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Posts Tagged ‘foto’

Airbus formationAh, cosa non darei per partecipare ad una sessione fotografica come quella organizzata da Airbus per realizzare questo scatto.
Lo scorso settembre erano ben cinque i bestioni impegnati in questa fantastica missione, pensata per celebrare la certificazione del nuovo A350-900, un gioiellino da circa 300 milioni di dollari.
Come si vede dal video sotto, la preparazione per questo shooting volante è stata notevole ed ha coinvolto un folto numero di persone tra organizzatori, manager, piloti, fotografi ed operatori video. Il risultato è quasi senza precedenti e parla da solo: splendide foto più un bellissimo filmato che ha per protagonisti cinque aerei enormi che manovrano dolcemente in formazione, mentre il piccolo jet di appoggio si muove intorno a loro per le riprese. Roba da far sbavare i miei amici “spotters”, ma non è necessario essere esperti in materia per capire quanto sia notevole un volo così ravvicinato con aerei di questo tipo.
Gran bel lavoro no? 🙂
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Arte da una cometa
In un altro periodo sarebbe stata la notizia del decennio. Oggi, mescolata alle tante questioni che ci affliggono, è passata in secondo piano e non proprio tutti se ne sono accorti. Resta comunque un fatto quasi incredibile: l’umanità ha inviato un robot su una cometa e, dopo un viaggio di dieci anni, questo si è posato sulla superficie, ha fatto una foto e ce l’ha spedita. Eccola qua: la prima fotografia dal suolo di una cometa.
In realtà Philae, il modulo di atterraggio della missione Rosetta, ha scattato una panoramica ma, dato che si è posato male, quella mostrata è l’unica parte decente dell’immagine.
Non è chiaro cosa succederà adesso. Philae è a corto di energia a causa della posizione in cui si è messo, i suoi pannelli solari non ricevono abbastanza luce e, dopo aver fatto i primi importanti rilevamenti, è andato in stand by in attesa di ricaricarsi.
È strano pensare a questa prodigiosa macchinetta fotografica spaziale a corto di batterie, posata su un corpo celeste così lontano. È strano guardare questa immagine in tutto il suo splendore, anche artistico, trovandola misteriosa, pareidolica, affascinante, bellissima.
Io l’ho stampata per incorniciarla. Ci vedo l’effige di una delle poche speranze che la nostra specie ha, di poter guardare avanti con fiducia.

Il futuro è nelle mani di chi lo sa sognare
(Paulo Coelho)

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Assenza 3

L’assenza 3 – © Copyright 2012, Pega

Attendo, non so da quanto tempo.
Solo, in questa stanza silenziosa, in piedi, attendo.
Qualcuno mi ha solo fatto entrare, poi ha chiuso la porta ed io ho sentito risuonare i suoi passi nel corridoio mentre si allontanava.
Non so più da quanto sono qui, mi pare un’eternità. Nessun orologio, forse sono passate ore.
Silenzio. Nessuno in arrivo, lo percepirei facilmente.
Solo, nella stanza austera. Davanti a me la scrivania massiccia e severa. Il ripiano in vetro, la sedia è una sobria seggiola in legno. Dietro, i libri.
Aspetto ormai impaziente, teso. Vorrei andarmene ma non posso, no.
Non resta che attendere…
Ma chi sto aspettando?

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[Ogni tanto mi diverto ad inventare una storia scema partendo da una mia foto. Prometto di non farlo spesso 🙂 E tu ci hai mai provato?]

Altre “storie da una foto”:
La porta
Capitan M|artin von Melik
Viva Viva, La Befana!
Il viaggio di Fotone
La discendenza di Fotone
Alieni

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SanDonninobyl

SanDonninobyl – Copyright 2009 Pega

Quante foto sono interessanti e significative per l’autore mentre risultano del tutto prive di senso per l’osservatore?
Ogni immagine ha la sua storia dietro e solo il fotografo conosce pienamente la situazione dello scatto. È lui che sa cosa c’era intorno, ricorda la situazione con le sue emozioni, sensazioni, rumori, odori…
La fotografia è solo un riflesso di quel momento, una porzione visuale che lo può rappresentare anche in modo potente ed evocativo, ma quasi mai pienamente. Beh, ci sono anche capolavori di grandi fotografi che hanno questa capacità e che addirittura sanno andare oltre, ma diciamocelo, molte nostre foto non sono così eccezionali.
E così, ancora una volta, mi capita di riflettere su quanto sia importante arricchire la singola immagine con altre informazioni, scritte o visuali, che aiutino l’osservatore ad apprezzare la fotografia.
Un titolo adeguato, una didascalia, una breve storia o presentazione, o anche l’accostamento con altre immagini, possono essere elementi che fanno una gran differenza.
Non credo sia giusto “sperare” che la foto da sola sia sempre abbastanza. Sì, a volte può esserlo, eccome, ma in molti altri casi la foto nuda è insufficiente.

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Arts e métiers

Arts e métiers – © Copyright 2013, Pega

Un altro anno è passato, dodici mesi di tante cose, ma un po’ anche di fotografie. Chissà quali dei nostri scatti fatti durante questi ultimi dodici mesi avremo presenti tra dieci o venti anni. Quali saranno destinati ad essere ricordati e quali a “marcire” nella cartella di un hard disk o, per gli analogici, in una scatola di negativi? Chi può dirlo?
In ogni caso, come ogni anno, ti invito a fermarti un attimo e voltarti indietro a questo 2013 fotografico che si conclude. Dai un’occhiata al tuo archivio e scegli quella che consideri la tua miglior foto di quest’anno. E’ un piccolo omaggio alla tua passione per la fotografia ed anche un semplice esercizio. Sfoglia il tuo album e seleziona una foto. Fai come se ti fosse concesso di salvarne solo una tra tutte quelle fatte in questi ultimi dodici mesi.
Inizio io, con la mia “Arts e métiers”, realizzata nella metropolitana di Parigi. È un’immagine che non risponde al tipo di fotografia che faccio in genere, dato che non amo gli scatti rubati, ma qui è diverso. Questa l’ho vista e l’ho voluta, sforzandomi di muovermi su un terreno a me non congeniale. Certo, poi ci sono anche gli elementi personali, esterni all’immagine e non percepibili dall’osservatore: sensazioni e ricordi legati all’esperienza del momento.
Dunque questa è la mia scelta, ovviamente del tutto soggettiva. Ti invito a fare lo stesso, cogliendo l’occasione di ripercorrere questo anno attraverso le tue fotografie.

Poi, se ne hai voglia, inserisci pure il link alla tua “preferita 2013” in un commento a questo post.
E… BUON 2014!

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Foto segnaleticaC’è stato un tempo in cui, quando ci si metteva davanti ad una macchina fotografica, lo si faceva sempre con gran serietà. La fotocamera era rispettata e considerata come un potente strumento in grado di catturare e proiettare l’immagine della persona, oltre i confini fisici e temporali.
E così, anche quando si trattava di ritrarre dei criminali in prigione, fotografo e “modello” non prendevano la cosa per niente sotto gamba. Attenzione ai dettagli, all’abbigliamento, alla posa ed alla luce, ecco com’erano le foto segnaletiche negli anni intorno al 1920.
Dimmi se il personaggio sopra non sembra uscito da una fiction.
Che ne pensi? Non sono notevoli questi ritratti? Se vuoi, eccone sotto qualche altro, proveniente direttamente dalle galere statunitensi e dal “periodo d’oro delle foto segnaletiche e dei criminali eleganti”: gli anni venti del secolo scorso.
Foto segnaletiche, anni 20

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Violinist

Red lady violinist – Copyright 2002 Pega

Con una certa regolarità cerco di andare a rivedere le mie vecchie foto. Ai tempi della pellicola lo trovavo un esercizio un po’ faticoso, ma ora col digitale, è talmente semplice che è un peccato non tornare a trovare, di tanto in tanto, gli scatti realizzati qualche anno fa.
E’ sempre un’esperienza interessante e spesso istruttiva, perché nel nostro archivio troviamo il modo di fotografare che avevamo, che non è detto sia lo stesso di adesso. Nei vecchi album vivono i soggetti che un tempo ritenevamo importanti e ci sono gli errori che allora si commettevano e che, forse, ora abbiamo imparato ad evitare.
Spesso riguardando le nostre vecchie immagini, capita di trovare scatti che un tempo si consideravano splendidi ma che oggi non ci piacciono più, ed è poi possibile scovare foto che si erano scartate e messe da parte, che invece adesso assumono un valore inaspettato.
Il tempo aumenta il distacco dalle esperienze e dalle emozioni provate al momento dello scatto e può rendere meno significative alcune immagini, ma anche far apprezzare ora una fotografia in passato ritenuta poco interessante.
Frequentare di tanto in tanto il proprio archivio è anche un modo per mantenere vive quelle foto e per dar loro la possibilità di un futuro diverso, magari con una stampa o la condivisione on line.
Non trascurare le tue vecchie foto, non le abbandonare, curale: raccontano la storia della tua passione per la fotografia.

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bressonbehind

Behind the Gare Saint-Lazare, 1932 Copyright © Henri Cartier-Bresson

“Se una foto è così poco interessante da farti notare la grana… allora vuol dire che è una foto veramente noiosa.”
Ai tempi della pellicola, quando il rumore si chiamava grana, questa frase circolava ogni tanto nei fotoclub.
Oggi forse non più. Abbiamo sviluppato una maggior sensibilità nei confronti della qualità delle immagini. Ci siamo abituati ad un livello tecnico molto più alto, favorito anche dalle grandi capacità delle nostre macchine digitali, che sono in grado di sfornare immagini di una qualità che in passato non era quasi concepibile.
Ma rumore, nitidezza e tonalità dei colori, rimangono aspetti, di certo rilevanti in una foto, ma non necessariamente i più importanti.
A volte capita che oggi venga dato più valore a questi elementi che non al messaggio, alla storia e alle emozioni che un’immagine porta.
Insomma, forse vale la pena avere un po’ di “grana” a cui far caso quando una foto non è interessante. No?
🙂

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Beach no more

Beach no more – © Copyright 2009 Pega

L’estate si avvia alla fine. Il calore accumulato comincia a scontrarsi con le correnti fredde che a settembre ricominciano ad insinuarsi giù per lo stivale ed ecco che ci aspettano i temporali.
Ogni anno in questa stagione mi capita di provare a fotografare i fulmini, ti ripropongo quindi il breve racconto di uno di questi esperimenti.

Il temporale si avvicinava minaccioso e così decisi di provare a catturare qualche saetta. Chi si è già cimentato sa bene quanto la cosa sia divertente anche se non sempre facile. Di certo c’è gente molto brava a farlo e su internet si trovano foto di fulmini veramente straordinarie.
Purtroppo non avevo a disposizione il treppiede. Mi piazzai quindi con la macchina fotografica ben appoggiata su un corrimano e, dopo qualche prova, impostai un ISO400 che, sulla mia macchina, è un ottimo compromesso tra sensibilità e rumore.
Con lo zoom regolato a 26mm scelsi un’apertura di f/7.1 che, con questa focale, garantisce allo stesso tempo buona nitidezza e grande profondità di campo.
La scelta per la velocità di scatto cadde su 1/60 sottoesponendo così di circa 2 stop, alla ricerca di quell’atmosfera cupa che vedevo nella realtà. Con questo tempo non ci sono problemi di mosso, anche nella condizione non perfetta di posizionamento della fotocamera. Credo comunque che, in eventuali futuri esperimenti, non disdegnerò di scendere ancora, magari a 1/25, sfruttando al massimo quella che è la durata del fenomeno del fulmine.
Il resto fu una serie di circa una cinquantina di scatti, una specie di “test dei riflessi”, cercando di immortalare “al volo” i fulmini che si manifestavano. Ne usciii con solo tre o quattro foto decenti.
Quella qui sopra è la più luminosa, le altre sono decisamente troppo cupe.
Qualcuno si chiederà perchè non ho optato per una lunga esposizione. Il temporale era molto minaccioso ma con poche e rare saette, la luce ridotta ma bellissima. Mi piacque provare a catturare la scena che vedevano i miei occhi, cercando anche di non sovraesporre troppo i lampi, ecco quindi l’idea dello scatto “fulmineo” 🙂
Non sono soddisfattissimo ma tutto sommato mi piace. Ci ritrovo l’atmosfera minacciosa di quel temporale, compresa l’affascinante e temibile essenza del fulmine.

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Studia attentamente questa foto. Osserva il volto, i tratti, lo sguardo perso nel vuoto. A che cosa starà pensando?
Clicca sull’immagine per guardarla in versione grande, è importante per vedere tutti i dettagli. Fallo con calma. Esamina i particolari, l’espressione, quella luce negli occhi. Cerca qualcosa in questo volto. Qualcosa che non si vede subito.
Poi dimmi che impressione ti ha fatto.
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Test image

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