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Posts Tagged ‘attrezzatura’

A good car is forever

A good car is forever (in Cuba) – © Copyright 2004 Pega

Nikon o Canon, Sigma o Tamron, full frame o DX, digitale o analogico, Mac o PC…
È la natura umana ed è sempre la stessa storia: tendiamo a dare enorme importanza alle scelte di attrezzatura, a componenti che prima o poi dimostrano di essere solo elementi transitori destinati all’obsolescenza.
Così, come un tempo c’era chi sguainava la spada in difesa della carta Ilford contro quella Agfa, o magari professava la superiorità del telemetro, oggi c’è chi si appassiona a mille nuove contrapposizioni tecnologiche, altrettanto destinate all’oblio.
Se si guarda però a chi ha lasciato davvero un segno nella storia della fotografia, ci si accorge come questo atteggiamento non sia mai stato seguito dai grandi maestri.
Prendiamo Edward Weston: fotografava con sgangherate macchine di seconda mano, lenti economiche, spesso pessime, eppure i suoi scatti sono capolavori assoluti.
Non è l’attrezzatura che fa le foto. Il punto non è se hai una fotocamera Canon o una Nikon, se fotografi in digitale, su pellicola o con lo smartphone.
Il punto è la  conoscenza, da cui consegue la capacità di capire e sfruttare ciò che si ha a disposizione e le opportunità che capitano. La conoscenza permette alla creatività di esprimersi appieno; è questo il fattore che fa davvero la differenza.

Si sente spesso dire che “è il fotografo che fa la foto”; è una gran verità che subito viene dimenticata nei gironi delle proposte commerciali di nuovi obiettivi e fotocamere.
Sai che ti dico? La prossima volta che sentiamo quella fatale attrazione verso l’acquisto di un nuovo pezzo di attrezzatura fermiamoci un attimo; pensa a cosa potrebbe voler dire investire quella stessa quantità di denaro in conoscenza.
Un libro, un workshop, un viaggio.
Sono convinto che in fotografia, come del resto in tante altre attività umane, la conoscenza superi di gran lunga, in importanza, l’attrezzatura.

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David Bowie, 1982

David Bowie – Copyright Helmut Newton, 1982

Helmut Newton diceva “le cose sono già abbastanza complicate e non c’è bisogno di renderle ancor più complesse”. Seguendo questa idea, lavorava con un’attrezzatura semplice e quasi basica, perché ciò gli permetteva di avere più tempo da dedicare alle sue modelle, perché ciò era per lui la cosa più importante.
La tecnologia spesso ci distrae, svia la nostra attenzione dal flusso creativo e ci rende ossessionati dall’attrezzatura o dai dettagli tecnici, quando invece dovrebbe supportarci e facilitare il nostro estro.
È frequente sentire fotografi che sognano un nuovo obiettivo o una nuova fotocamera, convinti che tale pezzo possa migliorare la loro fotografia. L’insegnamento di Helmut Newton ci dice invece che è la semplicità che dobbiamo cercare, focalizzandoci su ciò che è davvero importante e lavorando sulle nostre insicurezze, che non verranno certo risolte con l’acquisto di nuova attrezzatura.
Newton usava fotocamere ordinarie e dichiarò più volte di prediligere, specie per la street photography, impostazioni automatiche, lasciando alla macchina il “lavoro sporco dei dettagli tecnici” per concentrarsi completamente sulle opportunità di scatto che gli capitavano, sulle inquadrature e sul contatto con le persone.
Non c’è attrezzatura giusta o sbagliata, dobbiamo solo scegliere il setup più semplice che ci consente di fare le foto che vogliamo fare. Parola di Helmut.
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Può un’immagine simboleggiare lo sgomento di un fotografo? Suscitare esclamazioni o peggio richiamare imprecazioni che fluiscono senza controllo?
Ebbene, a volte anche i più seri professionisti imprecano, e quello che vedi sotto è un tipico esempio di ciò che può provocare questo sgradevole fenomeno.

Teleobiettivo sbattuto
L’obiettivo raffigurato è un tele Sony da 500mm F4, una lente professionale dal valore di circa 15.000 dollari che lo sfortunato Canonjon, fotografo brasiliano di San Paolo, ha “sentito” cadere rumorosamente a terra.
Il pesante silenzio seguito allo schianto è durato solo un istante e non è difficile immaginare il volume della sua reazione in verace lingua portoghese, quando ha realizzato la triste realtà causata dall’aver montato la pesante e preziosa attrezzatura su un treppiede non all’altezza della situazione.

sony 500mmDalle informazioni disponibili sul profilo Instagram di Canonjon non è spiegato se, ed a quale costo, sia stato possibile riportare in salute il bel cannone (che vedi qui a fianco nel suo massimo splendore prima del danno), quello che è certo è che da una lezione del genere si impara. Eccome si impara!

😐

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David Bowie, 1982

David Bowie – Copyright Helmut Newton, 1982

Helmut Newton diceva che le cose sono già abbastanza complicate e non c’è bisogno di renderle ancor più complesse. Lavorava con un’attrezzatura semplice, quasi basica, perché ciò gli permetteva di avere più tempo da dedicare alle sue modelle, e questa era per lui la cosa più importante.
La tecnologia spesso ci distrae, svia la nostra attenzione dal flusso creativo e ci rende ossessionati dall’attrezzatura o dai dettagli tecnici, quando invece dovrebbe supportarci e facilitare il nostro estro.
È frequente sentire fotografi che sognano un nuovo obiettivo o una nuova fotocamera, convinti che tale pezzo possa migliorare la loro fotografia. Ma l’insegnamento di Helmut Newton ci dice invece che è la semplicità che dobbiamo cercare, focalizzandoci su ciò che è davvero importante e lavorando sulle nostre insicurezze, che non verranno certo risolte con l’acquisto di nuova attrezzatura.
Newton usava fotocamere ordinarie e dichiarò più volte di prediligere, specie per la street photography, impostazioni automatiche, lasciando alla macchina il “lavoro sporco dei dettagli tecnici” per concentrarsi completamente sulle opportunità di scatto che gli capitavano, sulle inquadrature e sul contatto con le persone.
Non c’è attrezzatura giusta o sbagliata. Dobbiamo solo scegliere il setup più semplice che ci consente di fare le foto che vogliamo fare. Parola di Helmut.
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Non si tratta di quella del Brunelleschi, nemmeno di San Pietro; la Cupola di cui parlo oggi è sulla IIS: la Stazione Spaziale Internazionale.
È un luogo fantastico da cui sono state scattate tra le più belle foto mai fatte al nostro pianeta ed è un posto che molti farebbero carte false per poter visitare, anche solo per un momento, ne sono sono sicuro.
Nel video qui sotto l’astronauta Jeff Williams ci mostra questa meraviglia ma anche alcuni notevoli pezzi della ricca attrezzatura fotografica usata in orbita dalla NASA.
Fa uno strano effetto vedere una pesante Nikon D4x con un enorme teleobiettivo da 800mm ruotare senza peso tra le mani di Jeff. Ho pensato: chissà, forse è anche grazie a questa “leggerezza” che le foto riescono così bene agli astronauti… O forse proprio no 🙂 🙂 🙂
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Mappamondo by Livietta

Mappamondo – © Copyright 2011, Livietta

Ogni tanto mi torna l’impulso di comprare un bel fisheye. È un’ottica di grande personalità che aiuta gli scatti creativi.
Il fisheye permette di “inquadrare tutto”, abbracciare a 180 gradi (o anche più in qualche caso) quello che vedi e portarlo sul fotogramma.
E’ una lente molto divertente da usare, magari senza abusarne.
C’è un solo problema: i fisheye sono costosi; quelli di qualità anche molto costosi.
E allora che fare? Beh, si può cercare qualche alternativa economica. Sul mercato c’è una discreta offerta di ottiche “aggiuntive” che, messe davanti ad un normale obiettivo, lo trasformano in un forte grandangolare, con risultati di inquadratura vicini a quelli di un fisheye. La qualità di questi prodotti non è sempre eccelsa, ma va detto che per questo tipo di fotografia, si può accettare anche qualche compromesso; la foto qui sopra è un ottimo esempio dell’uso di questi oggetti.

Vuoi spendere ancora meno? Beh, c’è una ulteriore possibilità: lo spioncino del portone.
Basta comprarsene uno per pochi euro, inventarsi un modo per piazzarlo davanti all’obiettivo ed ecco fatto fisheye.
Su internet ci sono decine di tutorial su come fare.
Eccotene alcuni; c’è solo l’imbarazzo della scelta.
🙂



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Non è proprio un titolo da rubrica “cinema e fotografia”, ma solo un simpatico video quello che ti propongo oggi. Realizzato dal fotografo francese Serge Ramelli è una breve scenetta a proposito di quanto le dimensioni dell’attrezzatura svolgano un ruolo che, a volte, va un po’ oltre la mera necessità tecnica…
Mai assistito a niente di simile? Io dico di sì!
🙂

[Fonte: ISO1200]

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Statistiche furti 2015Quella dei furti è una piaga senza fine che, ovvio, non riguarda solo i fotografi ma di certo li vede tra le vittime più appetibili visto che l’attrezzatura fotografica rappresenta un bottino dal buon valore, facile da ricettare.
Tra le varie iniziative nate per cercare di proteggersi c’è LensTag, un servizio online che consente di registrare gratuitamente la propria attrezzatura ed inserirla in un database che permette di controllare i numeri di serie.
Proprio LensTag ha pubblicato una ricerca che per l’anno 2015 mette l’Italia ed in particolare Roma, al primo posto al mondo tra le città in cui viene rubata più attrezzatura fotografica. E’ proprio un bel primato di cui andare fieri… 😦
Altro dato interessante riguarda le automobili (in particolare pare quelle prese a noleggio) che si sono dimostrate, in quest’anno, il luogo meno sicuro in assoluto dove tenere le nostre care cose fotografiche…
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Statistica furti attrezzature foto nel mondo
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[Fonte: Petapixel]

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Nonostante negli anni abbia imparato a ridurre la quantità di attrezzatura fotografica che porto in giro, mi trovo sempre a dover gestire la questione dello zaino, in particolare quando si tratta del tema “unico bagaglio a mano” in aereo. So che condivido queste piccole problematiche con una certa quantità di fotografi e quindi oggi propongo un video in cui Pete Leong ci mostra la sua soluzione. Non è una vera e propria novità, i giubbotti da fotografo esistono da sempre, però va detto che si sono molto evoluti negli ultimi anni.
Pete ci spiega la sua “Press Photo Vest” e come la usa per superare il problema dei limiti sul bagaglio a mano tipici delle linee aeree low cost.
Se avrai la pazienza di guardarlo, vedrai come estrae dal giubbotto due grosse reflex professionali, vari obiettivi, flash, documenti vari ed anche un notebook (!).
Non credo che lo adotterò, comunque… Niente male.
🙂

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Pega's backpack

Weekend assignment #92 – © Copyright 2013, Pega

Tempo di ferie (forse), magari occasione di qualche viaggio o escursione, e così riecco le discussioni su che attrezzatura portare, che borsa usare e quali accessori includere.
Ogni volta capita di doverci un po’ riflettere. In qualche caso si è nella condizione di poter portare tutto ciò che ci pare, altre volte ci sono di mezzo i limiti di peso dei viaggi aerei, oppure si è optato per una escursione “zaino in spalla”, dove ogni grammo è qualcosa in più da trascinarsi dietro.
Trovo sempre divertente questa fase di valutazione, e forse è per questo che oggi mi ritrovo con tre o quattro borse/zaini fotografici diversi ed un sacco di aggeggi che ogni volta devo soppesare.
Tu con cosa viaggi, fotograficamente parlando? Scegli un set leggero, minimale ed agile, od opti per avere sempre e comunque tutto l’occorrente per non lasciarti sfuggire nessuna opportunità?
Personalmente ho iniziato a cercare sempre maggior leggerezza: pochi elementi fondamentali, a volte anche una sola lente, ma sempre e comunque un buon flash. In tante occasioni mi piacerebbe avere con me un treppiede ma… molte volte vince la pigrizia e lo lascio a casa 🙂

Qui sotto un esempio di qualcuno che la pensa un po’ come me: David Hobby, mitico blogger e guru del mondo del flash (www.strobist.com) che racconta cosa porta con sé nei brevi viaggi.
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