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Posts Tagged ‘persone’

Jana by Dmitry Gudkov

BikeNYC Portrait: Jana - © Copyright 2010 Dmitry Gudkov

Su Flickr mi sono imbattuto in questa foto. Un ritratto ambientato di una bella ragazza e della sua minimale bici verde marchiata “Fuji” in una strada di New York.
Di questa immagine mi piace moltissimo la spontaneità, con questa posa e l’espressione fiera, quasi di intrigante sfida, della protagonista, ma anche il contesto ed il modo con cui il fotografo ha saputo gestire lo sfondo urbano con uno splendido sfuocato.

E’ uno scatto di Dmitry Gudkov ed appartiene ad un suo progetto intitolato BikeNYC dedicato alle persone che si muovono in bicicletta nella Grande Mela. Iniziato nel Febbraio del 2010 conta ormai oltre un centinaio di scatti accompagnati da brevi note su ogni soggetto fotografato.
Puoi trovare BikeNYC sul sito personale di Dmitry o nell’apposito set sul suo album Flickr.

Credo proprio che potrebbe essere interessante cimentarsi in un bel progetto del genere: così semplice nella sua concezione ma anche ricco di potenzialità.

Complimenti Dmitry.

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Giovanni_da_Linari

Giovanni abita a Linari, un piccolo paese nel cuore della Toscana rimasto quasi totalmente abbandonato.
Nel medioevo questo borgo fortificato posto a metà strada tra Siena e Firenze, fu prima sede di un minuscolo feudo e poi libero comune, fino all’unificazione della regione sotto il Granduca.

Qualche anno fa avevo trovato Linari per caso. Era spettralmente deserto. Antichi edifici sprangati tra cui mi ero aggirato in un tardo pomeriggio invernale camminando su un lastricato riconquistato dalla vegetazione e provando uno strano contrasto di sensazioni.

Tornandoci ho visto questo signore affacciato alla sua finestra.
Giovanni ha vissuto e lavorato qui e ci è rimasto con la moglie mentre il borgo si spopolava.
Si occupava di spremere olive con le presse a secco del frantoio che ora giacciono a due passi da casa sua sotto forma di rottami arrugginiti.
Un po’ a fatica, ha cercato di spiegarci come funzionava quando lì c’era vita e lavoro ed anche di come adesso ci sia in atto un’opera di ristrutturazione e recupero del castello e degli edifici che lo circondano. 

Poi gli ho chiesto se si faceva fare un ritratto.

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Nel primo post dell’anno parlavo di un semplice progetto che mi sarebbe piaciuto svolgere nel 2011, un’idea che è il naturale proseguimento della divertente esperienza dell’Ipholaroid Project. Ho deciso di chiamare questo nuovo progettino “Weekly Ipholaroid portrait”.

Come è facile intuire si tratta di realizzare un ritratto fotografico alla settimana utilizzando uno strumento a cui mi sto affezionando: l’Iphone, con la sua basilarità ed una app che simula in modo semplice ma realistico la “qualità” Polaroid.

E’ forse solo un modo per fare qualche ritratto in più ed avere la “scusa” per chiedere alle persone di posare e farsi immortalare in modo semplice e spontaneo, cosa che personalmente non riesco mai a fare quanto mi piacerebbe.
Devo dire che è divertente e mi ricorda molto i vecchi tempi con la Polaroid vera… 🙂

Ecco quindi i primi frutti… che conto di poter via via pubblicare in un’apposita pagina del blog.

Luciano  Valentina  Cesarina
Federica PPP Filippo

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My first one

My first one - Copyright 2007 Pega

Tempo fa, in un post, avevo provato a chiedere di scrivere in un commento quello che la fotografia rappresenta a livello personale.
La domanda era “cosa significa per te la tua fotografia?“. L’idea era di raccogliere e mettere insieme le risposte di chi avesse voluto partecipare.

Ne è venuto fuori un esperimento curioso, i partecipanti hanno espresso e condiviso delle liste chiare e semplici, ma anche molto interessanti.

Alcune persone hanno preferito scrivere privatamente e non postare le loro considerazioni in un commento pubblico, non ci sono problemi, va bene lo stesso, quello che conta è la voglia di condividere, anche in modo anonimo, ed approfondire insieme alcuni aspetti un po’ introspettivi della fotografia.

Ecco quindi quello che ho raccolto, provando a mettere tute insieme le risposte, eliminando i doppioni e forse anche rimescolando un po’. E’ una sorta di insieme globale di quali sono i significati che, almeno per i partecipanti a questo esperimento, la fotografia esprime per chi la segue e la pratica con passione.

Ti consiglio vivamente di scorrerli e leggerli con attenzione, ci troverai cose in cui ti riconosci mentre altre ti saranno completamente estranee.

Alcune sono veramente fenomenali!

Ognuno può ritrovarsi o meno…

– Espressione
– Creatività
– Libertà
– Evasione
– Imparare
– Condivisione
– Confronto
– Passione
– Curiosità
– Approfondimento
– Un ideale
– Eredità
– Non lo so
– Denunciare le ingiustizie
– Insinuare il dubbio
– Mettere in pratica ciò che imparo
– Un modo per creare amicizia
– Vedere il mondo da un altro punto di vista
– Poter esprimere sè stessi
– Condivisione di emozioni e realtà
– Conferma di quello che esiste
– Sfida
– Passione per la vita
– Non ci ho mai pensato
– Esplorazione
– Gratificare mia moglie
– Tutto
– Incorniciare il mondo
– Mostrare, senza giudicare, la realtà che mi circonda
– Un occhio imparziale sulla realtà
– Trasmettere le sensazioni provate al momento dello scatto a colui che guarda la foto
– Raccontare delle storie
– Empatia
– Riflessione
– Uscire di casa
– Influenzare gli altri
– Divertimento
– Far divertire gli amici
– Osservazione della realtà
– Niente
– Rendere altre persone fiere di me
– Sviluppare un nuovo linguaggio
– Fissare delle emozioni , in modo tale da poterle rivivere
– Comunicazione di emozioni
– Capire gli altri
– Focalizzare le idee
– Devo provare a capirlo
– Luce
– Guardare con la mente
– Osservare e guardarsi intorno
– Vedere punti di vista diversi dai miei, quindi confrontarmi e vedere cose che non avrei visto
– Un respiro diverso
– Sconfitta delle ombre
– Raccattare uno stipendio per arrivare in fondo al mese
– Una ragione di vita
– Parlare con le persone
– Una fonte di guadagno
– Giocare
– Un ritmo spezzato
– Uno sguardo tenuto a lungo
– Dentro
– Lavorare
– L’espressione sul volto di chi guarda chi ha guardato
– Rivelare segreti
– La comunicazione
– Imbroccare/Rimorchiare
– Sentimento
– Intuito
– Ricerca di un’idea o scoperta di un’idea…
– Lasciarsi andare senza dogmi
– Libertà d’interpretazione
– Mi fa sentire più figa
– Fancazzismo
– Mi illumina d’immenso

Un grazie sincero a chi ha partecipato. 🙂

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Nel 2008 il giornalista Gene Weingarten vinse il premio Pulitzer per un esperimento che aveva ideato e condotto a proposito della capacità del pubblico di saper apprezzare e riconoscere la qualità artistica.

L’esperimento consisteva nell’aver fatto suonare il famoso violinista Joshua Bell in una stazione della metropolitana di Whashington, filmando la reazione dei passanti.

In quei giorni Bell stava provocando dei veri e propri “tutto esaurito” con i suoi concerti in teatri da 100 dollari a biglietto, ma nei 45 minuti di performance nella metropolitana solo sette persone si fermarono ad ascoltare e l’incasso si fermò a poco più di 20 dollari.

L’evento fu ripreso  da una telecamera nascosta. Puoi vedere il video qui sotto.  

Possibile che il nostro ritmo di vita e la sempre maggiore attitudine al superficiale ed al “mordi e fuggi” ci stia rendendo sempre più sordi o ciechi ?

E’ immediato pensare come la stessa identica cosa possa succedere con la fotografia…

A domani per alcune altre considerazioni a questo proposito…

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Lusetti Family -  Paul Strand

The Lusetti Family, Luzzara, Italy 1953 - Paul Strand - Copyright ©Aperture Foundation, Paul Strand Archive

Adoro questa foto. Paul Strand la scattò durante un suo periodo di permanenza in Italia.
Erano gli anni del dopoguerra e Strand stava lavorando con Cesare Zavattini ad un progetto che sarebbe diventato il libro “Un Paese”.
L’immagine è apparentemente semplice, ma fin dalla prima volta che l’ho vista mi è apparsa come un capolavoro di intensità e composizione, un ritratto fotografico straordinario anche per la storia che racconta.
La scena ritrae un gruppo di persone che stanno nei pressi di quella che si intuisce essere la loro casa.
Dalle condizioni dell’edificio e dai tanti particolari che si possono notare nell’aspetto e nell’abbigliamento, non è difficile dedurre che si tratta di persone povere. L’Italia usciva dall’abisso della seconda guerra mondiale e questa era una condizione molto comune in quel periodo.
Anche se aiutati dal titolo dell’opera, è intensa la sensazione che i cinque uomini ritratti siano fratelli e l’anziana donna la loro madre, figura molto forte accentuata dalla posizione quasi centrale nella composizione.
La matriarca è vestita in modo austero, è abbastanza immediato pensare che si tratti di una vedova. Sono passati già alcuni anni, ma la probabile perdita del marito durante la guerra è una tragedia che sembra quasi permeare il bianco e nero di questa immagine.
Accanto a lei quello che, almeno a me, appare come il maggiore dei fratelli, colui che in qualche modo ha preso il posto del padre nella vita della famiglia. E’ l’unico del gruppo ad essere messo di fianco, appoggiato allo stipite, la testa leggermente piegata in avanti, quasi ad esprimere impercettibilmente il peso delle responsabilità della sua posizione nella famiglia.
La composizione è magistrale.
Il modulo circolare raggiato della ruota della bicicletta è ripreso dall’elemento posto sopra la porta e da quello che probabilmente è un mobile con specchio semicircolare posto nello scuro della stanza all’interno.
Le teste delle persone si trovano tutte su livelli diversi ed i loro sguardi, non indirizzati all’obiettivo, danno vita a piccoli rivoli di curiosità nell’osservatore. Cosa starà guardando per esempio l’uomo in piedi all’estrema sinistra? E suo fratello seduto accanto che guarda deciso verso destra?

E’ facile farsi trasportare da una foto come questa ed appassionarsi, chiedersi com’era la vita di questi Italiani del primo dopoguerra; immaginare, guardandoli in questa foto, i caratteri e le relazioni tra questi fratelli.

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