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Vorrei prendere un volo per Seattle, sciropparmi 30 ore tra andata e ritorno solo per andare a stringergli la mano.
A chi? A Chase Jarvis.

Jarvis è un fotografo americano che ha prodotto immagini e servizi pubblicitari per nomi come Volvo, Nikon, Sandisk e molti altri.
In questo video dimostra di aver tranquillamente abbandonato quello che da noi è ancora il frequente atteggiamento di chiusura di molti professionisti (e non) che, anche a livelli molto più bassi, si ostinano a “tenere tutto per se” senza aver capito che la più grande risorsa del futuro, e non solo per quanto riguarda la fotografia, è la condivisione.

Chase Jarvis ci regala il racconto completo e dettagliato di qual’è il suo workflow di gestione dei files delle immagini e con la collaborazione dei membri dello staff del suo studio ci mostra come viene effettuato il trasferimento ed il backup “ultrasicuro” di tutto il loro lavoro.

E’ un video in inglese, forse un po’ ostico per chi non si trova tanto bene con questa lingua ma le immagini ed anche le animazioni sono molto chiare, e ci consentono di sbirciare tra dettagli e “segreti” di uno studio fotografico di alto livello professionale. Non è una cosa da poco.
In questo caso ci viene fatto vedere quanta organizzazione ed attenzione viene dedicata alla conservazione ed allo stoccaggio dei prezioni files di immagini e video prodotti. Un tema che ci interessa MOLTO da vicino… si sa : BACKUP rules!

Thank you Chase! Great guy.

Per chi vuole visitare il suo sito l’indirizzo è www.chasejarvis.com

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Bass Guitar player by Pega

Bass Guitar player - © Copyright 2008 Pega

Può sembrare una banalità ma non lo è…
Se chiedi ad una persona che scrive qual è la cosa più importante per uno scrittore, quale attività più aiuta a sviluppare il talento di saper creare testi interessanti, originali e coinvolgenti, la risposta sarà sempre la stessa: leggere.

Qualcosa di analogo capita quando si parla con chi vive di musica. L’ascolto di una varietà di generi ed il costante contatto con le opere e la produzione altrui, sono il tipico atteggiamento di chi poi trasforma in prodotti musicali la propria vena creativa.

Per le arti visive, e quindi anche per la fotografia, è esattamente lo stesso.
E’ sì importante formarsi tecnicamente ed acquisire le basi per essere in grado di utilizzare con abilità i nostri strumenti, ma altrettanto fondamentale è l’attività di continua “alimentazione” della nostra creatività e capacità di critica attraverso l’osservazione del lavoro altrui, in particolare di ciò che è reputato di livello eccellente, meglio se nel settore che più ci interessa.

Insomma… vuoi essere un bravo fotografo di ritratti? Devi studiare con costanza il lavoro dei grandi del ritratto. Ti interessano i paesaggi o la fotografia naturalistica? Devi assolutamente seguire ed approfondire con regolarità la produzione dei massimi esponenti di questa specialità.
La regola vale per qualunque altro filone fotografico. Le fonti non mancano. Mostre, esposizioni, libri, riviste ed ovviamente internet… ci sono infinite possibilità.

Nonostante questo, che in effetti può anche apparire banale, mi è però capitato più volte di rilevare che, tra gli appassionati di fotografia, questa “voglia” di studiare il lavoro altrui non è così diffusa.

E tu quanto eserciti questa attività di “lettura fotografica”?

🙂

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dagherrotipoPensi che le nuove fotocamere digitali siano un po’ troppo costose per quello che realmente offrono?
Beh, c’è di che consolarsi sapendo che tempo fa è stato battuto ad un’asta di WestLicht Photographica Auction, a qualcosa come 732.000 euro, uno dei primi “Dagherrotipi” costruiti nel lontano 1839.

Il nome di questo tipo di macchina fotografica, la prima a realizzare immagini cosiddette “riproducibili” si deve al suo realizzatore : Louis Jacques Mandé Daguerre , un signore che realizzando questo apparecchio dall’aspetto di una banale scatola di legno, trasmormò in prodotto commerciale l’idea di Joseph Nièpce  e diede così inizio a quella che è la storia della fotografia.

Piuttosto corposo anche il prezzo raggiunto, in quest’asta, dal cosiddetto “mercury box”, un importante ma ormai rarissimo accessorio del Dagherrotipo. Era necessario per la preparazione delle lastre ed è stato venduto alla notevole cifra di 144.600 euro.

E’ così che una vecchia scatola di legno è ora la più antica ed anche la più costosa macchina fotografica al mondo.

🙂

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Lisbon T-rain

Lisbon T-rain - © Copyright 2010 Pega

Rieccomi a proporti un assignment fotografico.
Questo weekend il tema è il giallo !
Il giallo è vita, allegria, speranza… o qualunque altra emozione ti trasmetta. Il giallo è notevolmente fotogenico e… sul sensore (o sulla pellicola) della tua fotocamera non satura così facilmente come il rosso… ti perdona insomma qualche errore…
E’ divertente cercare il giallo e scovarlo nei dettagli, negli abbigliamenti delle persone, sui mezzi di trasporto o… in natura.

In questi giorni prova a fotografare il giallo e fanne il protagonista assoluto di qualche tua foto.

Poi, come ormai propongo ogni settimana, se vuoi prova a pubblicare in un commento qui sotto il link alla foto sul tuo album online.
E’ divertente ed interessante condividere. E può portare a vedere la tua foto visitatori che la apprezzeranno.

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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.

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Alina(trilok)

Alinatrilok !
No, non sto prendendo lezioni di Klingon…
Alinatrilok è solo in nick di Alina, una persona simpatica e creativa che ho avuto il piacere di conoscere attraverso quella notevole piattaforma  di condivisione che è Flickr.

Seguivo da qualche tempo il suo stream fotografico quando ad un certo punto vedo partire un progetto che mi diverte molto. Si trattava di una serie di fotografie in multiesposizione dedicate ai “vizi capitali”.

Alina, protagonista dei suoi stessi scatti, le ha postate una dietro l’altra nel volgere di alcuni giorni, dimostrando una gran vena creativa, oltre ad una buona dose di ironia, gran simpatia e bravura.

Invidia

Invidia - Copyright 2010 Alinatrilok

Come se non bastasse, il progetto è stato subito seguito da una sorta di “sequel” interamente dedicato ai “dieci comandamenti”.

Tutto questo mi ha spinto a volerla invitare su questo blog per condividere con i lettori la sua simpatia ed originalità.

Alina, come ti è venuto in mente il progetto sui vizi capitali ?
E’ nato la sera che ho finito di fare quello sul pugilato. Pensa e ripensa a cosa fare e così ho deciso di prendere in mano una cosa che avevo già in mente di fare, ma stavolta con la tecnica della multi-esposizione. Non sono andata in ordine di peccato ma di fantasia….cioè dove mi sembrava che lo scatto potesse essere simpatico e non banale.
L’unica foto in cui non ho usato la tecnica della multi-esposizione è stata la lussuria perché volevo essere un po’ più sensuale. Tutte le altre sono una presa in giro.

Che reazioni hai riscontrato tra i tuoi “amici” sul social network ? E tra le persone che ti conoscono “live” ?
Alla maggior parte degli amici sono piaciute le mie “scenette”, chiamiamole pure così, anche perché io mi sono divertita a impersonare tutte le parti, da vera attrice navigata, ahah e quindi penso che nelle foto trasparisse molto questo mio divertimento.
Ho fatto vedere le foto a colleghi di lavoro e ai miei ed erano, primo meravigliati della mia fantasia, secondo molto divertiti

 

Atti impuri

Non commettere atti impuri - Copyright Alinatrilok

C’è poi il secondo progetto, quello sui 10 comandamenti. Dicci due parole anche su quello.
Ecco questo, è nato proprio in ufficio. Quando ho finito i 7 peccati mi sono detta: ” e ora cosa cavolo faccio?” e un’amico scherzando mi ha buttato lì: “i 10 comandamenti”. All’inizio gli ho risposto di noi…poi tornando a casa ho iniziato a pensare ed elaborare quelli che mi ricordavo e buttare giù le prime idee, anche questi in multi-esposizione. Il giorno dopo sono partita. Ecco si io sono così, se mi viene un’idea devo realizzarla immediatamente, non posso starci a pensare troppo, anche per la fine di questa serie ho avuto un lampo ieri e dopo 10 minuti ho smobilitato casa, per realizzarla….

E’ tanto che fotografi ? Come hai iniziato ?
Che fotografo, si è tanto…ma sono una dilettante, non ho fatto nessun corso è solo passione. Ho sempre con me la macchina fotografica, la piccolina, perché c’è sempre qualcosa da fotografare.
Diciamo che mio padre è quello che mi ha passato la passione, quando ero piccola lui sviluppava anche le foto che faceva in casa e quindi forse questa cosa mi è rimasta dentro.

Che attrezzatura usi ?
Adesso ho una Nikon D60 con 3 obiettivi 18-55 50mm e 55-200 tra poco il mio prossimo acquisto sarà un macro per imparare anche un genere diverso di foto dal mio…più studiato e più paziente.

La domanda classica che faccio agli ospiti di questo blog : Cosa significa per te la tua fotografia ?
Bella domanda: è una forma di espressione, è far vedere le cose dal tuo punto di vista…con la foto puoi comunicare molto, almeno per me è una così…io ci metto il mio sentimento e umore del momento. E’ come un quadro, un racconto…ognuno ci vede quello che vuole o quello che sta provando in quell’attimo.

L’ultima domanda è sempre la stessa per gli ospidi di questo blog… : -) . Se tu avessi l’opportunità di incontrare un grande fotografo e ti fosse concesso di fargli una sola domanda, cosa gli chiederesti ?
Gli chiederei quanta percentuale metti di te, dentro rispetto a tutte le regole che esistono nella fotografia, quanto osi andare contro i canoni della buona fotografia!

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Un grazie ad Alina per la sua simpatia e l’immediata (anzi fulminea) disponibilità a partecipare al blog.
In bocca al lupo per i prossimi progetti !

Chi volesse approfondirene la conoscenza può trovare qui il suo album Flickr.

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Solo un paio di giorni fa parlavo del suono della macchina fotografica e del fascino particolare che esercita.

Beh, ecco che un affezionato lettore mi suggerisce il link ad un video che non posso esimermi dal condividere sul blog.

Eccolo.
Un uso creativo e musicale dei click e dei curiosi rumorini che tanto ci sono simpatici…

Buona visione, anzi… buon ascolto !

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pepper_n30

Pepper number 30 – Copyright 1930 Edward Weston

“Peperone numero trenta” di Edward Weston. Forse una tra le opere più famose di un grande maestro della fotografia del novecento.
Ogni volta che osservo questa immagine non posso fare a meno di rimanere ammirato, ed è forse per questo che è una tra le mie foto preferite in assoluto.
Non è solo la perfezione del bianco e nero, la sensualità delle forme cercate e trovate dal fotografo, non è solo la luce perfetta con quel buio dietro ed i dettagli che risaltano sulla superficie morbida. C’è qualcosa che mi affascina in particolare…
E’ quel “numero trenta”.
Il numero racconta la storia di questa foto, dei vari tentativi dell’artista di trovare lo scatto perfetto.
Peperone numero trenta significa che ci sono come minimo almeno altri ventinove peperoni che Weston fotografò nel percorso che portò a questo capolavoro.
Insomma, l’opera non è frutto di un isolato colpo di genio o di uno scatto fortunato. E’ il risultato di un lavoro di ricerca e tentativi, è impegno e fatica.
Mi diverte provare ad immaginare Edward Weston che nel 1930 si concentra su questo progetto di still life e magari incassa anche qualche battuta ironica di qualcuno che lo deride, o semplicemente scherza su un fotografo che si ostina ad immortalare peperoni… Ma Weston sa cosa vuole e continua a fotografare…
Il numero trenta è per me il tassello chiave di quest’opera.
E’ uno dei tanti casi in cui il titolo integra e completa un capolavoro, raccontando una storia che aiuta ad avvicinarci all’autore e a capire la passione, il talento ed anche la determinazione di un grande artista.

Ed ora… non ci resta che fare un salto al mercato, a vedere che cosa c’è di interessante e sensuale tra i prodotti di stagione…

🙂

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