Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘Parigi’

atget

Saint Cloud, 1921 - Eugene Atget

È una foto affascinante, un capolavoro di composizione. Osservala nei dettagli.
L’elemento fondamentale, il triangolo, è il cardine di tutta l’immagine. Ci sono gli alberi triangolari, le ombre, ma anche gli spicchi di spazio e di sfondo che l’autore ha cercato e trovato posizionando con grande cura la sua macchina fotografica. E’ bello scovarli via via nella foto, scoprendone di nuovi ogni volta ed intuendo che ce ne potrebbero essere molti di più di quanto non sembri a prima vista.
E’ un celebre scatto di Eugène Atget, uno dei più grandi maestri della Fotografia del Novecento.
Atget nacque a Libourne (Bordeaux) nel 1857 e, dopo un’infanzia non facile ed anche alcuni anni di vita di mare come mozzo nella marina mercantile francese, scoprì una vocazione artistica che lo condusse ad entrare in una compagnia teatrale. Non fu una lunga carriera, dei problemi alle corde vocali lo costrinsero a cambiare attività, ma l’attrazione per l’arte lo avvicinò all’ambiente della pittura.

atget_ragpicker

Ragpicker 1899 - Eugene Atget

Atget scoprì presto che attraverso la fotografia avrebbe potuto sia mantenersi che dar sfogo alla sua vena creativa. Iniziò così un’attività che lo vide pioniere nella fotografia architettonica e di strada, specializzato in soggetti cittadini che vendeva ai pittori di Montparnasse.
Non aveva formazione di base in arti visive ma solo un gran talento, unito ad un notevole interesse ed amore per una Parigi che stava ormai cambiando, cedendo alla progressiva modernizzazione.
Questa passione lo portò a cercare inquadrature e scorci che ritraevano una città che si sarebbe presto modificata e fu proprio così che ad un certo punto la Biblioteca Nazionale di Francia, valutando l’interesse documentaristico del suo lavoro, acquistò la sua intera produzione.
Atget morì nel 1927 ed il suo successo fu praticamente tutto postumo.
E’ considerato uno dei grandi, uno dei principali pionieri della fotografia documentaristica e di strada, ed è uno dei miei fotografi preferiti in assoluto.

Pubblicità

Read Full Post »

Lost memories

Confidando che le misure prese per fronteggiare la cretinata sui cookies siano sufficienti, voglio riproporti qualcosa che in questo caso trovo un po’ emblematico: è Lost memories, un delizioso “corto” di tre minuti realizzato da Francois Ferracci. Se non l’hai mai visto, non voglio anticiparti molto di questo piccolo capolavoro che mette in connessione fotografia digitale, analogica, emozioni, sentimenti e relazioni; il tutto tra passato, presente e futuro. Se già lo conosci, ti invito a rivederlo, gustandone oltre agli spunti di riflessione, anche l’aspetto tecnico eccellente, specie considerando che Francois l’ha realizzato da solo interamente sul suo laptop. Buona visione.

Read Full Post »

Stenopes Project

La stanza viene completamente oscurata. Non un filo di luce deve passare se non quella che si insinua da un piccolo foro circolare lasciato aperto in corrispondenza di una finestra. La proiezione riempie l’interno, ricreando l’immagine rovesciata di ciò che c’è fuori.
È dal semplice concetto di camera oscura che nasce Stenopes, il progetto di Romain Alary ed Antoine Levi che, integrando questa antica esperienza con le moderne tecniche del time lapse, realizzano brevi video all’interno di ambienti trasformati in gigantesche fotocamere stenopeiche.
I due hanno iniziato circa due anni fa nella loro cucina, spostandosi poi in diversi luoghi tra cui Parigi, dove hanno realizzato il video qui sotto.
Romain ed Antoine sono continuamente alla ricerca di location interessanti per il loro progetto. Se pensi di voler mettere a loro disposizione una stanza che si affaccia su un bel panorama, clicca qui per contattarli.
.

Read Full Post »

20130203-190959.jpg

Il ritratto di un fotografo è una sorta di cortocircuito, un cerchio che si chiude. Quando poi il fotografo è un grande maestro, un protagonista della storia di questa forma d’arte, allora l’immagine assume un fascino tutto speciale, almeno per me.
É il caso di questo ritratto di Eugene Atget, il grande fotografo francese che visse a cavallo tra ottocento e novecento, considerato da molti come uno dei padri della fotografia moderna.
Fotografò per oltre trenta anni la sua Parigi, un lavoro immane di oltre 10.000 negativi (che per i tempi erano un’infinità) teso a documentare una città che si stava trasformando, modernizzando, e che Atget fissava non tanto con atteggiamento artistico quanto con un approccio che potrebbe essere definito come commerciale. Molti suoi scatti erano infatti realizzati per fornire materiale ai pittori ed agli illustratori di libri sulla città.
In questa sua ricerca Atget espanse le possibilità della fotografia e sviluppò un suo linguaggio fatto di poesia ed estetica formale che lo consacra tra i più importanti artisti della storia della fotografia.
Ed eccolo qui Eugene Atget, dopo quasi un secolo, qui sul tuo monitor.
Guardalo negli occhi, mentre si sta facendo fare un ritratto da Bernice Abbott in un bel pomeriggio del 1927.
Un cortocircuito con i fiocchi.

Read Full Post »

Lost memories

Lost memories è un piccolo capolavoro, un “corto” di tre minuti realizzato da Francois Ferracci.
Non voglio anticiparti molto di questo breve gioiellino se non che mette in connessione fotografia digitale, analogica, emozioni, sentimenti e relazioni, il tutto tra passato, presente e futuro della tecnologia.
Qualcosa che ti invito a vedere, gustandone oltre agli spunti di riflessione, anche l’aspetto tecnico eccellente, specie considerando che Francois l’ha realizzato da solo in sei mesi interamente sul suo laptop.
Buona visione.

Read Full Post »

Felix Tournachon (Nadar)

Felix Tournachon (Nadar) - Autoritratto - 1855

Nadar è ricordato nella storia tra i grandi fotografi, ma la fotografia non era il suo unico interesse.
Fu scrittore e disegnatore caricaturista, attivista politico e pioniere del volo in pallone. Fu inoltre molto amico di pittori ed artisti intellettuali nella Parigi della seconda metà dell’ottocento ed ebbe l’occasione di produrre ritratti di importanti personalità del suo periodo.

Fu proprio dalle sue frequentazioni nell’ambiente dei pittori che Nadar trasse molti spunti importanti da riportare nella fotografia, arrivando a miscelare con maestria elementi tipici della tradizione pittorica con le caratteristiche del nuovo media.

La sua capacità di cercare pose e composizioni molto classiche si univa alla cinica ricerca di quei dettagli che i pittori tendevano a tralasciare, se non ad omettere volutamente. Parlo delle imperfezioni tipiche dei volti o dei vestiti, che rendono le foto di Nadar così importanti.

Fu per questo che preferiva evitare il più possibile di ritrarre donne, riteneva infatti che la fedeltà fotografica fosse una caratteristica che produceva risultati “così realistici da non soddisfare nemmeno le posatrici più belle”.

Fu nel 1874, quando la sua vena fotografica stava ormai declinando, che si guadagnò un posto nei testi di storia dell’arte affittando il suo studio ad un piccolo gruppo di artisti indipendenti che oggi chiameremmo “underground”.
L’iniziativa fu allora giudicata un fallimento ed uno di quei pittori addirittura disse “L’unica cosa che ne è venuta fuori è l’etichetta impressionismo, una definizione che detesto.”
Quel pittore si chiamava Pierre Auguste Renoir.

——————

Ti è piaciuto questo post ? Condividilo su Facebook o Twitter, puoi farlo anche semplicemente cliccando sul bottone qui sotto.

Read Full Post »

atget

Saint Cloud, 1921 - Eugene Atget

È una foto affascinante, un capolavoro di composizione. Osservala nei dettagli.
L’elemento fondamentale, il triangolo, è il cardine di tutta l’immagine. Ci sono gli alberi triangolari, le ombre, ma anche gli spicchi di spazio e di sfondo che l’autore ha cercato e trovato posizionando con grande cura la sua macchina fotografica. E’ bello scovarli via via nella foto, scoprendone di nuovi ogni volta ed intuendo che ce ne potrebbero essere molti di più di quanto non sembri a prima vista.
E’ un celebre scatto di Eugène Atget, uno dei più grandi maestri della Fotografia del Novecento.
Atget nacque a Libourne (Bordeaux) nel 1857 e, dopo un’infanzia non facile ed anche alcuni anni di vita di mare come mozzo nella marina mercantile francese, scoprì una vocazione artistica che lo condusse ad entrare in una compagnia teatrale. Non fu una lunga carriera, dei problemi alle corde vocali lo costrinsero a cambiare attività, ma l’attrazione per l’arte lo avvicinò all’ambiente della pittura.

atget_ragpicker

Ragpicker 1899 - Eugene Atget

Atget scoprì presto che attraverso la fotografia avrebbe potuto sia mantenersi che dar sfogo alla sua vena creativa. Iniziò così un’attività che lo vide pioniere nella fotografia architettonica e di strada e si specializzò in soggetti cittadini che vendeva ai pittori di Montparnasse.
Non aveva formazione di base in arti visive ma solo un gran talento oltre ad un notevole interesse ed amore per una Parigi che stava ormai cambiando, cedendo alla progressiva modernizzazione.
Questo amore lo portò a cercare inquadrature e scorci che ritraevano una città che si sarebbe presto modificata e fu proprio così che ad un certo punto la Biblioteca Nazionale di Francia, valutando l’interesse documentaristico del suo lavoro, acquistò tutta la sua produzione.
Atget morì nel 1927 ed il suo successo fu praticamente tutto postumo.
E’ considerato uno dei grandi, uno dei principali pionieri della fotografia documentaristica e di strada ed è uno dei miei fotografi preferiti in assoluto.

Read Full Post »

Paris_free_photosUn piccolo ma significativo evento ha segnato la scorsa settimana il Paris Photo 2009, la rassegna internazionale di fotografia.

Il fotografo francese Fabien Breuvart ha realizzato una sorta di performance in cui, insieme ad alcuni suoi collaboratori, ha portato alcune migliaia di vecchie ed anonime fotografie di fronte all’ingresso VIP della cena di gala organizzata al Louvre. Le foto sono state sparse sul pavimento e rese disponibili gratuitamente ai passanti.

All’interno del gala erano invece in mostra opere di famosi fotografi, offerte per cifre a volte superiori ai 40.000 euro.

Quello che è successo è stato decisamente interessante.

Molte persone che passavano, tra cui alcuni invitati al gala, in qualche caso casi esperti d’arte e facoltosi ospiti, si sono intrattenute a lungo, chinate o inginocchiate tra le foto senza valore portate da Breuvart, dimostrando in modo chiaro, un’attrazione ben più forte per quell’espressione artistica un po’ anarchica che non per le “grandi opere” che attendevano all’interno.

Le foto anonime, offerte gratuitamente, hanno curiosamente sviluppato un maggiore e genuino interesse rispetto ad altisonanti prodotti del mercato dell’arte, dall’alto valore deciso da altri.

A mio parere è stato un momento fenomenale, una ventata d’aria fresca.

Guarda nel video. E’ percepibile il sano divertimento e l’entusiasmo di queste persone. Razzolano tra le foto di illustri sconosciuti , vecchie stampe senza valore, ma foto vere, che è bello guardare e sopratutto prendere in mano, toccare.

Un’espressione fortissima del potere delle immagini e della fotografia nel suo stato più genuino.

Read Full Post »

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: