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Posts Tagged ‘Nikon’

Space photographer

In queste sere di “Luna Rossa” e di cielo stellato, non posso fare a meno di pensare che ai bordi della nostra atmosfera è stato perpetrato una sorta di piccolo delitto fotografico.
Beh, niente di veramente grave ma chi è appassionato in particolare a fotocamere e obiettivi deve sapere che in questi giorni, subito prima del rientro in atmosfera, l’astronauta Italiano Paolo Nespoli ha abbandonato ad un brutto destino un bel po’ di preziosa attrezzatura fotografica.
Nespoli è infatti rientrato dalla sua missione sulla IIS con la Soyuz russa, composta dalla capsula che riporta a terra gli astronauti e dal modulo orbitale, che viene abbandonato e si disintegra al rientro nell’atmosfera.
Tutto il materiale “non strettamente indispensabile” viene lasciato in questo modulo orbitale “a perdere” e così è stato anche per una coppia di magnifiche fotocamere professionali Nikon (una D3s ed una D3x) oltre ad almeno un obiettivo Nikkor 24-120.
Stringe il cuore pensare a tutto quel ben di dio che si vaporizza mentre il modulo russo brucia al rientro e qualcuno ha anche calcolato che lo “spreco fotografico” dovrebbe essere nell’ordine dei 13/14.000 euro.
Si tratta certamente di una bazzecola rispetto ai costi enormi delle missioni spaziali, dove portare un chilogrammo in orbita costa molto caro: almeno 5.300 dollari con la Soyuz usata da Nespoli.
Facendo due conti quindi i 4,3kg di attrezzatura di cui stiamo parlando hanno avuto un costo di messa in orbita ben maggiore del loro valore.

Beh comunque, se ti dovesse capitare di trovare un pezzo di paraluce bruciacchiato in giardino… Saprai da dove viene.
🙂

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A good car is forever
A good car is forever (in Cuba) – © Copyright 2004 Pega

Nikon o Canon, Pentax o Olympus, Sigma o Tamron, Kodak o Fuji, full frame o DX, Aperture o Lightroom, digitale o analogico, Mac o PC…
Probabilmente è un comportamento proprio della natura umana ed è sempre la stessa storia: tendiamo perennemente a dare enorme importanza alle scelte di attrezzatura, a quelle componenti che inesorabilmnte poi dimostrano di essere solo elementi passeggeri destinati all’obsolescenza.
Così come un tempo c’era chi sguainava la spada in difesa della carta Ilford contro l’Agfa o della superiorità del telemetro, oggi c’è chi si appassiona a mille altre contrapposizioni tecnologiche, altrettanto destinate all’oblio.
Se si guarda però a chi ha lasciato davvero un segno nella storia della fotografia ci si accorge come questo atteggiamento sia stato quasi sempre trascurato dai grandi maestri.
Prendiamo Edward Weston. Fotografava con macchine di seconda mano, mezze sgangherate, lenti pessime e tutt’altro che di buona qualità. Eppure i suoi sono capolavori.
Non è l’attrezzatura che fa le foto.
Il punto non è se hai una fotocamera Canon o una Nikon, se fotografi in digitale o su pellicola.
Il punto è la conoscenza, da cui consegue la capacità di capire e sfruttare ciò che si ha a disposizione e le opportunità che ci capitano.
La conoscenza permette alla creatività di esprimersi a pieno. E’ questo il fattore che fa la differenza.

Da sempre si sente dire che “è il fotografo che fa la foto”. E’ una gran verità subito dimenticata nei gironi delle proposte commerciali di questa o quella nuova fotocamera, di questo o quell’obiettivo.
Ma la prossima volta che senti quella fatale attrazione verso l’acquisto di un nuovo pezzo di attrezzatura fermati un attimo; pensa a cosa potrebbe voler dire investire quella stessa quantità di soldi in conoscenza.
Un libro, un workshop, un viaggio.
Sono totalmente convinto che in fotografia, come del resto in tante altre attività umane, la conoscenza superi di gran lunga in importanza l’attrezzatura.

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carterSono affascinato dai video backstage. Mi piacciono in particolare quelli dove si vedono i dettagli e la spettacolarità di alcune idee realizzative insieme alle scelte artistiche e tecniche.

Ti propongo questa accoppiata: il primo video è un breve spot realizzato per Nikon dal fotografo Australiano Simon Carter, grande specialista delle immagini di montagna, arrampicata e sport all’aria aperta in genere. Sono due minuti spettacolari e di gran qualità che sicuramente rendono merito al prodotto pubblicizzato ed alle capacità dei ragazzi ripresi, ma di certo anche a chi ha realizzato il filmato e gli scatti che esso contiene.

Il secondo è il backstage.
Carter si racconta e ci mostra come realizza i suoi servizi e come inventa soluzioni acrobatiche per ritrarre in modo efficace i suoi soggetti proprio mentre effettuano arrampicate per niente banali.
E’ un video interessante che mi ha fatto pensare a come diavolo fa questo Carter a:

1) Arrampicarsi fino in cima ad una montagna portandosi dietro tutta quella attrezzatura fotografica (spesso a noi poveri dilettanti ci pesa uno zainetto per una passeggiata).

2) Destreggiarsi e fare magnifiche foto e video imbracato ed in condizioni di equilibrio precario magari associato ad oscillazioni, quando alla maggior parte dei mortali, in condizioni ben più stabili, serve addirittura un treppiede.

3) Trattenere ogni pezzo di equipaggiamento che maneggia estraendolo dalla borsa senza farselo sfuggire perdendolo nell’abisso che gli sta sotto (magari qualcosa cascherà anche a lui ogni tanto?)

Beh, in ogni caso gli vanno proprio fatti i complimenti.
Buona visione (sconsigliata a chi soffre di vertigini… 🙂 )

Il sito di Simon carter: http://onsight.com.au/

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YongNuo YN460 IIIn genere la massima “you get what you pay for” è una pura verità nel mondo della fotografia e spesso ci si rende conto che i soldi spesi in attrezzatura economica si rivelano un po’ sprecati. Ma per tutti coloro che sono interessati al mondo dell’illuminazione con flash, o che desiderano avvicinarsi a questa tecnica, segnalo la possibilità di dotarsi di un valido ed economicissimo flash che è molto facile reperire on line.
Si tratta del “cinesino” Yongnuo YN 460 che puoi vedere nella foto qui a fianco.
E’ un flash utilizzabile con praticamente tutte le fotocamere digitali dotate di slitta standard ed è stato realizzato per “competere” con i modelli medi come il Nikon SB600 o il Canon 430EXII ma ad un quinto del loro costo (!). Il 460 si riesce infatti ad avere con un esborso che è tranquillamente al di sotto dei 50 euro spese di spedizione comprese.
Il numero guida dichiarato è 38 , più o meno lo stesso dei suoi più preziosi competitor, con cui condivide la testa ruotante sia sul piano orizzontalmente che su quello verticale, utilissima per sfruttare al meglio le possibilità degli effetti di “rimbalzo” della luce su superfici adatte.
Viene fornito con un piccolo stativo e le classiche linguette di diffusione che fuoriescono dalla testa.
A differenza dei suoi cugini più blasonati però il 460 è solamente manuale, non prevede automatismi TTL e questo in genere spaventa molto chi è alle prime armi, ma non dovrebbe.
In realtà ci si accorge velocemente quanto nella fotografia con flash il digitale avvia stravolto tutto.
Ora basta un’occhiata al display, vedere com’è riuscito lo scatto ed adattare la potenza del flash. Ci si rende subito conto di come conviene regolarlo e l’uso in manuale in genere diviene a volte la normalità anche con i flash dotati di automatismi sopraffini ma mai abbastanza intelligenti.
Ma il vero divertimento con questi oggetti viene con le possibilità di utilizzo “off camera”.
L’allontanamento dalla macchina fotografica e la possibilità di far arrivare la luce sul soggetto da un’angolazione non frontale è uno degli aspetti più importanti della fotografia con flash.
Il 460 può essere fatto scattare dal lampo di un’altro flash, anche quello incorporato della tua fotocamera, magari regolato al minimo, ed è in questo modo che ci si può divertire davvero molto, andando a creare effetti drammatici nei ritratti o nella fotografia di performance (come ad esempio lo skateboarding, il pattinaggio, le arti marziali, etc…) o anche andando ad esplorare settori particolari e creativi come la smoke photography o la… levitazione

🙂 🙂

Che altro dire?
Buon divertimento!

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In alcuni paesi, in particolare negli Stati Uniti, c’è una tradizione che da sempre è un’opportunità per i giovani fotografi. E’ il “senior portrait”, il ritratto che tutti gli studenti si fanno all’inizio dell’ultimo anno (senior year) delle scuole superiori per l’inserimento nello “yearbook”.

Con i senior portraits si sono fatti notare alcuni grandi nomi della fotografia del novecento e, sebbene in passato non ci fosse gran modo di esprimere la propria creatività dato l’obbligo di conformarsi agli standard dettati dalle scuole, ora sono sempre meno rari gli istituti che lasciano la libertà di presentare foto un po’ meno formali.

Sono nate delle vere e proprie tendenze, con ritratti non più realizzati solo in studio, com’era ferrea tradizione, ma anche in contesti urbani e con un taglio decisamente glamour.

Sicuramente si può discutere sul gusto e sui risultati ma senza dubbio è una gran palestra ed anche una discreta  opportunità di lavoro.

In questo video, una giovane fotografa di nome Apple Blossom che sceglie un contesto street per i suoi clienti.
E’ istruttivo vedere come lavora e quali interessanti condizioni di luce sceglie. Buona visione.

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Un breve ed interessante video sull’uso di un paio di flash controllati da remoto via wireless.

Ovviamente si tratta di uno spot per la tecnologia ETTL della Canon ma lo stesso discorso vale per Nikon e gli altri produttori che offrono sistemi di gestione evoluta dei flash.

Notare l’efficacia del setup in questa situazione all’aperto… dove il nero dei capelli e degli abiti della modella viene reso davvero molto bene usando questa tecnica.

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Pontiac

Uno scatto a cui sono affezionato. A Cuba, diversi anni fa, con la vecchia Nikon da 2 Mpixel appena acquistata… Sembra un secolo…
Lo so, mica è un capolavoro, ma ogni volta che la rivedo mi fa pensare a quanto in fotografia alla fine conti poco l’attrezzatura e quanto invece siano davvero importanti la visione, un po’ di tecnica e, sopratutto, un pizzico di fortuna.

Una breve nota sul soggetto di questa foto.

A Cuba circolano moltissime di queste auto degli anni ’30 e ’40 che furono “abbandonate” degli americani in fuga durante la rivoluzione castrista. Questi “gioiellini” sono stati manutenuti e curati maniacalmente per decenni e continuano tranquillamente a marciare ed a far bella mostra di se per le strade delle città dell’isola. Vengono usate sia per attività del tutto ordinarie (moltissime sono dei taxi) che per occasioni gioiose come in questo caso in cui la Pontiac era stata “addobbata” per la festa di ingresso in società di una giovane quindicenne. Un evento folcloristico ma tradizionale ed importante per i cubani, nella cui occasione si festeggia con grande allegria e gioia, ma anche con una certa solennità, il momento in cui  le ragazze compiono quindici anni e simbolicamente si lasciano alle spalle l’infanzia per affacciarsi alla vita da adulte.

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