Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘stampa’

E’ stata definita come “L’indimenticabile immagine di James Dean, curvo nel suo soprabito scuro, come quasi avesse il peso di una intera generazione sulle spalle.
Questa emblematica foto fu scattata nel 1955 in Times Square da Dennis Stock, famoso membro dell’agenzia Magnum.
James Dean cammina nella pioggia, sigaretta in bocca, i chiaroscuri della New York degli anni cinquanta espressi in modo magistrale con un bianco e nero stupendo, impreziosito dall’atmosfera nebbiosa.
Un grande scatto, con un gran soggetto, la composizione perfetta, l’atmosfera ideale… o forse… quasi.
Non tutti sanno, in particolare non lo sanno i tanti profeti del “Io la postproduzione mai“, che in realtà ben prima dell’avvento del digitale, tutti i grandi fotografi lavoravano insieme ad una figura che era in pratica la loro metà: lo stampatore.
Come nel caso che citavo in un vecchio post, anche qui la foto famosa beneficiò del lavoro di colui che spesso restava nell’ombra, in questo caso Pablo Inirio, uno dei più grandi maestri di camera oscura della storia della fotografia.
Ecco qui sotto il bozzetto con le istruzioni di stampa, un trattamento che adesso possiamo facilmente fare su Photoshop o deleghiamo alla nostra fotocamera (quando scattiamo in jpg). Con la pellicola ci voleva gran manualità ed esperienza, così si lavorava prima dell’avvento del digitale. Un bel documento per chi spesso discute sul tema della postproduzione, che fa capire come la questione stia tutta nel gusto e nella misura, non nel principio o nella tecnica.
Pensaci la prossima volta che giudichi i tuoi scatti senza prima averli “processati”.

James Dean by Dennis Stock - Printing notations by Pablo Inirio

Read Full Post »

Picasso

Pablo Picasso – Painting the writer

Proprio come quelle fisiche, anche le foto mentali avrebbero bisogno di essere fissate, trasferite su carta e stampate.
Quando parlo di foto mentale mi riferisco a ciò che più o meno istintivamente tutti facciamo, immagazzinando immagini nel nostro cervello, una cosa che può appassionare chi ama la fotografia e di cui mi capitò di parlare in questo vecchio post.
Visto che se non riusciamo a “stamparle”, queste foto non solo rischiano l’oblio ma nemmeno possono essere condivise con altri, ecco che nasce l’esigenza di provare a fissarle in qualche maniera, ed ovviamente il modo più semplice e naturale per farlo è scrivere.
Hai mai provato a scrivere, anzi descrivere, una tua foto mentale? Vanno trovate le parole giuste, bisogna essere sintetici ma non tralasciare niente. La foto non va bruciata con eccesso di parole ma “esposta” correttamente, cercando di non perdere l’equilibrio, non alterare la composizione e riportando al meglio i colori se ci sono.
Non è detto che sia facile e alla fine stampare una foto mentale è davvero molto simile al processo di stampa delle fotografie. È un’arte.
Vuoi provarci? Potrebbe risultare così bello da cedere poi alla tentazione di incorniciarne ed appenderne qualcuna.
Nel frattempo ti propongo un esempio, invitandoti a leggere questa splendida stampa, pubblicata da Livietta sul suo blog.

Read Full Post »

Theory and practice

Theory and practice – © Copyright 2010 Pega

Non ricordo il motivo per cui entrai in casa sua, è passato un bel po’ di tempo.
Era solo un conoscente e tra noi non c’era molta confidenza ma sapevamo della rispettiva passione per la fotografia.
L’appartamento era ordinario sotto molti punti di vista ma straordinario per un aspetto particolare: era disseminato di fotografie. Non solo stampe incorniciate e diligentenente appese ma sopratutto foto appoggiate sui mobili, alcune montate su semplici supporti in legno, altre con passepartout, moltissime semplicemente poste quasi a casaccio su mensole, scaffali e librerie.
C’erano centinaia di fotografie, di tutti i tipi e dimensioni, dalle stampe di evidente qualità, a quelle sbagliate, dai provini alle istantanee Polaroid. Una casa piena zeppa di immagini prodotte da questo fotografo. Persino in bagno c’erano foto.
Rimasi parecchio sorpreso e chiedendo con curiosità il motivo di quella massiccia produzione mi sentii rispondere che ero libero di prenderne alcune a mio piacimento dato che erano lì apposta per quello.
Non ricordo di averne prese ma ricordo la sensazione che provai, quasi di contrarietà per quello che in quel momento considerai un vero e proprio spreco.

E invece no. Adesso mi dispiace di non aver approfittato, di non aver capito che si trattava di un modo bello ed intelligente di far vivere le proprie fotografie dando a molte di loro una forma materiale e tangibile, di farle uscire dal loro stato di immagini potenziali e solo “teoriche” spesso racchiuse per sempre in un formato non pienamente fruibile da nessuno.
Era un modo personale ed originale di portare un lavoro a compimento: di fare fotografia in pratica.

Read Full Post »

Il bacio sulla torre

Il bacio sulla torre – © Copyright 2011 Pega

Fermo davanti ad una grande stampa esposta ad una mostra ho iniziato a pensare a quanto importanti siano le dimensioni di una foto.
Con la fotografia siamo di fronte ad un’arte in cui il prodotto finale (la stampa o la proiezione) è qualcosa di fisico e materiale, che può assumere dimensioni e caratteristiche diverse, mentre il vero contenuto, l’immagine, è costante.
La fotografia che noi vediamo è solo la parte fisica, che percepiamo, di un concetto espressivo più assoluto che deve essere ridotto su un supporto. Come diceva Adams, la stampa (di qualsiasi tipo, anche la moderna rappresentazione su schermo digitale) è l’interpretazione, mentre l’immagine è lo spartito.
In quest’ottica le dimensioni divengono importanti perché se c’è incongruenza tra le dimensioni ed il messaggio presente nell’immagine l’osservatore non proverà ciò che è nelle intenzioni del fotografo.
Una foto ricca di dettagli e particolari, di grande respiro ed impatto non potrà colpire se non stampata o riprodotta in grandi dimensioni, mentre uno scatto intimo e suggestivo potrebbe perdere il suo carico di emozioni se proposto troppo grande. Le piccole stampe a contatto di alcuni capolavori di Edward Weston o i minuscoli ritratti su lastra dei primi dell’Ottocento ne sono un esempio.
Le dimensioni sono un fattore a cui spesso non diamo il giusto peso, ma che conta molto.
Almeno in fotografia.

🙂

Read Full Post »

aeroplano

Aeroplano – © Copyright 2010 Martino Meli (m|art)

Ebbene, hai scattato un sacco di foto, le hai pubblicate su Flickr o su Facebbok,  le hai mostrate privatamente o in qualche esposizione. Forse ti è anche capitato di vendere qualche tua stampa.
O forse no…

Ma hai mai pensato a chi potrebbero essere le persone veramente interessate alle tue fotografie? Intendo : ad avere qualcuna delle tue fotografie.
Forse facoltosi collezionisti d’arte? Gente comune?
O chissà, magari potrebbero essere proprio gli appassionati di fotografia, come te. Chissà…

Spesso chi fa foto è molto concentrato sulla propria produzione e solamente di rado volge lo sguardo verso quelle che sono le opere dei suoi colleghi. Trovo che questo sia un problema, o meglio un limite, anche perchè è proprio dal confronto con gli altri che spesso si traggono i migliori insegnamenti e gli spunti più interessanti per la propria creatività.

Tu per esempio quante foto di “altri fotografi” hai in casa?
Non parlo di riproduzioni su libri o poster commerciali di fotografie famose, parlo di stampe vere, tangibili e di qualità, opere di fotografi di cui ammiri il lavoro. Non necessariamente nomi noti.

Io trovo che sia molto bello avere foto fatte da altri e così ho iniziato pian piano a collezionarne alcune.
Qualche volta, come  nel caso della foto sopra, si è trattato di graditi regali, altre volte è stato uno scambio, altre ancora un deliberato acquisto.
Sto scoprendo il piacere di osservare da vicino la bellezza di una foto ben stampata, la sensazione di poterla toccare ed orientare nella luce.
E’ un piccolo piacere che, se quella stampa è in tuo possesso, puoi riprovare quando vuoi, un po’ come quando si ascolta e riascolta un pezzo musicale, scoprendone ogni volta un aspetto nuovo, come un suono che non si era mai notato, un dettaglio che fa cambiare la prospettiva.

Inizia la tua piccola (o grande) collezione.
Non te ne pentirai.

🙂

Read Full Post »

Stairway to Hell

Stairway to Hell - Copyright 2010 Pega

Con l’era del digitale ci siamo un po’ dimenticati quanto possa essere importante e bello prendere in mano una foto, guardare l’oggetto fisico “fotografia”.
Lo schermo del monitor non è in grado di dare le stesse sensazioni di una buona stampa perchè alla fine non è proprio solo nell’immagine il fascino di una foto.
E’ anche la forma, l’odore della carta, la delicatezza che ispira nel maneggiarla…

Che sia una stampa tradizionale o una a getto d’inchiostro, l’atto stesso di poter guardare da vicino ed osservare i dettagli, i riflessi, poterla girare, inclinare o disporre su un piano insieme ad altre, è un qualcosa che ha un gusto tutto particolare.

Robert Mapplethorpe disse : “I never liked photography. Not for the sake of photography. I like the object. I like the photographs when you hold them in your hand”.

Prova a stampare un po’ di più le tue foto. Prova anche solo con una comune stampante a getto d’inchiostro usando della buona carta per stampa fotografica.
E anche se la qualità non sarà sublime vedrai che apprezzerai in modo inaspettato alcuni tuoi scatti, e potrà anche succedere che cambierai il tuo giudizio su altri.

Read Full Post »

Dalla scorsa settimana ho iniziato un piccolo progetto : proporre con regolarità una breve intervista ad una persona che stimo per il talento e la passione che ha per la fotografia.
Si tratta di un qualcosa di breve e sintetico, adatto ad un blog ma anche l’occasione per fare la conoscenza di persone che fanno degli splendidi scatti ed approfondire con loro qualche tema.cristianella

Questa settimana ho posto le mie domande ad una fotografa che ammiro e che ho incontrato su Flickr, si chiama Cristiana ad è meglio conosciuta con il nick Cristianella.

Cristiana ha una album a mio parere molto interessante, che ho sfogliato con meraviglia ed ammirazione fino a convincermi che stavo guardando il lavoro di una vera appassionata. Da non perdere i suoi set “abandoned” e ” subterranean city blues”. Al suo attivo anche alcune esposizioni in collaborazione con altri fotografi membri del gruppo Flickr fiorentino.

Ciao Cristiana e grazie di aver accettato con entusiasmo questa breve intervista. Su Flickr hai un album bellissimo, ci racconti come hai imparato a fotografare ? Hai ricevuto un’istruzione formale o sei autodidatta ?
Innanzitutto, sono io che ti devo ringraziare, sei troppo gentile:-)
Sono un’autodidatta pura, ho seguito qualche corso di base, osservato mio padre (autodidatta anche lui) fare foto nel corso degli anni. Penso di avere l’occhio allenato – se posso definirlo cosi’ – allo sguardo, all’osservazione, grazie a tutti I film che guardo e ho guardato.
Sicuramente ho avuto una sorta di “imprinting” fotografico, se posso definirlo cosi’. Ho avendo avuto la fortuna di frequentare la prima scuola elementare di Firenze che sperimentava il tempo pieno nel lontano 1975…tra le tante attivita’ extra, c’era un corso di fotografia. Il maestro Pignotti ci portava nei dintorni della scuola, sull’argine del Mugnone a fare foto che poi lo aiutavamo a sviluppare nella piccola camera oscura del nel cortile della scuola. Piu’ che altro, osservavamo e lo aiutavamo ad appendere le foto con le mollette per farle asciugare:-)

Qual è stata la tua prima macchina ? E adesso cosa usi ?
Una Yashica FX3 Analogica, poi il primo approccio al digitale e’ stata una compattina Canon Easy Share sostituita presto dalla Canon EOS350D, acquistata nel 2006 e sulla quale monto vari obiettivi. Il mio preferito e’ il Sigma 10-20, il grandangolo, lo adoro! Proprio qualche giorno fa ho recuperato le vecchie macchine analogiche di mio padre, mi e’ venuta voglia di riprovare con la pellicola!

Da quanto tempo hai la passione per la fotografia ?
Ho sempre fatto fotografie, senza particolare impegno o convinzione, comunque. La vera e propria passione e’ scattata nel 2006, quando, con il mio compagno, ho iniziato a girare in lungo e largo la Toscana meno conosciuta, a camminare nel bosco e a scoprire l’atmosfera dei piccoli paesi. Ho sentito l’urgenza di condividere il piacere della scoperta e la pace che mi dava camminare nella natura.
Poi ho scoperto Flickr, grazie ad un’amica, e la passione e’ diventata sfrenata, con grande disappunto del mio compagno 🙂 Il fatto di poter condividere le emozioni e le foto con gli altri, crescendo grazie ai commenti e ai suggerimenti di fotografi molto piu’ bravi di me, ha avuto un ruolo determinante nel trasformare l’interesse in passione.

Cos’è che ti piace fotografare ?
Tutto quello che attira la mia attenzione, in modo particolare I contrasti urbani, sia architettonici che umani e poi la natura. Ultimamente, superando la mia innata timidezza, ho scoperto che mi piace anche fare ritratti.

Una domanda che amo fare a chi fotografa con passione : “Cosa significa per te la tua fotografia ?”
Mmm, mica facile….quando fotografo e’ come se entrassi in un limbo, sono totalmente concentrata e a mio agio, mentre solitamente mi sento sempre un po’ fuori posto….e’ come se mi svuotassi e poi riempissi gli occhi con le immagini che mi scorrono davanti. Perdo il senso del tempo, mi sento in pace e completamente felice quando fotografo. E questo, per una iperattiva schizofrenica come me, significa che la fotografia e’ davvero una grande passione!!

C’è un fotografo, famoso o meno, che ti ha ispirata o influenzata in particolare ?
Non ce la posso fare a sceglierne uno….direi Ansel Adams per I magnifici paesaggi e lo stupendo b/n, Sebastiao Salgado, per il suo approccio al mondo dei dimenticati e degli oppressi, Tina Modotti, una delle prime artiste ad attirarmi verso il mondo della fotografia. Tra gli italiani, Gabriele Basilico, (i suoi ritratti di citta’, fabbriche e paesaggi sono meravigliosi), e Tano D’Amico (sono innamorata dei suoi reportage, dagli anni 70 ad oggi, assolutamente imperdibili).

Hai qualche progetto fotografico su cui stai lavorando o su cui pensi di lavorare a breve ?
Idee ce ne sono tante, vorrei avere piu’ tempo da dedicarci. Per il momento, sto lavorando, con alcuni amici di flickr, ad un progetto sul parco di Poggio Valicaia a Scandicci. L’idea e’ quella di mostrare come cambia il parco nell’arco delle stagioni e di ricondurre gli scatti ad una proiezione audiovisiva, principalmente indirizzata alla fruizione da parte degli allievi delle scuole che visitano Il parco.
Vorrei organizzare qualcosa sulla fotografia di strada, genere che mi affascina tanto!

L’ultima domanda è quella che sta diventando un mio refrain… Se tu avessi l’opportunità di incontrare un grande fotografo e ti fosse concesso di fargli una sola domanda, cosa gli chiederesti ?
Non credo che riuscirei ad aprire bocca, te l’ho detto che sono timida!! Chiederei forse il permesso di seguirlo ed osservarlo mentre lavora…non sia mai che possa imparare qualcosa per osmosi!!
————————

Ringrazio Cristiana per la gentile presenza su questo blog ed invito tutti coloro che volessero conoscerla meglio a visitare il suo album su Flickr : http://www.flickr.com/photos/cristianella/

Read Full Post »

« Newer Posts