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Posts Tagged ‘NASA’

foto lasciata sulla Luna
C’è chi ama “lasciare una traccia”, segnare con un gesto un luogo visitato.
C’è chi getta una monetina in acqua e chi invece una firma sul muro (in barba al rispetto delle cose altrui).
In genere sono gesti fatti auspicando di poter tornare sul posto, ma non credo sia questo il motivo che spinse l’astronauta Charles Duke a portare con sé e lasciare sul suolo lunare una sua fotografia di famiglia.
Sì, la lasciò di proposito durante la missione Apollo 16, il 23 Aprile del 1972. La posò accanto alle sue impronte immortalandola con la Hasselblad Lunare.
Venire a conoscenza di questa storia mi ha incuriosito.
Avevo sentito di foto alla Luna, di foto sulla Luna ed anche di macchine fotografiche lasciate sulla Luna, ma di una foto di famiglia portata dalla Terra e abbandonata sulla Luna non ne sapevo niente.
Di sicuro questa immagine lascia la porta aperta ad immaginarsi tutta una storia, ma quale storia? Forse un messaggio ai posteri? Ai figli o ai nipoti che un giorno potrebbero tornare da turisti sul nostro bel satellitone e ritrovare la foto del nonno? Forse semplicemente una promessa mantenuta tipo “vi porto tutti con me sulla Luna”. Oppure un cinico e metaforico abbandono spaziale? 😀
Chissà…
Chissà anche se quella foto di famiglia è ancora lì o l’hanno presa gli alieni.

😀

[Fonte: Universe Today]

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Buzz Aldrin


Mentre gira intorno al pianeta Terra il 14 Novembre 1966 l’astronauta Edwin Eugene Aldrin (detto “Buzz”), decide di farsi un bell’autoscatto durante l’escursione fuori dalla capsula. Il bagliore del sole, insieme alla forma distorta del nostro mondo, si riflettono sul suo casco; dietro di lui c’è lo spazio profondo. Era la dodicesima orbita della missione NASA Gemini XII.
Altro che quelli che oggi imperversano sui social network… Questo sì che può essere definito un selfie spaziale!
🙂

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Hasselblad Lunare

Image courtesy of WestLicht

E’ l’unica macchina fotografica tornata sulla Terra dopo esser stata sulla Luna, la Hasselblad 500 HEDC che andrà all’asta da Westlich il prossimo 22 marzo.
Fu usata dall’astronauta Jim Irwin, nel 1971, durante la Missione Apollo 15 ed è una delle quattordici fotocamere di questo tipo usate dalla NASA per le missioni Apollo dalla 11 alla 17.
A differenza delle sue simili, che una volta spogliate dalle pellicole rimasero sulla Luna sostituite dall’equivalente del loro peso in campioni di polvere e rocce, questa fece ritorno a casa.
Jim Irwin la usò per realizzare 299 fotografie durante i tre giorni di permanenza sulla superficie lunare ed altre 96 durante il viaggio di ritorno.
Si prevedono puntate che supereranno i 150,000€.
Hai intenzione di partecipare?
🙂

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NASA curiosity

Se in questi giorni davvero il mondo finisce c’è chi si godrà lo spettacolo.
La sonda NASA Curiosity è lì su Marte, bella tranquilla, piazzata a distanza di sicurezza. Sono pronto a scommettere che ha già rivolto le sue fotocamere verso la Terra in attesa del possibile evento.
Nei mesi scorsi ci ha già inviato un bel po’ di immagini della superficie del pianeta rosso ed anche della Terra ma tra le foto che più mi hanno affascinato c’è il fantastico e vanitoso autoritratto che puoi vedere sopra. E’ stato realizzato scattando 55 foto da angolazioni diverse usando la fotocamera posizionata sul braccio mobile estensibile e processata dalla NASA per ottenere un’unica immagine in cui il braccio non è più visibile, apparendo scattata come se il “vanesio” robot Curiosity avesse piazzato un treppiede per farsi un autoscatto.

Image credit www.nasa.gov

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Carl Zeiss Planar 50mm f0,7

In vari post precedenti mi è capitato di parlare di Stanley Kubrick.
Anche in questo.
Ne parlo di nuovo perchè mi è capitato di vedere la foto di un mitico obiettivo che il grande regista utilizzò per realizzare alcune tra le più belle immagini della storia del cinema. Mi riferisco alle scene di un film straordinario che, nonostante la lunghezza, ho visto diverse volte: Barry Lyndon.

Barry LyndonPer poter girare gli interni con solo luci di candela, senza illuminazione artificiale che avrebbe alterato l’atmosfera intima con cui voleva coinvolgere lo spettatore, Kubrick riuscì a mettere le mani su un’ottica davvero speciale: un obiettivo Carl Zeiss Planar da 50mm con apertura f/0.7 (zero virgola sette!) che la NASA aveva realizzato per le missioni lunari Apollo.
Questo “supercinquantino” fu adattato alla cinepresa ed utilizzato con grande maestria, sfruttandone le doti di incredibile luminosità e gestendo magistralmente la ridottissima profondità di campo.
Fu un lavoro complesso e di grande precisione che, con in suo leggendario perfezionismo, Kubrick richiese a tutto lo staff. A partire dai tecnici che modificarono la cinepresa e realizzarono per lui un meccanismo di messa a fuoco precisissimo, agli operatori ed anche agli attori, ai quali fu chiesto di fare moltissima attenzione alla posizione: un piccolo spostamento avrebbe in molti casi causato deleteri effetti di sfuocatura.
Il risultato è un capolavoro della cinematografia e sceneggiatura, che rimane tale per la capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore con immagini che hanno lasciato il segno. Un livello forse mai più raggiunto.
Un po’ come quei passi sulla Luna, mai più ripercorsi, per i quali era stato originariamente realizzato il “cinquantino spaziale”.

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Ah come invidio l’astronauta-fotografo Don Pettit.
E’ tornato sulla Terra da poco, dopo una bella missione sulla Stazione Spaziale Internazionale a far foto per vari mesi. Si, certo non era lì solo a fotografare ma comunque aveva a sua disposizione qualcosa come dieci (10!) macchine Nikon D3s con relativi obiettivi professionali ed accessori: un bel kit dal valore di oltre centomila euro, con cui si è sbizzarrito documentando le fasi della missione e creando documentazione tecnica importante per la NASA.
Il marchio Nikon è ben visibile in molti degli scatti backstage delle missioni spaziali e quella tra il marchio giapponese e l’ente spaziale americano è una collaborazione che risale alle missioni Apollo, pare infatti che proprio per soddisfare le necessità della NASA fu sviluppata la F4, la prima digitale Nikon.
E, anche per lo spazio, proprio come succede ai fotografi “terreni”, una volta scelto un produttore poi si tende a rimanergli fedeli, probabilmente non solo per abitudine ma anche per le questioni di compatibilità con costosi obiettivi professionali che rimangono validi anche con il trascorrere dei decenni.
Dunque un saluto a Don, che adesso dopo aver volato negli spazi siderali ed aver gestito un così ben allestito setup, dovrà forse sedersi davanti ad un computer e dedicarsi ad un bel lavoro di postproduzione dopo le migliaia di scatti effettuati.
O forse anche no.
🙂

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storm on SaturnDa oltre un anno c’è qualcosa di affascinante e misterioso che si sta svolgendo nell’atmosfera di Saturno.
La sonda Cassini, di cui già parlavo in un vecchio post , ha fotografato fin dalla fine del 2010 gli effetti di quello che sembrava un uragano in fase di formazione.
Una tempesta che con tanto di fulmini e saette dalle proporzioni inimmaginabili si è sviluppata nel corso di tutto il 2011, fino a coinvolgere un intero emisfero di quel pianeta così enorme.

Ne parlo perchè la sonda ci invia delle imagini che trovo semplicemente meravigliose dal punto di vista fotografico.
Sono come bellissimi astratti, dalle forme misteriose ed affascinanti, che rapiscono quando associati al concetto dell’enormità quasi inconcepibile di ciò che rappresentano.

Se vuoi, puoi dare un’occhiata all’apposita pagina “The Saturn Storm Chronicles” sul sito del laboratorio immagini della missione Cassini.

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NASA Astronauts Photography ManualBeh, si lo confesso: volevo fare l’astronauta.
Mi andava a genio l’idea di essere sparato su un missile e farmi qualche giro in orbita per guardare il nostro pianetucolo da un punto di vista parecchio esclusivo…
Ma adesso che ho trovato questo, rimpiango proprio di non averci provato con più impegno! Si tratta del manuale preparato appositamente per insegnare agli astronauti a fotografare.
Accidenti: volare nello spazio e fotografare allo stesso tempo… sublime.

A parte le battute, eccoti un interessante documento che puoi scaricare qui in PDF. E’ un breve manualetto di sole 40 pagine con cui la NASA, insieme al fornitore ufficiale di fotocamere spaziali Hasselblad, insegna come si usa una macchina fotografica.
Il fatto che si tratti di fare foto nello spazio è quasi secondario, qui vengono insegnati i concetti di base (che poi sono tutto ciò che serve) e poco più, con una sintesi ed un’efficacia che solo la NASA sa avere…

In attesa di future opportunità di fare turismo spaziale è comunque una lettura preziosa per tutti: esperti e non esperti.

[fonte Universe Today]

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Dido

Sempre a proposito di questioni di diritti e compensi…
L’astronauta americano Bruce McCandless ha fatto causa alla cantante inglese Dido per aver usato la foto sopra come copertina del suo ultimo album.

E’ un’immagine famosa in cui lo si vede librarsi in orbita al comando di un MMU (Manned Maneuvering Unit) libero e senza alcun vincolo con il modulo orbitale, che era lontano diverse decine di metri. McCandless fu infatti la prima persona nella storia a muoversi nello spazio senza alcun cordone ombelicale.

L’immagine è di pubblico dominio e l’astronauta della NASA non detiene alcun diritto sulla foto ma le motivazioni della denuncia si basano sullo sfruttamento non autorizzato della sua immagine a fini commerciali.
McCandless sostiene infatti che un caso come questo, potrebbe far pensare anche ad altri che esista la possibilità di poter usare la sua immagine senza alcun compenso ed alterare quindi le sue possibilità di continuare ad  firmare contratti pubblicitari. 

Trovo nella questione un curioso parallelo proprio con l’argomento del mio precedente post.
Non so cosa ne pensi tu ma per me si tratta di una causa che sarà interessante seguire…

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Hasselblad_rearSei una persona a cui non piace passare inosservata?

Beh, a meno che tu non sia l’acquirente di questo gioiellino qui a fianco, direi che hai perso un’ottima(!) occasione.

Si perchè qualche tempo fa su Ebay era in vendita questa rara macchina fotografica, proposta  alla modica cifra di 33.751 dollari: una Hasselblad realizzata appositamente per l’uso da parte degli astronauti della NASA.
Un modello particolare, denominato MKWE, destinato ad essere impugnato nello spazio e per questo dotato di un apposito mirino laterale, adatto alle inquadrature attraverso il casco dell’astronauta.
L’offerta, che puoi vedere qui sotto, comprendeva anche un particolare obiettivo Biogon da 38mm ed uno speciale caricatore denominato cripticamente “A24”.

Hasselblad_Ebay_cutNon è dato sapere quale fosse il motivo di un prezzo così poco “rotondo” dell’offerta e nemmeno se la macchina sia mai veramente stata nello spazio, è comunque certo che si trattava di un oggetto veramente cool, adattissima ad essere “indossata” alla prossima photowalk.

Niente male eh?
Anche il prezzo intendo.

🙂

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