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Posts Tagged ‘self’

Buzz Aldrin


Mentre gira intorno al pianeta Terra il 14 Novembre 1966 l’astronauta Edwin Eugene Aldrin (detto “Buzz”), decide di farsi un bell’autoscatto durante l’escursione fuori dalla capsula. Il bagliore del sole, insieme alla forma distorta del nostro mondo, si riflettono sul suo casco; dietro di lui c’è lo spazio profondo. Era la dodicesima orbita della missione NASA Gemini XII.
Altro che quelli che oggi imperversano sui social network… Questo sì che può essere definito un selfie spaziale!
🙂

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SelfiePensavi che il “selfie” fosse una moda del presente? Un gesto legato alla diffusione di fotocamere compatte e smartphone? Beh no, eccoti un esempio.
Siamo nel 1920 a New York. Sul tetto di un edificio che si affaccia sulla Fifth Avenue, cinque uomini posano per un autoscatto. La fotocamera è grossa e probabilmente un po’ pesante, così in due la sorreggono. Le loro braccia sfuggono ai lati dell’immagine che risulta grandangolare, con i soggetti al centro rimpiccioliti in modo innaturale. Non c’è distorsione curva ma solo prospettica e viene da pensare che possa trattarsi di una macchina fotografica stenopeica.
Forte eh? E lo sai cos’è il bello? Di questo scatto c’è pure il backstage!

🙂

Oldest selfie backstage

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Go Pro

Copyright Axel Tritton

Ci sono situazioni in cui non basta appoggiare la macchina da qualche parte per farsi un autoscatto. Ad Axel Tritton, qui sopra, non sarebbe stato sufficiente nemmeno un buon treppiede e neanche un passante disponibile a premere il pulsante di scatto. Forse un palloncino ad elio con appesa la fotocamera avrebbe potuto fare al suo caso ma, in effetti, un buon bastone telescopico era la soluzione più semplice.
Axel ed il suo collega avevano appena passato la notte appesi alla parete di El Capitan, nel parco Yosemite ed un autoscatto proprio ci stava bene.
A volte farsi un bel “self” è un ottimo modo per documentare un’esperienza personale e, anche quando non si tratta di una scalata di tre giorni su una parete a picco in California, realizzare autonomamente una foto che documenti un momento memorabile, è un’opportunità che ogni buon fotografo non dovrebbe mai lasciarsi sfuggire.
E così, pensando a qualche tua prossima avventura, valuta quale potrebbe essere l’accessorio ideale per un autoscatto memorabile. Sì, ok, il bastone telescopico è carino, ma sai quale sarebbe un’altra idea? Un drone volante radiocomandato!
😀 😀 😀
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NASA curiosity

Se in questi giorni davvero il mondo finisce c’è chi si godrà lo spettacolo.
La sonda NASA Curiosity è lì su Marte, bella tranquilla, piazzata a distanza di sicurezza. Sono pronto a scommettere che ha già rivolto le sue fotocamere verso la Terra in attesa del possibile evento.
Nei mesi scorsi ci ha già inviato un bel po’ di immagini della superficie del pianeta rosso ed anche della Terra ma tra le foto che più mi hanno affascinato c’è il fantastico e vanitoso autoritratto che puoi vedere sopra. E’ stato realizzato scattando 55 foto da angolazioni diverse usando la fotocamera posizionata sul braccio mobile estensibile e processata dalla NASA per ottenere un’unica immagine in cui il braccio non è più visibile, apparendo scattata come se il “vanesio” robot Curiosity avesse piazzato un treppiede per farsi un autoscatto.

Image credit www.nasa.gov

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Robert Cornelius

Era l’Ottobre del 1839. Robert Cornelius era un esperto di chimica e metallurgia che lavorava al servizio di una coppia di imprenditori americani nel neonato e promettente settore della fotografia: Joseph Saxton e Paul Beck Goddard.
Negli Stati Uniti il metodo inventato dal francese Daguerre ed importato oltreoceano da Samuel Morse (si quello del codice telegrafico) si stava spandendo a macchia d’olio.
Uno dei maggiori limiti di questa nuova industria era però la lentezza del processo.
Il dagherrotipo infatti, oltre a richiedere una lunga e laboriosa preparazione della lastra ed una serie di attente operazioni per lo sviluppo, necessitava anche di esposizioni lunghssime. Ciò limitava molto le possibilità di sfruttamento dell’idea a fini ritrattistici perchè era davvero molto difficile far stare perfettamente immobili i soggetti per decine di minuti.
Per questo, come molti altri in contemporanea, i datori di lavoro di Cornelius stavano cercando una strada per abbreviare questi tempi, sfruttando tecniche meccaniche, fisiche e chimiche.
Fu così che durante una serie di esperimenti che combinavano una particolare tecnica di lucidatura della lastra con l’uso di un accelerante chimico, Cornelius decise di effettuare un autoritratto.
Tolse il tappo all’obiettivo e si piazzò davanti alla fotocamera per poco più di un minuto.
Il risultato non fu niente male per il brevissimo tempo di esposizione utilizzato e fu così che la sua tecnica fu perfezionata e contribuì significativamente allo sviluppo di questo settore.

Ma quel che forse più conta è che questo fu sicuramente il primo autoritratto della storia della fotografia.
E’ un’immagine in cui appare  un giovane un po’ scapigliato ma molto attento e concentrato sul suo lavoro. Alcuni studiosi considerano questa lastra addirittura come il primo vero ritratto ravvicinato di una persona eseguito con una tecnica fotografica.
Il “self” di Robert Cornelius fa parte dell’archivio Daguerreotype collection della Library of Congress, consultabile anche online.

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Ipotiposi

No object is so ugly that, under certain conditions, it will not look beautiful.

(Original quote by Oscar Wilde : “No object is so beautiful that, under certain conditions, it will not look ugly.”)

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