Trovo l’intreccio tra cinema e fotografia sempre intrigante e già qualche volta mi è capitato di parlarne, citando film in cui la fotografia ha un ruolo di rilievo.
E’ stato così per titoli come “Smoke“, “La finestra sul cortile“, “Memento” ed altri, tutte pellicole che ho visto ed in qualche caso rivisto. Stavolta è diverso: Life è un film che deve ancora uscire nelle sale e racconta l’amicizia tra il fotografo Dennis Stock e l’attore James Dean.
Diretto da Anton Corbijn, Life è la storia dell’incarico che fu assegnato a Dennis Stock, autorevole membro dell’agenzia Magnum, inviato dalla prestigiosa rivista Life a fotografare l’astro nascente del cinema, seguendolo in un viaggio tra le città degli Stati Uniti. L’esperienza fece sviluppare tra i due uomini una solida amicizia che portò il fotografo a realizzare i ritratti più noti ed iconici di James Dean, tra cui il famoso scatto del 1955 a New York.
Il film uscirà nei cinema americani nel prossimo autunno ma non sarà presumibilmente visibile da noi prima del 2016, quindi per il momento bisogna accontentarsi del trailer.
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Posts Tagged ‘cinema’
Cinema e fotografia: Life
Posted in Culture, History of photography, People, Photography portraits, Street Photo, video, tagged cinema, Dennis Stock, film, fotografia, James Dean on 20/08/2015| 5 Comments »
Gli obiettivi di Kubrick
Posted in Culture, History of photography, People, Technique, video, tagged cinema, lenti, obiettivi, Sta lei Kubrick, storia on 03/04/2015| 4 Comments »
Stanley Kubrick, prima di esprimere tutto il suo talento nel cinema, lavorò come fotografo, e fu in quegli anni che affinò la sua capacità tecnica, in particolare la conoscenza ed uso delle lenti.
In questo video Joe Dunton, studioso ed esperto di tecnica fotografica, ci guida in uno splendido tour tra gli obiettivi che Kubrick usò nell’arco della sua carriera.
Tra questi non poteva mancare il leggendario Zeiss f/0.7, che il regista sfruttò per le scene a luce di candela in Barry Lyndon e di cui ho già avuto occasione di parlare.
Dunton nel video dice: “la conoscenza che Kubrick aveva delle lenti derivava dal suo passato di fotografo: sono gli obiettivi che in effetti “fanno la fotografia”. Le lenti sono la parte più importante nella creazione delle immagini cinematografiche, e lui lo sapeva molto bene”.
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AGGIORNAMENTO: purtroppo da qualche ora il video non è più disponibile e risulta rimosso, non so perché ma è un gran peccato. Mi dispiace. Ho cercato un’alternativa ma il documento che ti proponevo non ha equivalenti, speriamo solo si possa ritrovare in futuro.
Nella ricerca di qualcos’altro da mettere, mi sono imbattuto in uno spezzone di “2001 Odissea nello spazio”, uno dei capolavori di Kubrick. L’ho trovato proprio emblematico ed adatto a questo “post interruptus” di oggi: è la scena in cui HAL9000, il computer dell’astronave, decide di non obbedire a Dave.
“I’m sorry Dave, I’m afraid I can’t do that”
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Cinema e fotografia: Occhio indiscreto
Posted in Culture, tagged cinema, fotografia, joe pesci, occhio indiscreto, the public eye on 25/09/2014| 2 Comments »
Il cinema è fatto di fotografia ma non sono molti i film dove questa riveste un ruolo importante. Quando mi capita di scoprire o riscoprire una pellicola che presenta questa caratteristica, colgo l’occasione per rivederla e magari prendere spunto per un post. Così è stato per Smoke, Blow-up, “La finestra sul cortile” ed anche altri che, puoi ritrovare sul blog.
Quando, in un commento ad un recente post, Lidia Zitara ha citato una scena di Occhio Indiscreto, non ho potuto fare a meno di andare a rivedermelo.
È un film del 1992 ambientato nell’America degli anni ’40 in cui il protagonista “Bernzy”, interpretato da Joe Pesci, è un fotoreporter che sbarca il lunario immortalando fatti di cronaca. I suoi scatti sono quasi sempre di scene notturne, che raggiunge per primo grazie alla radio con cui, dalla sua auto dotata anche di camera oscura nel bagagliaio, ascolta le comunicazioni della polizia.
La trama è elaborata ed in breve si capisce che non si tratta del solito gangster movie, ma di una bella pellicola in cui si sviluppano molteplici riflessioni, compresa quella sui rischi che il fotografo corre per realizzare le sue opere.
Di fatto il personaggio di Bernzy è ispirato ad un personaggio realmente vissuto: un certo Arthur Fellig, meglio noto come Weegee, che effettivamente lavorò come freelance a Manhattan e mostrò, attraverso i suoi scatti, la realtà intricata e violenta della metropoli.
Senz’altro un film che ho rivisto volentieri e che considero come un altro degno tassello per questa serie dedicata all’intreccio tra cinema e fotografia.
Cinema e fotografia: “La finestra sul cortile”
Posted in Black and White, Culture, Flash shots, History of photography, tagged cinema, cortile, finestra, fotografia, Hitchcock, teleobiettivo on 01/06/2014| 6 Comments »
Diretto nel 1954 da Alfred Hitchcock, “La finestra sul cortile” non è solo una pietra miliare, ma anche un altro intrigante esempio da inserire nella serie cinema e fotografia.
Jeff, il protagonista interpretato da James Stewart, è un fotoreporter temporaneamente costretto a rimanere nella sua stanza a causa di una gamba ingessata. Annoiato, inizia ad usare il teleobiettivo della sua macchina fotografica per curiosare nella vita dei vicini di casa e si imbatte in quello che risulterà essere un omicidio.
La storia è coinvolgente, ricca di dettagli, colpi di scena ed anche un pizzico di ironia. La splendida sceneggiatura ed il genio di Hitchcock ne fanno un capolavoro.
Ma per chi ama la fotografia c’è quel qualcosa in più: la presenza della fotocamera come strumento cardine, presente in molte scene compresa una fantastica sequenza in cui Jeff si difende dall’assassino usando dei colpi di flash. Una dimostrazione pratica di quanto questo accessorio sia fondamentale 😀
Insomma è un vecchio ma imperdibile film. Rivederlo mi ha però suscitato una inquietante considerazione: il personaggio di Jeff ci insegna che, quando per qualche ragione si è costretti a rallentare ed osservare con calma ciò che prima si incontrava solo distrattamente, c’è un’alta probabilità che in mezzo a quello che appariva ordinario, capiti di scovare qualcosa di orribile.
Cinema e fotografia: Smoke
Posted in Culture, tagged cinema, film, fotografia, keitel, Movie, serie on 22/05/2014| 13 Comments »

Nel film Smoke, un cult per chi apprezza il cinema indipendente anni novanta, Auggie, il protagonista interpretato da Harvey Keitel, ha una curiosa passione. Ogni mattina alle otto precise, esce dalla sua tabaccheria, piazza la macchina sul treppiede e fa una fotografia. Fotografa ogni giorno sempre lo stesso scorcio di Brooklyn. Auggie fa questa semplice operazione con costanza per anni, estate o inverno, con la pioggia o il sole, conservando e catalogando le foto in album che conserva gelosamente e che, con il tempo, diviene una sorta di opera d’arte.
È un film che insegna quanto valore possano avere la costanza e la perseveranza in fotografia e nell’arte in genere.
Un singolo scatto realizzato sul marciapiede di un incrocio in una grande città può non avere un gran senso, ma un lavoro come quello descritto in Smoke assume un valore. È il valore dell’impegno e della passione che il fotografo può iniettare in quella che a prima vista potrebbe sembrare una sequenza di scatti simili, aggiungendoci l’ingrediente della sua quotidiana presenza fisica ma anche quella seppur piccola, appena palpabile, dose di interazione con l’ambiente e le persone immortalate.
Smoke non è un film sulla fotografia ma comunque lo considero tra quelli da citare in questa serie “cinema e fotografia” e, se ancora non l’hai visto, ti consiglio di vederlo prima o poi.
Cinema e fotografia: The Master
Posted in Culture, tagged alcolismo, cinema, fotografia, fotografo, reduce, the master on 16/04/2014| 5 Comments »

L’intreccio tra cinema e fotografia mi colpisce sempre. Qualche giorno fa ho avuto occasione di vedere The Master, un film di Paul Thomas Anderson in cui Joaquin Phoenix interpreta (a fianco del recentemente scomparso Philip Seymour Hoffman) il ruolo di Freddie, un reduce di guerra con problemi psichici e di alcolismo che come impiego per rientrare nella società fa il fotografo nel salone di un grande magazzino.
A dire il vero il film ha, nel suo complesso, ben poco a che fare con la fotografia ma ci sono un paio di scene davvero degne di nota.
La prima si svolge all’interno della camera oscura dove Freddie, oltre a sviluppare le sue foto, prepara incredibili cocktail da sballo, usando non solo alcolici ma anche misteriose dosi di reagenti chimici per lo sviluppo. Gli effetti, quando ospita in questa “alcova” un’avvenente ragazza addetta alle vendite, sono prevedibili… 🙂
La seconda scena che non può sfuggire agli appassionati di fotografia è quando, durante una sessione di ritratto, Freddy cede al suo lato più prevaricativo e violento. Se la prende con un cliente ed insiste nel farlo star fermo avvicinandogli sempre più la lampada incandescente, finendo poi per farci a botte.
Insomma, lo sai, quando mi capita di scoprire o riscoprire una pellicola che flirta con la fotografia non resisto a citarla in un post, proprio come ho fatto in passato con Smoke, Blow-up e Memento. Se ti dovesse capitare qualche film interessante da questo punto di vista non mancare di segnalarmelo!
La potenza della simmetria
Posted in Culture, History of photography, People, Technique, video, tagged cinema, composizione, genio, Kubrick, simmetria, video on 28/10/2013| 10 Comments »

Sono un fan di Stanley Kubrick, lo considero il più grande maestro del cinema e penso che rimarrò di questa opinione per un bel po’. Ma Kubrick non è stato solo un grande regista; prima di dedicarsi al grande schermo, lavorò a lungo come fotografo e quando passò a dedicarsi ai film, portò con sé tutto lo stile costruito in anni da inviato per la famosa rivista “Look”.
C’è qualcosa che lega tutte le opere cinematografiche di Kubrick: è la perfezione delle inquadrature. Il suo lavoro è caratterizzato da una ricerca costante e profonda, che lo portò a livelli di attenzione al dettaglio definibili come maniacali. In particolare questa attenzione si concentrava sulla composizione prospettica che, specie nelle scene più intense e drammatiche dei suoi film, risulta rigorosamente simmetrica.
Ho trovato un video molto interessante a questo proposito. È un montaggio che evidenzia in modo efficace questa caratteristica comune a molte scene dei film di Stanley Kubrick.
Insomma: dal labirinto di “Shining” ai wc di “Full metal jacket”, passando per i corridoi dell’astronave di “2001 odissea nello spazio”, è evidente quanto la ricerca di prospettiva e simmetria compositiva fossero importanti per questo grande regista, i cui film tuttora ipnotizzano lo spettatore con un gusto fotografico che rimane difficile da eguagliare.
Buona visione e… Al diavolo la regola dei terzi!
🙂 🙂 🙂
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Weekend assignment #88 : Kubrick Style
Posted in Culture, People, tagged atmosfera, cinema, Kubrick, Stanley, stile on 03/08/2013| 3 Comments »
Eccoci con una nuova proposta adatta a condire il fine settimana con una piccola dose di creatività fotografica. Il weekend assignment non è altro che un modo per stimolare la nostra capacità di affrontare un argomento e svilupparlo in modo personale, alla ricerca di occasioni per divertirsi ed imparare fotografando.
Il tema stavolta viene direttamente dal mondo del cinema ed è ispirato allo stile di uno dei più grandi maestri che questo media ha avuto nella sua storia. Uno che per me rappresenta qualcosa di davvero particolare: Stanley Kubrick.
Per il weekend ti propongo quindi di provare a realizzare qualche scatto Kubrick Style. Puoi ispirarti alle atmosfere soffici di “Barry Lyndon“, a qualche dettaglio intrigante che richiami “Eyes Wide Shut”, provare come ho fatto io a ricreare un incubo alla “Shining” o addentrarti nella follia di “Arancia Meccanica”, come sempre a te la scelta.
Lo so non è per niente facile ma del resto non sono le sfide più difficili quelle che risultano alla fine più divertenti?
Dai, in questo fine settimana provaci con questo particolare assignment dedicato ad un grande regista che per l’appunto è stato anche fotografo. Dopo aver scattato qualche foto, condividine poi almeno una con me, mettendo il link in un commento a questo post.
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Clicca qui per visualizzare l’elenco di tutti i Weekend Assignment precedentemente proposti.
Backstage con Annie Leibovitz
Posted in Culture, People, Photography portraits, video, tagged assignment, backstage, cinema, commerciale, disney, fama, fuoco, professionista, ritratto, shooting, video on 01/08/2013| 2 Comments »
Subisco sempre il fascino dei backstage, specie quando c’è di mezzo qualche fotografo di fama. Guardare come lavorano i professionisti mi intriga perché, nel vederli operare, ci sono sempre un sacco di dettagli che si manifestano. C’è il dialogo con il soggetto del ritratto, la collaborazione con chi allestisce la scena, l’importanza del trucco.
Si può imparare molto ma il bello è poi osservare che, in sostanza, gli ingredienti sono sempre gli stessi: quelli che anche tutti noi possiamo avere a disposizione. Sono la creatività e la voglia di ottenere un certo risultato, indipendentemente dal fatto che questo sia un prodotto commerciale o artistico.
Qui c’è Annie Leibovitz, impegnata in uno shooting per la Disney. E’ un esempio in cui si vedono applicati gli elementi di cui sopra ma anche una bella dose aggiunta di lavoro a posteriori, di quella tanto discussa “postproduzione”, che per questo tipo di assignment è evidentemente richiesta dalla direzione artistica. E’ infatti ben visibile sull’immagine finale qualche bella “mano” di Photoshop.
Per chi volesse provare ad imitarla a casa divertendosi con tanto di costume da regina cattiva, solo una raccomandazione: attenti al fuoco! 🙂
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Cinema e fotografia: Memento
Posted in Culture, tagged cinema, fotografia, Memento, Polaroid on 18/02/2013| 5 Comments »

Nel mondo del cinema ci sono molti film dove la fotografia riveste un ruolo importante e così quando mi capita di scoprire o riscoprire una pellicola che manifesta questa caratteristica, non resisto a farci un post, proprio come già in passato ho fatto con Smoke o Blow-up.
Memento è un thriller del 2000 dove il protagonista Leonard Shelby (Guy Pearce) ha perso la memoria a breve termine: ricorda tutto quello che è accaduto prima dell’aggressione in cui è stata uccisa sua moglie, ma dimentica tutto quello che succede nel presente.
Vuole rintracciare ed uccidere l’assassino, ma con questo handicap la missione è al limite dell’impossibile.
Ma Leonard ha un metodo: annota tutto, sulla carta come sul suo stesso corpo, tatuandosi addosso le informazioni da trattenere, come nomi, indirizzi e fatti. Inoltre fotografa tutto con una polaroid che porta sempre con sè per fissare ciò che solo con l’immagine si può descrivere.
Ogni volta che perde la memoria riparte come da capo, ed è costretto a fidarsi delle sua “tracce”.
È una splendida metafora dell’importanza che la parola scritta e le immagini hanno per l’uomo, la cultura e la memoria storica, ma come fotografo devo sottolineare un altro messaggio significativo.
Leonard è costretto continuamente a scrivere note e commenti sulle polaroid. Le immagini da sole non bastano, non hanno sufficiente significato. L’immagine è incompleta senza la parola. L’insegna di un locale o il viso di una persona non sono utili senza informazioni scritte.
È qualcosa che mi ha fatto ripensare a qualche vecchio post in cui sostenevo l’importanza del titolo e delle parole che accompagnano la fotografia.
Non è una regola fissa ma Memento ci ricorda che senza una opportuna comunicazione che permette all’osservatore di contestualizzare ed interpretare, la fotografia può rischiare di perdere parte del suo significato.







