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Posts Tagged ‘esperimento’

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Immagina per un attimo che una terribile catastrofe stia per abbattersi sul mondo delle immagini e che per qualche fantascientifico motivo tutte le fotografie esistenti al mondo stiano per essere distrutte.
Immagina ora di avere la possibilità di salvarne una. Una sola foto tra milioni di immagini che sono state create dall’inizio della storia della fotografia fino ad oggi.

Dai capolavori dei grandi maestri alle tue foto d’infanzia o delle vacanze… tra tutte puoi salvarne una sola…
Quale sceglieresti? E perché?

Partecipa a questo mio esperimento.
Invia una mail a pegaphotography@gmail.com  con il file o il link all’immagine che scelta. Aggiungi un breve testo di spiegazione della tua personalissima scelta.

Nelle prossime settimane mi piacerebbe poter fare qualche post partendo dalle vostre risposte a questa folle domanda…

🙂

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Caos ciclico

Caos ciclico - © Copyright 2008 Pega

Sarà una deformazione derivata da altre mie attività, ma a volte trovo utile provare a costruire una traccia, o meglio una vera e propria checklist, che mi aiuti a fare le cose.
E’ un metodo che a volte ridicolo ma che spesso può fare la differenza tra un risultato accettabile ed un fallimento. Perchè quindi non provare con la fotografia?
Farsi delle domande prima di scattare potrebbe essere la chiave per migliorare e per fotografare in un modo che sia il più possibile attivo e creativo.
L’approccio può essere del tutto personale e bilanciato in modo variabile a seconda delle proprie inclinazioni, dando più o meno importanza agli aspetti artistici o tecnici.
Ecco un mio propotipo di checklist che sto provando a seguire prima di effettuare uno scatto…
Delle semplici domande da farsi sul momento, non tanto per cercare sempre e comunque delle risposte, quanto per approfondire le ragioni che ci spingono a fare proprio quella fotografia. 

1 – Qual’è il soggetto della foto?

2 – Mi interessa davvero questo soggetto?

3 – Questo soggetto potrà interessare a qualcun altro oltre che a me?

4 – La foto racconterà una storia? Quale?

5 – La foto mi emozionerà? Farà emozionare?

6 – La foto potrebbe offendere qualcuno?

7 – Sarà una foto che mi interesserà anche tra tanto tempo?

Non so se hai mai provato a fare qualcosa del genere. Magari lo fai già in modo istintivo, ma la mia idea è di portare a livello cosciente questa sorta di analisi.
Sicuramente è una pratica che può avere le sue controindicazioni, ad esempio ha una certa azione inibitoria… e tende a far ridurre un po’ il numero di scatti.
E’ solo un’idea. Ancora una volta si tratta di un piccolo esperimento, un semplice metodo per fare un po’ di autocritica ed uno stimolo a far foto più interessanti.

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Nel 2008 il giornalista Gene Weingarten vinse il premio Pulitzer per un esperimento che aveva ideato e condotto a proposito della capacità del pubblico di saper apprezzare e riconoscere la qualità artistica.

L’esperimento consisteva nell’aver fatto suonare il famoso violinista Joshua Bell in una stazione della metropolitana di Whashington, filmando la reazione dei passanti.

In quei giorni Bell stava provocando dei veri e propri “tutto esaurito” con i suoi concerti in teatri da 100 dollari a biglietto, ma nei 45 minuti di performance nella metropolitana solo sette persone si fermarono ad ascoltare e l’incasso si fermò a poco più di 20 dollari.

L’evento fu ripreso  da una telecamera nascosta. Puoi vedere il video qui sotto.  

Possibile che il nostro ritmo di vita e la sempre maggiore attitudine al superficiale ed al “mordi e fuggi” ci stia rendendo sempre più sordi o ciechi ?

E’ immediato pensare come la stessa identica cosa possa succedere con la fotografia…

A domani per alcune altre considerazioni a questo proposito…

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Warhol bike
Warhol bike – © Copyright 2008 Pega

Sono ormai diversi post che non propongo un qualche esercizio o meglio dire una “challenge” fotografica come avevo fatto qui.

L’idea di quella che voglio provare a proporti oggi è chiaramente derivata da tecniche di diagnosi medica che nulla hanno a che fare con la fotografia, ma proprio in questo sta a volte il divertimento.
Ecco dunque cosa fare.
Stabilisci un giorno in cui eseguire questo esperimento, potrà essere un giorno festivo o un normale giorno lavorativo se ti è possibile, vedi tu.
Inizia la mattina, appena ti svegli scattando una foto ancora prima di alzarti dal letto. Dovrai aver preparato sul comodino la tua macchina fotografica la sera prima ovviamente. Non importa a cosa scatti, l’importante è scegliere un soggetto, comporre ed esporre.

L’esperimento sarà a questo punto avviato.

Da qui in poi, ogni mezz’ora proprio come uno strumento Holter, dovrai fare un altro scatto, indipendentemente da dove sarai o cosa starai facendo, l’importante sarà il rispetto di questa cadenza regolare durante tutto l’arco della giornata fino all’ultima foto prima di andare a letto.

Puoi scegliere anche un intervallo di tempo diverso, più corto o più lungo (meglio se non oltre un’ora) l’importante è il rigido rispetto del “ritmo” deciso.
Nei giorni successivi riprendi questa sequenza e fanne un piccolo set.
Potrai decidere di pubblicarlo e condividerlo o meno.
Se lo farai sarò molto felice di citarlo in questo blog.

Sono sicuro che riguardando gli scatti di quella giornata non mancheranno delle interessanti considerazioni.

Pensi di volerci provare ?
🙂  

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Alain Briot Portfolio

Portfolio - Copyright Alain Briot

Ieri si parlava di quanto valore può avere porre le proprie foto in sequenza, collegate tra loro tramite un fil rouge.

L’ordine di questa sequenza è importante, sia che si tratti di realizzare un album personale che un’esposizione o un portfolio da sottoporre a qualcuno.

Come realizzeresti la sequenza delle tue migliori foto ? Quale ordine sceglieresti ?

Prova a fare questo esperimento. E’ in due fasi.
Prima prendi un set di tue foto (farlo con le proprie è più divertente e forse semplice, ma potresti farlo anche con le foto di un artista famoso o anche con una serie proveniente da più fotografi), stampale in modo che siano qualcosa di fisico e tangibile. Mettile in ordine casuale su un tavolo e poi comincia ad ordinale in modo da costruire un insieme che rappresenti qualcosa.
Puoi seguire qualsiasi logica, qualunque idea artistica che si sviluppi nella sequenza. L’importante è che tu sia in grado di spiegare ad altri questa scelta.

Fatto questo si passa alla seconda fase.
In un’occasione in cui sei in compagnia con alcune persone tira fuori le stesse foto e chiedi agli altri di creare una sequenza e di illustrarne poi la logica.
Non dovrai dare alcuna indicazione, lascia che i tuoi interlocutori compongano la loro sequenza con le tue foto, senza influenzarli con quelle che sono state le tue scelte.

Vedrai.
Ci saranno delle conferme ma anche delle interessanti sorprese.

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Teaching each other

Teaching each other - Copyright 2008 Pega

Alcuni imparano meglio partendo dalle basi: “questa è una fotocamera”, “clicca qui”, “cos’è l’otturatore”, “come funziona il diaframma”, etc, etc…  
Altri hanno bisogno di partire dai risultati : vedono una foto che li affascina ed iniziano ad imparare come si fa per ottenere quell’effetto… un percorso al rovescio.

Fotografia o meno, discorso similare è per i canali di apprendimento.
C’è chi ha bisogno di un insegnante che lo guidi e gli trasmetta le conoscenze, c’è chi preferisce leggere libri e testi autorevoli, chi ancora si trova meglio sperimentando, sbagliando ed imparando dall’esperienza.

Esistono molti modi di imparare ed il bello è che non ce n’è uno migliore degli altri. Sono tutti validi perchè ognuno ha il suo metodo ideale e l’importante è arrivare a far propria una materia, capendo qual’è il percorso che ci è più congeniale.

Ogni strada per l’apprendimento ha i suoi pregi ed i suoi difetti, ad esempio partendo dai risultati e lavorando al contrario per scoprire come ottenerli si rischia di perdersi interi filoni della materia, mentre seguendo la via classica, che parte dalle basi, ci si può perdere e magari annoiarsi prima di trovare quei primi risultati che fanno scoccare la scintilla di una vera passione.

E’ importante cercare di rendersi conto di qual’è il proprio migliore modo di imparare, aiuta moltissimo nel riuscire ad evitare percorsi inutili e faticosi e regala tempo prezioso.

E tu come impari?

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Red Entrance
Red Entrance – © Copyright 2008 Pega

Da qualche tempo ho ripreso a stampare in piccolo formato le foto che mi piacciono di più, quelle che in qualche modo mi trasmettono qualcosa.

E’ un’abitudine che avevo del tutto perso con il passaggio al digitale.
Si tratta di stampe di media qualità, delle 13×18 fatte con una inkjet usando carta fotografica. Niente di particolarmente professionale.
Non sono comunque molte queste stampe, e succede una cosa diversa rispetto a quanto mi capitava di fare ai vecchi tempi della pellicola e degli album che finivano sullo scaffale.

Queste piccole foto mi trovo a “tenerle in giro” per casa. Ho alcune semplici cornici da tavolo in plexiglass ed anche le solite calamite da frigorifero… l’idea è quella di tenerle in vista per un po’ di tempo, per poterle valutare “vivendoci insieme”.

Succede una cosa interessante.
Alcune immagini, che avevo stampato entusiasta, in qualche giorno mi risultano progressivamente sempre meno significative. In alcuni casi il mio personale giudizio sulla foto peggiora in modo radicale.
Con altre succede il contrario. Ci sono stampe che sembrano acquisire fascino col passare delle settimane, quasi come se il vederle lì, giorno dopo giorno, aggiunga in qualche modo nuove interpretazioni e significati.

In questo processo sicuramente si sperimenta quella che è la possibile attenuazione della carica emotiva della foto legata al momento dello scatto.

Inoltre il vedere e rivedere un’immagine, magari fugacemente o in momenti della giornata in cui normalmente non ci si mette ad esaminare le proprie foto (per esempio la mattina facendo colazione e scorgendo con la coda dell’occhio quella 13×18 attaccata al frigo) apporta un qualcosa di diverso da quella che è la normale esperienza di valutazione del proprio lavoro. 
Credo che in tutto questo giochi un ruolo importante anche la varietà di orari e stati d’animo in cui si ha occasione di osservare le immagini. Del resto ci sono molte ricerche che dimostrano quanto si percepiscano in modo diverso i colori a seconda dei momenti della giornata.
Quello che alla fine però ne viene fuori è un rapporto leggermente diverso con le proprie foto. E in qualche caso è una piacevole sorpresa, una piccola o grande soddisfazione.
E’ un esperimento che trovo interessante e che ti invito a fare.

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Alessia e la palla

Alessia e la palla - Copyright 2008 Pega

Ti invito a fare un piccolo esercizio, o meglio un esperimento: adesso.

Prendi carta e penna.

Ora pensa ad una tua foto, una di quelle che consideri tra le migliori da te scattate. Scegli tra le tue preferite, selezionane mentalmente una.

Ci sei?
Inizia a disegnare su un foglio.  Attingi all’immagine di quella tua foto che hai nella mente e fai uno schizzo, traccia gli elementi presenti, le linee principali.
Non è necessario che riporti tutti i dettagli o le ombre… l’importante è che delinei soggetti nelle proporzioni che ricordi e nella posizione giusta. Dedica qualche minuto a questa fase di ricordo-disegno.
Fatto?
Adesso prendi la foto originale. Guardala. Confrontala con lo schizzo che hai appena fatto.
Qual è il risultato? Le due immagini sono equivalenti? Ci sono gli stessi elementi? Sono messi nelle stesse posizioni?

Si possono scoprire cose molto interessanti facendo questo esercizio. A volte l’immagine mentale che si ha non è esattamente corrispondente a quella reale. E stiamo parlando di una foto che abbiamo scattato personalmente e magari su cui abbiamo anche lavorato un po’ sul computer. Può essere sbalorditivo. Da cosa è data questa eventuale differenza? Semplice carenza mnemonica o… creatività?

Prova a ripetere l’esercizio con altre foto. Prova magari con un piccolo set di quattro o cinque.
Potresti poi provare a fare la stessa cosa con una immagine di un artista famoso, magari di un grande fotografo che ammiri.

Ti sei divertito? Divertita? Era tanto che non disegnavi?
E’ solo un piccolo ma divertente esperimento…

🙂

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