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Posts Tagged ‘creatività’

punto contra incendio (aereo)

Punto contra incendio (aereo) – © Copyright 2008 Pega

In genere non ripropongo vecchi assignment. Trovo più interessante andare a scoprire temi sempre diversi, perché è un po’ questo lo spirito: affrontare una piccola sfida fotografica in terreni che non sempre sono quelli congeniali.
Ma stavolta ritorno su un argomento dalle possibilità davvero infinite: una storia in una immagine.
La fotografia, in una singola immagine, può riuscire a racchiudere in sé tutto un racconto. Può far nascere e sviluppare nella mente di chi la osserva, una sequenza di emozioni anche molto ricca.
La storia raccontata da una foto è in alcuni casi più nella mente di chi guarda ed interpreta che non in quella dell’autore, ed è proprio questo uno dei punti di forza e degli aspetti più affascinanti. L’osservatore è libero di proiettare, immaginare ed in qualche modo “prolungare” la fotografia, dandole vita e sviluppo. Al fotografo “solo” il compito di creare queste condizioni.
In questo weekend prova a fotografare cercando di raccontare una storia con una sola immagine. Cogli gli sguardi delle persone, i movimenti degli animali, i luoghi o le tracce di eventi accaduti. Prova qualche scatto che faccia nascere nella mente di chi lo guarderà, l’emozione di vederci un racconto.
Non è facile, ma nemmeno così difficile.
Come propongo sempre, ti invito a pubblicare in un commento qui sotto il link alla tua foto. Condividere è divertente e può portare nuove persone ad apprezzare le tue foto.

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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.

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Perfect imperfections

Perfect imperfections – Copyright 2012 Pega

Perché fotografi?
Che cosa c’è dietro alle tue immagini, anzi dentro?
Usi le tue idee per realizzare le tue foto oppure usi le tue foto per esprimere le tue idee?

Sì. Oggi solo domande. Ogni tanto fa bene, specie se si prova a darsi delle risposte.
🙂

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Jackson Pollock. Autumn Rhythm (Number 30). 1950.

Autumn Rhythm (Number 30) – 1950, Jackson Pollock

Tecnica ed arte sono due concetti legati tra loro ma anche ben distinti.
L’opera d’arte viene creata tramite la tecnica, ma se il prodotto finale diviene qualcosa che ha a che fare solo con la tecnica, allora non è più arte.

Cosa succede però quando la tecnica diviene così originale, così personale, coinvolgente e speciale da divenire essa stessa una forma d’arte?
Bel dilemma eh?
.
🙂
.
P.s. Anche in fotografia? Sì si, anche in Fotografia.

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Do not disturb

Do not disturb – © Copyright 2010 Pega

Ognuno di noi ha una sua condizione creativa in cui si trova maggiormente a proprio agio. Per molti, sottoscritto compreso, è quella di isolamento. Una situazione di solitudine, anche temporanea, che aiuta a dialogare con se stessi e a tirar fuori quello che si vuole provare a trasmettere con la fotografia.

È un isolamento che in passato mi capitò di sperimentare in camera oscura.
Come tanti l’avevo allestita alla buona nel bagno di casa che saltuariamente si trasformava in laboratorio fotografico. Nonostante l’artigianalità, quel luogo permetteva di chiudere fuori tutto e tutti in modo semplice ed indiscutibile. Non c’erano distrazioni, chiacchiere o telefono, mi ritrovavo da solo nella semioscurità, con le mie idee e la possibilità di elaborare spunti e riflessioni, concentrandomi in modo assoluto su quella fase creativa che viene dopo lo scatto.
Ripensandoci mi è capitato più volte di provare una certa nostalgia per quell’ambiente tranquillo ed intimo, quell'”isola di solitudine” così ben funzionante e rispettata ma purtroppo anche scomoda ed un po’ faticosa da gestire, tanto da farne uno dei motivi che per anni ha smorzato il mio interesse per la fotografia.

Oggi, con il digitale, quella situazione di isolamento non è più un passaggio obbligato. Non ci sono più le motivazioni tecniche che ci portavano in camera oscura, ma sussistono ancora quelle creative. Eccome.

Razionalizzando tutto questo, mi sono ritrovato a sentirne la mancanza e a cercare volontariamente di ricreare quella condizione, magari sedendomi al pc al mattino presto o a notte fonda con la luce soffusa, staccando telefono e canali di comunicazione internet, ritrovandomi solamente con le mie foto. Senza distrazioni, rumori, o anche soltanto la possibilità di venire interrotto.

La camera oscura digitale insomma. Credo proprio di non essere il solo… 🙂

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No War

No War – © Copyright 2009 Pega

Se l’unico strumento che hai in mano è un martello, ogni cosa inizierà a sembrarti un chiodo“. Questa celebre affermazione dello psicologo statunitense Abraham Maslow è pura verità, anche in fotografia.
L’effetto “paraocchi” che si verifica quando ci si abitua ad usare un certo strumento, è una delle minacce più serie alla nostra creatività. Questa sorta di “visione” a tunnel nasce quando, nel tempo, si sviluppa piena sintonia con una tipologia di fotocamera o con un setup, e si inizia a pensare lo scatto in funzione di caratteristiche e limitazioni ben precise.
È il caso di chi scatta solo in bianco e nero o solo in un certo formato, oppure di chi predilige un’ottica specifica o un particolare tipo di fotocamera.
Specializzarsi non è sempre e solo un male: permette di trovare meglio un proprio stile, concentrandosi su contenuto e messaggio, per contro porta al fenomeno di cui sopra.
Percepita questa dinamica, capita di iniziare a notarne qualche effetto e decidere di fare maggiori variazioni di attrezzatura e setup, evitando di specializzarsi troppo. Impararne l’uso e scattare con macchine anche molto diverse, mantenendo un certo ventaglio di opzioni e cercando di lasciare sempre un giusto spazio alla sperimentazione, può essere una semplice soluzione al problema della visione a tunnel.

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La fotografia non è forse un’arte perenne ma non si può nemmeno considerare un’arte temporanea: si fa una foto e quella rimane. Una fotografia può tranquillamente sopravvivere al suo creatore ed esistere per un lunghissimo periodo, forse per sempre, adesso che siamo nell’era digitale.
Le arti temporanee sono invece quelle forme espressive dove le opere sono, per definizione, di breve o brevissima durata, momentanee, fruibili solo all’istante oppure per poco o pochissimo tempo, temporanee appunto.

Marilyn by Craig Alan

Marylin – Copyright Craig Alan

Sono arti temporanee la musica dal vivo o il teatro, ma ci sono anche moltissime altre forme d’arte di questo tipo, come ad esempio quella sperimentata da Craig Alan, artista californiano che realizza enormi ritratti di celebrità usando centinaia di comparse. Sono opere di grandi dimensioni, fruibili solo da una certa distanza e sopratutto… solo per brevi momenti.
È qui che può entrare in gioco la fotografia, una seconda forma espressiva che si aggancia alla prima, modificandola e rendendola forse una cosa diversa, ma anche fruibile a molte più persone. È un caso in cui due arti si intersecano, formando una sorta di simbiosi.
E tu hai mai provato a fotografare un’arte temporanea? Vuoi un suggerimento? Ce n’è una meravigliosa che abbiamo tutti i giorni davanti agli occhi. Un’arte che ha il grande pregio di permettere ai suoi artisti di produrre un flusso di opere senza la preoccupazione che queste si accumulino senza limiti.
Quest’arte è la cucina! 🙂
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(Burp)

Cena Ominide

Cena per Ominide – © Copyright 2013, Pega

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Il profilo del cormorano

Il profilo del cormorano – Copyright 2010 Pega

La capacità di sintesi non è solo un problema dei fotografi. Pensa a quante volte chi ti parla si dilunga in eccessive argomentazioni, ripetizioni, racconti di dettagli insignificanti. Non parliamo poi di chi scrive… 🙂
E’ difficile essere sintetici, arrivare subito al punto, evitando tutto ciò che è in più.
Levare è un’arte, una capacità che a volte è un dono, ma che si può anche imparare e coltivare.
Forse molti fotografi celebri sono diventati tali proprio per la capacità di saper determinare che cosa non mostrare nelle loro foto, ed è forse proprio questo uno degli elementi che differenzia un professionista da un comune “possessore di fotocamera”: il saper valutare che cosa eliminare dall’immagine.
Non parlo di quello che potrebbe sembrare l’esercizio di uno stile minimalista, piuttosto della capacità di saper resistere alla voglia di “aggiungere” ed esercitare invece il potere dell’esclusione.
Ho trovato divertente provare a scattare  cercando di seguire questa visione.
Ti suggerisco di provarci.

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starQuanto siamo influenzati dal sapere chi è l’autore di uno scatto? Riusciamo ad essere indipendenti nel giudicare un’opera d’arte? Pesano i pregiudizi?
Nel 2008 il giornalista Gene Weingarten vinse il premio Pulitzer per un esperimento, da lui ideato e condotto, a proposito della capacità del pubblico di saper apprezzare e riconoscere autonomamente la qualità artistica.
L’esperimento consisteva nell’aver fatto suonare il famoso violinista Joshua Bell in una stazione della metropolitana di Washington, filmando la reazione dei passanti con una telecamera nascosta.
In quei giorni Bell stava riscuotendo continui “tutto esaurito” ai suoi concerti in teatri da 100 dollari a biglietto, ma nei 45 minuti di performance nella metropolitana, solo sette persone si fermarono ad ascoltare e l’incasso si limitò a poco più di 20 dollari.
Sono pronto a scommettere che la stessa cosa è identica con le altre forme d’arte, di sicuro con la fotografia.
A cosa è dovuto tutto ciò? Sono i nostri ritmi di vita, la tendenza al “mordi e fuggi”, al quick-cut, che ci stanno rendendo così?
Oppure stiamo semplicemente mettendo da parte la nostra personale sensibilità a favore di un ossequioso ed automatico senso di apprezzamento dell’opera di chi ci viene proposto come “famoso”?

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Chance Meeting

Chance Meeting – © Copyright Duane Michals

Una delle idee creative che, nonostante i miei buoni propositi, non sono mai riuscito ad esplorare, è ispirata al lavoro di un nome che forse conosci, ma forse anche no.
Vidi per la prima volta il lavoro di Duane Michals quasi per caso parecchio tempo fa, guardando le immagini che accompagnavano l’album “Sincronicity” dei Police ed andando a cercare chi fosse il fotografo. Da allora mi è capitato solo raramente di incontrare le sue foto, ma ogni volta che succede ne rimango sempre colpito.

Michals propone un tipo di fotografia che a me appare quasi antitetica rispetto all’approccio dei grandi maestri dell'”attimo decisivo”, il suo stile tende a dilatare il momento e a descrivere un breve lasso di tempo attraverso una serie di fotogrammi realizzati in sequenza.
Ne è un esempio il lavoro sopra intitolato Chance Meeting, una serie di fotografie che mostra due uomini che si incrociano per strada. Un’idea che trovo molto interessante per come spinge l’osservatore a proiettarci una storia, anzi ben più di una.
Michals ha realizzato parecchie di queste sequenze fotografiche, a volte costruendole a volte catturandole, comunque proponendo ogni volta diverse chiavi di lettura che possono andare dall’umorismo alla sensazione di inquietudine.
È un filone creativo che trovo davvero interessante e che, secondo me, spinge a provarci con proprie storie e idee.

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Parallelismi by Pega

Parallelismi – ©Copyright 2010, Pega

Ricreare uno scatto, cercare di riprodurre un’altra fotografia mantenendone o imitandone la struttura, creare qualcosa di proprio partendo dal lavoro di un’altro fotografo (magari famoso) ispirandosi ad una sua immagine. Ecco  il tema per questo weekend assignment: il parallelismo fotografico.
Sono convinto che una delle strade più semplici per migliorarsi in fotografia sia osservare e studiare gli scatti dei fotografi più bravi di noi. Cimentarsi nel ricreare una di queste immagini è un ulteriore passo avanti, che può insegnare molto, rivelando aspetti interessanti delle foto realizzate dai fotografi più o meno celebri, comunque ritenuti bravi.
Per questo fine settimana ti propongo quindi di affrontare questa piccola sfida. Trova una foto di partenza e realizza il tuo scatto “parallelo”. Puoi scegliere di includere l’immagine originale nella tua, come ho fatto io nell’esempio sopra, oppure rendere il parallelo semplicemente ricreando la struttura della foto originale, facendone una tua interpretazione personale.
Se ci vorrai provare, ti propongo poi, come al solito, di condividere qui il tuo scatto inserendolo in un commento qui sotto.

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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.

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