuiti elettrici.
In quegli anni è così che si andava ad una festa: la Kodak Instamatic e tre cubi flash. Dodici scatti da centellinare.
I Magicube sono ormai un ricordo, la produzione è più o meno cessata verso la fine degli anni ottanta, anche se non è impossibile trovarne ancora qualcuno.
Se un giorno te ne dovesse capitare un esemplare tra le mani, trova una vecchia macchinetta in grado di scattare con questi flash e non perderti l’emozione antica di un bel lampo al magnesio.
Le prime foto alla portata di tutti
Posted in Black and White, Culture, History of photography, People, Photography portraits, tagged amatoriale, fotografia, Kodak, ottocento, per tutti, storia on 08/10/2013| 3 Comments »

Uomo seduto che legge, 1888. Collezione del National Media Museum/Kodak Museum
“You Press the Button, We Do the Rest”
(tu premi il bottone, noi facciamo il resto).
E’ uno slogan che forse non ricordi perché risale a centoventicinque anni fa. Lo inventò George Eastman per il lancio della prima macchina fotografica Kodak destinata al grande pubblico.
Era un modello rudimentale ma innovativo e fu messo sul mercato al prezzo di 25 dollari, una cifra allora considerata abbordabile dalla classe media americana, più o meno equivalente a 600$ di oggi.
Quello sopra è uno scatto realizzato nel 1888 da uno dei tanti comuni acquirenti di questa semplice fotocamera che, sebbene paragonata alle nostre di oggi appaia come poco più di una scatola, rappresenta un fondamentale punto di svolta e un importante cambiamento. Con questa idea Kodak fu capace di portare la macchina fotografica in migliaia di case, ma anche in un terreno che allora era ancora da esplorare, quello della fotografia per tutti.
La Kodak autographic
Posted in Black and White, Culture, History of photography, Technique, tagged annotazioni, autografica, brevetto, data, informazione, Kodak, note, ora, permanente, storia, tecnica on 06/09/2013| 4 Comments »
Oggi diamo per scontato che ogni foto sia automaticamente associata a data ed ora dello scatto, ma non è sempre stato così. In passato i fotografi non avevano alcun riferimento informativo esterno associato all’immagine. Tra lo scatto, lo sviluppo e la stampa poteva poi passare anche molto tempo, e questo rendeva facili le incertezze sul momento in cui era stata realizzata la fotografia. Ma nel 1914 Kodak lanciò sul mercato una macchina innovativa: la Autographic.
Era l’applicazione di una delle pensate di Henry Jacques Gaisman, inventore anche del rasoio di sicurezza a lamette usa e getta, il cui brevetto fu acquistato da Kodak per produrre il nuovo modello di fotocamera.
Il funzionamento era semplice: sul dorso della macchina era presente un’apertura attraverso cui si poteva scrivere direttamente sul bordo della apposita pellicola “Kodak Autographic”, che era trattato con uno strato di speciale tessuto nero. La pressione della scrittura rendeva la zona del tratto sensibile alla luce e lasciava quindi che si impressionasse, associando così la nota scritta al fotogramma. Un metodo permanente, semplice ed utilissimo, non solo per segnare data ed ora, ma anche utili annotazioni riguardanti lo scatto.
Il sistema Autographic fu proposto anche come retrofit per tutti gli altri modelli Kodak già in commercio e per rendere “autografica” una fotocamera bastava cambiare il dorso ed usare la pellicola speciale.
Kodak propose questo sistema dal 1914 al 1932, anno in cui cessò la commercializzazione a causa dello scarso successo raggiunto. Da quel momento in poi i fotografi tornarono a non avere informazioni “direttamente” legate all’immagine… fino all’avvento del digitale.
Curioso eh?
Il reattore Kodak
Posted in Culture, History of photography, tagged Eastman Kodak, fotografia, Kodak, New York, nucleare, popolazione, reattore, Rochester, Rochester New York, segreto, uranio on 24/05/2012| 2 Comments »
Alcuni giorni fa è stata diffusa la notizia che la Kodak, prima del fallimento, ha posseduto per circa trent’anni, un piccolo reattore nucleare privato nel suo quartier generale a Rochester, New York.
Pare che fosse un oggetto principalmente destinato a ricerca e studi sulla purezza dei materiali, ma per certo era caricato con almeno un chilo e mezzo di uranio 235 ad un livello di purezza equivalente a quello delle testate atomiche.
Il reattore era posto in un bunker sotterraneo protetto da sistemi di sicurezza e pareti di oltre mezzo metro di spessore. La segretezza che ha coperto questa installazione è stata assoluta, roba da mettere i brividi, visto che l’oggetto si è trovato per così tanto tempo nel bel mezzo di un’area densamente popolata.
Devo dire che questa storia getta una luce tutta diversa e decisamente inquietante sul vecchio motto Kodak che diceva: “Voi schiacciate il bottone, a tutto il resto pensiamo noi“.
🙂
[p.s. Che cosa potrebbero avere Canon e Nikon in cantina?]
Conoscenza ed attrezzatura
Posted in Culture, tagged analogico, Aperture, approfondimento, attrezzatura, Canon, conoscenza, Cuba, cultura, digitale, DX, fotografia, Fuji, full frame, Ilford, Kodak, Lightroom, Mac, Nikon, Olympus, passione, PC, Pentax, photography, scelte, Sigma, storia, studio, Tamron, tecnica on 11/02/2011| 6 Comments »
Nikon o Canon, Pentax o Olympus, Sigma o Tamron, Kodak o Fuji, full frame o DX, Aperture o Lightroom, digitale o analogico, Mac o PC…
Probabilmente è un comportamento proprio della natura umana ed è sempre la stessa storia: tendiamo perennemente a dare enorme importanza alle scelte di attrezzatura, a quelle componenti che inesorabilmnte poi dimostrano di essere solo elementi passeggeri destinati all’obsolescenza.
Così come un tempo c’era chi sguainava la spada in difesa della carta Ilford contro l’Agfa o della superiorità del telemetro, oggi c’è chi si appassiona a mille altre contrapposizioni tecnologiche, altrettanto destinate all’oblio.
Se si guarda però a chi ha lasciato davvero un segno nella storia della fotografia ci si accorge come questo atteggiamento sia stato quasi sempre trascurato dai grandi maestri.
Prendiamo Edward Weston. Fotografava con macchine di seconda mano, mezze sgangherate, lenti pessime e tutt’altro che di buona qualità. Eppure i suoi sono capolavori.
Non è l’attrezzatura che fa le foto.
Il punto non è se hai una fotocamera Canon o una Nikon, se fotografi in digitale o su pellicola.
Il punto è la conoscenza, da cui consegue la capacità di capire e sfruttare ciò che si ha a disposizione e le opportunità che ci capitano.
La conoscenza permette alla creatività di esprimersi a pieno. E’ questo il fattore che fa la differenza.
Da sempre si sente dire che “è il fotografo che fa la foto”. E’ una gran verità subito dimenticata nei gironi delle proposte commerciali di questa o quella nuova fotocamera, di questo o quell’obiettivo.
Ma la prossima volta che senti quella fatale attrazione verso l’acquisto di un nuovo pezzo di attrezzatura fermati un attimo; pensa a cosa potrebbe voler dire investire quella stessa quantità di soldi in conoscenza.
Un libro, un workshop, un viaggio.
Sono totalmente convinto che in fotografia, come del resto in tante altre attività umane, la conoscenza superi di gran lunga in importanza l’attrezzatura.
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Let the children Kodak
Posted in Culture, History of photography, tagged 1910, ad, advertising, anuncio, blog, brownie, camera, century, Eastman Kodak, fotocamera, fotografia, Kodak, pega, photography, post, pubblicità, secolo, storia, ventesimo secolo on 14/11/2010| Leave a Comment »
È di oltre un secolo fa, esattamente dell’Aprile del 1910, questa pubblicità sul settimanale statunitense Saturday Evening Post.
Era un annuncio di una modernità quasi sconcertante : parlava di fotocamere “alla portata di tutti”, oggetti che esprimono il loro potenziale anche “nelle mani di un bambino”.
Per chi non ha dimestichezza con l’inglese posto qui sotto la traduzione.
Vale la pena leggerla oggi, nell’era del digitale, delle compatte da 16Mpixel e dei telefoni con fotocamera… e pensare che si tratta di un annuncio che ha più di un secolo…
“Niente è più divertente per i bambini, di fare fotografie.
E sarai sorpreso di scoprire che splendide foto può fare anche un ragazzino di sette o otto anni con una Brownie o una Kodak.
I loro scatti sono particolarmente interessanti quando ci sono due o più fratellini in famiglia. Le foto che si fanno reciprocamente non sono solo un divertimento per loro ma rimangono fonte di gioia per i genitori quando i ragazzi crescono.
Queste immagini colpiscono perchè sono spontanee : mostrano i ragazzi come sono, nei luoghi intorno a casa, dove vivono tutti i giorni.
E poi la fotografia è educativa; insegna ad osservare; mostra alle giovani menti che vale la pena fare le cose per bene – ed oggigiorno non è costosa.
Le fotocamere Brownie costano da uno a dodici dollari, una molto buona che scatta immagini 2,25×3,25 costa solo due dollari. Poi ci sono le Kodak da cinque dollari ed oltre, in varietà per tutti i gusti e scopi.
E tutte con la “Semplicità Kodak”.
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