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Da qualche tempo ho ripreso a stampare in piccolo formato le foto che mi piacciono di più, quelle che in qualche modo mi trasmettono qualcosa.
E’ un’abitudine che avevo del tutto perso con il passaggio al digitale.
Si tratta di stampe di media qualità, delle 13×18 fatte con una inkjet usando carta fotografica. Niente di particolarmente professionale.
Non sono comunque molte queste stampe, e succede una cosa diversa rispetto a quanto mi capitava di fare ai vecchi tempi della pellicola e degli album che finivano sullo scaffale.
Queste piccole foto mi trovo a “tenerle in giro” per casa. Ho alcune semplici cornici da tavolo in plexiglass ed anche le solite calamite da frigorifero… l’idea è quella di tenerle in vista per un po’ di tempo, per poterle valutare “vivendoci insieme”.
Succede una cosa interessante.
Alcune immagini, che avevo stampato entusiasta, in qualche giorno mi risultano progressivamente sempre meno significative. In alcuni casi il mio personale giudizio sulla foto peggiora in modo radicale.
Con altre succede il contrario. Ci sono stampe che sembrano acquisire fascino col passare delle settimane, quasi come se il vederle lì, giorno dopo giorno, aggiunga in qualche modo nuove interpretazioni e significati.
In questo processo sicuramente si sperimenta quella che è la possibile attenuazione della carica emotiva della foto legata al momento dello scatto.
Inoltre il vedere e rivedere un’immagine, magari fugacemente o in momenti della giornata in cui normalmente non ci si mette ad esaminare le proprie foto (per esempio la mattina facendo colazione e scorgendo con la coda dell’occhio quella 13×18 attaccata al frigo) apporta un qualcosa di diverso da quella che è la normale esperienza di valutazione del proprio lavoro.
Credo che in tutto questo giochi un ruolo importante anche la varietà di orari e stati d’animo in cui si ha occasione di osservare le immagini. Del resto ci sono molte ricerche che dimostrano quanto si percepiscano in modo diverso i colori a seconda dei momenti della giornata.
Quello che alla fine però ne viene fuori è un rapporto leggermente diverso con le proprie foto. E in qualche caso è una piacevole sorpresa, una piccola o grande soddisfazione.
E’ un esperimento che trovo interessante e che ti invito a fare.
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