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Posts Tagged ‘creatività’

Beach no more

Beach no more – © Copyright 2009 Pega

Sarà che le previsioni meteo per la nostra photowalk a Firenze non sono proprio incoraggianti e quindi un po’ di scaramanzia non guasta, oppure è solo la stagione che lo suggerisce… quel che è certo è che non posso resistere a proporre come tema per questo weekend assignment: i segni della pioggia.

L’idea dei weekend assignment è semplice: io ti propongo un tema fotografico da svolgere durante il fine settimana e tu, se vuoi, puoi partecipare scattando qualche foto.
Lo spirito è quello di fotografare seguendo un soggetto o un argomento stabilito a priori. È un esercizio che stimola la creatività ed oltre a risultare divertente, non di rado provoca risultati interessanti.
Per questo sessantottesimo weekend assignment prova a realizzare qualche scatto secondo il tema che ho proposto. La pioggia è ricca di fascino ma forse lo sono ancor di piu i segni riconducibili ad essa. Ė questa la sfida per il fine settimana: rappresentare la pioggia in modo indiretto, fotografando i segni che la annunciano, oppure le tracce del suo passaggio, o i suoi effetti, ma anche anche qualsiasi altro richiamo ad essa.
Paradossalmente anche una foto ad un terreno arido per la mancanza di precipitazioni può essere uno scatto che parla della pioggia, ma senza mostrarla direttamente.
In questo weekend dedica qualche tuo scatto a questa idea fotografica e poi, se vuoi, condividi una tua foto in un commento a questo articolo, mettendo il link al risultato del tuo lavoro.
Buon divertimento!

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Anuschka Blommers and Niels Schumm sono due creativi olandesi specializzati in un genere piuttosto originale che mescola elementi fashion con la pura fotografia artistica. Le loro immagini sono state pubblicate su riviste come il NY Times Magazine, Purple ed Interview.
Ho trovato questi scatti nel portfolio sul loro sito. Si tratta di still life piuttosto originali in cui oggetti normali sono immortalati in modo da apparire erotici.
Sono foto che trovo geniali nella loro efficacia e semplicità.
Un esempio di cosa sia possibile fare con giusto un pizzico di tecnica e tanta creatività.

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Giulia

Giulia – © Copyright 2009 pega

L’idea questa: a weekend alterni propongo un tema fotografico da svolgere durante il fine settimana. Se ti va puoi partecipare scattando qualche foto. Tutto qui.
Lo spirito dell’assignment è quello di vincolare il fotografo a seguire un filo, un tema che lo costringe a stimolare la sua creatività in un ambito predeterminato. Per qualcuno è una cosa che facilita e diverte, per altri è una sorta di tortura, in ogni caso non è raro ritrovarsi con risultati interessanti.
Per questo sessantasettesimo weekend assignment il tema è: il Vintage.
Vai in cerca di soggetti e dettagli con il sapore dei tempi che furono ma anche con quel fascino che caratterizza alcune cose del passato.
Interpreta questo tema come meglio ti pare, girovagando per mercatini delle pulci, rovistando in cantina o a caccia di spunti per le strade della tua città. In questo fine settimana prova a realizzare qualche foto seguendo questo tema. Il passo successivo è quello di condividere, in un commento, il link al risultato del tuo lavoro.
Buon divertimento!

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Zissou

Zissou, 1911 – Photography by J.H.Lartigue©Ministère de la Culture-France/AAJHL

Ogni tanto ritorno su questo argomento. Sarà perchè ho conosciuto musicisti alla perenne ricerca del suono perfetto e fotografi mai paghi della qualità delle loro immagini… Il fatto è che ci sono molti casi in cui la ricerca di perfezione è tale da distogliere dal vero obiettivo: quello di produrre buona musica (o fotografie).
Per alcune persone il perfezionismo è qualcosa che ha uno stretto legame con la procrastinazione. L’autocritica e la preoccupazione di produrre qualcosa che gli altri potrebbero criticare può portare a non completare un bel niente.
Ci sono un sacco di bravi fotografi che presi in questa sorta di trappola, tengono il loro lavoro chiuso in un cassetto. Aspettano eternamente che sia “perfetto” senza mai arrivare a pubblicarlo e renderlo visibile agli altri. In genere le motivazioni che vengono addotte sono sempre di natura tecnica e mai artistica, come se in qualche modo la tecnica contasse di più.
Spesso si sente dire che i grandi artisti sono dei perfezionisti.
Ecco, forse è proprio questo uno dei dettagli che li contraddistingue: riuscire a bilanciare la voglia di perfezione con il saper intuire quando accontentarsi ed esporsi. E forse anche la capacità di saper gestire gli aspetti tecnici in modo tale da impedire che divengano prevalenti o, peggio, un ostacolo alla creatività.

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viewcameraUn paio di volte al mese propongo una sorta di missione fotografica da svolgere nel fine settimana. È un piccolo esercizio che stimola la nostra creatività.
Questo weekend l’idea è un po’ diversa dal solito perchè in questo caso non c’è un tema su cui realizzare l’immagine. Stavolta l’assignment non è sul cosa ma sul come.
La proposta è dunque questa: non importa cosa fotografi, l’importante è che il tuo scatto sia realizzato usando quello che forse è l’accessorio più emblematico ed immortale della storia della fotografia, ovvero il treppiede.
Fotografare con il treppiede è diverso: ti costringe a rallentare, pensare, studiare posizione ed inquadratura. Il treppiede ti fa apparire agli altri in modo diverso ed anche questo si può riflettere sul risultato, in qualche caso anche impedirlo proprio. Il treppiede permette di fare scatti evoluti, magari complessi o raffinati e in qualche caso è condizione necessaria per riuscire ad ottenere certi tipi di immagini.

Che tu sia o meno un abituale utilizzatore di questo accessorio intendi provarci con questo assignment? Se sì, ti invito poi a condividere in un commento, il link al risultato del tuo lavoro e, se vuoi, anche ad aggiungere qualche breve nota o dettaglio sullo scatto.
Buon divertimento.

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Pablo PicassoPablo Picasso diceva “i buoni artisti copiano, i grandi artisti rubano“.
Quello della creatività, intesa come “capacità di creare” è un processo che, come tutti i fenomeni naturali, non è discontinuo: niente si crea dal nulla.
La nostra immaginazione lavora sulle basi di ciò che conosciamo, portando qualunque creazione artistica ad essere, in sostanza, una rielaborazione di qualcosa di già esistente.

Anche le creature più fantasiose create dalla mente altro non sono che incroci di esseri reali ed accettare tutto questo è un passo di consapevolezza che Picasso espresse in modo perfetto.
Il copiare-prendere in prestito-rubare in genere avviene in modo inconsapevole; l’artista semplicemente percepisce ed osserva ciò che incontra, ad esempio la natura o il lavoro di altri, assorbe come una spugna, poi introietta, magari rimuove e dimentica.
La fase successiva è rielaborazione e trasformazione, un’opera di remix che risulta nel parto di qualcosa che può essere percepito come originale e nuovo.

Ho trovato molto interessante il video che trovi sotto, tratto da una conferenza TED a proposito di tutto ciò. E’ una lezione tenuta da Kirby Ferguson, scrittore e regista, che ci prende per mano in un viaggio affascinante nei percorsi della creatività.
Sono riflessioni che possono scuotere quello che è il concetto stesso di “originalità”, in particolare se applicati al mondo della fotografia, dove la questione è tabù e spesso fonte di grandi polemiche.
La creatività viene da fuori e non da dentro, dipendiamo gli uni dagli altri, scrittori e cuochi l’hanno capito da secoli. Per molti fotografi accettare questo non è un atto di mediocrità ma una liberazione.

Per chi mastica poco l’inglese questo è il link alla versione sottotitolata del video.
Prenditi 10 minuti e guardatelo tutto, con calma, fino in fondo, ne vale la pena.
.

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Le buone idee creative vengono sempre nei luoghi e nei momenti più impensati: uno spunto per un progetto, l’idea per un post, l’illuminazione per la soluzione di un problema…
Il nostro cervello ha come dei processi in sottofondo, elabora continuamente e sembra tirar fuori le idee migliori proprio mentre si fa tutt’altro. Quel che è peggio è che bisogna star attenti a fissare subito questi spunti, perché a volte si dissolvono come sogni.
E qual’è uno dei momenti più tipici per tutto questo? Certo: sotto la doccia.
Eccoti quindi un mio piccolo segreto scemo: la tavoletta per appunti subacquei (sì, proprio quella usata dai sub) con tanto di matita e gomma, appesa proprio nella doccia.
La tengo sempre li, pronta. E’ l’ideale per cogliere al volo ogni spunto creativo e non lasciarsi fregare dalle buone idee che arrivano “quando meno te lo aspetti”.

😀

Idee creative: la tavoletta nella doccia by Pega

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White stones

White stones – © Copyright 2009 Pega

Trame, dettagli che si ripetono, moduli e forme fatte di vuoti e pieni che si bilanciano…
Da secoli esiste l’arte di creare idee grafiche per caratterizzare i tessuti e dare un’alternativa ai colori uniti, mentre in tempi recenti le textures sono diventate l’elemento fondamentale per dare solidità alle superfici create nella computer grafica.
Ma di textures si può parlare anche in fotografia, possono essere un elemento scelto per rendere più interessante lo sfondo o una superficie, ma anche un vero e proprio soggetto fotografici.
Ed è proprio su questo tema che ti invito a realizzare qualche immagine per il sessantacinquesimo weekend assignment che appunto si intitola: textures.
In questo fine settimana prova a dedicare attenzione alle superfici che normalmente ti circondano, osservale quando la luce le raggiunge in modo radente e scopri quali nascondono forme e trame interessanti.
Crea qualche astratto sfruttando questi dettagli perché proprio questo è lo spirito dell’assignment, poi, se ti va, posta in un commento qui sotto la tua foto condividendo “il prodotto della tua missione”. Confrontarsi è divertente e può aiutarti a scoprire persone che apprezzano le tue immagini.
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Carl Kleiner

A volte è semplice, non servono attrezzature speciali o tecniche complicate. A volte basta un’idea e la voglia di sperimentare.
È il caso di Carl Kleiner, un fotografo creativo reso famoso da alcuni suoi lavori per Ikea. Carl si diverte realizzando immagini curiose basate sul creare composizioni minimali di oggetti che sembrano sfidare la gravità.
Carl KleinerL’esercizio consiste nel posizionare gli elementi in un modo che risulti anomalo, magari aiutandosi con nastro adesivo e fili, ma sopratutto nello sfruttare una tecnica così semplice da poter essere definita addirittura banale: capovolgere la fotocamera.
La rotazione del punto di vista disorienta l’osservatore e costringe la mente a costruire una spiegazione a ciò che viene visualizzato, creando l’impressione di situazioni paradossali.
È qualcosa che tutti possiamo provare a fare, magari scoprendo che ottenere risultati apprezzabili è più facile del previsto.
Io ho l’impressione che sia molto divertente ed intendo provarci. Tu?
🙂

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Sarà perché è estate, fa un po’ caldo e si tende a volersi alleggerire, il fatto è che in questi giorni ho una lieve tendenza minimalista, anche per ciò che riguarda la fotografia.
Oggi però non mi riferisco alle immagini che realizziamo, già lo feci in un vecchio post, ora voglio solo fare una breve riflessione sull’attrezzatura.
La fotografia è un’attività strettamente connessa con l’attrezzatura. Non ci sono dubbi: a parte situazioni davvero particolari “senza fotocamera è impossibile realizzare delle fotografie” ed avere quindi con sè questo oggetto è condizione necessaria per poter fotografare. Ma ci sono momenti in cui l’attrezzatura diviene al tempo stesso necessità ed ostacolo. La tecnica con le relative scelte e decisioni che ci chiede, frena ed imbriglia la nostra creatività, limitando il nostro raggio di azione.
E allora perché ogni tanto non fare una scelta minimalista semplificando al massimo l’attrezzatura per focalizzarsi solo sulle immagini ed i messaggi?
L’esempio più classico di questo passo, che a seconda dei punti di vista può essere considerato in avanti o indietro, è l’uso di una vecchia fotocamera analogica economica a focale fissa.
Scegliendo di andare a far foto con un’attrezzatura di questo tipo ci liberiamo, oltre che dal peso, anche da un sacco di decisioni che qualche volta rischiano di assorbire parte delle nostre energie creative. La focale fissa e le poche o assenti regolazioni ci permetteranno di concentrarci sul vero soggetto della fotografia. Il suo scarso valore ci libererà dalla preoccupazione di perderla o farcela sottrarre, la fotografia su pellicola limiterà in modo naturale il numero di scatti ed azzererà il tempo speso in scelte di postproduzione.
Quasi sempre “meno è di più” ed in genere anche “meglio”.
Ogni tanto vale la pena di ricordarcelo.
🙂

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